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Alluvione 2015. Le ferite dell’Area grecanica

  •   Mimmo Musolino
Alluvione 2015. Le ferite dell’Area grecanica

Nel comune di Montebello Jonico ed in qualche popolosa frazione tante famiglie, che ancora vi abitano con coraggio ed incoscienza (ma effettivamente è amore per la terra dove sono nati e cresciuti, sofferto e gioito) rischiano di essere, per l’ennesima volta nell’ultimo secolo, evacuate in quanto il pericolo per le loro vite è troppo grande e realistico e  le strade molto pericolose per le frane cadute.     

Il lungomare di Melito Porto Salvo distrutto in più parti, le strade fiumi di fango, i sottopassi mortali piscine colmi di acqua putrida di fango.

Le strade che collegano i paesi dell’Aspromonte, già di per se pericolanti ed a rischio frane in permanenza, hanno ancora conosciuto il peso nefasto del fango e delle rocce franate.

Sulla Bagaladi-Gambarie a Roccaforte del Greco a Chorio di San Lorenzo ma tutta l’Area grecanica è stata flagellata dal maltempo, non come la Locride e soprattutto Bovalino, Ardore, Ferruzzano, Brancaleone, Africo e tutti i paesi del medio Jonio, questo mare solitamente calmo, che urla come un mostro impazzito e famelico di vite umane e  disastri ambientali.

A carpire vite umane ci hanno pensato le alluvioni e i terremoti degli anni precedenti soprattutto a Ferruzzano, Africo e Casalinuovo, Careri  e Natile, e l’elenco è lungo… interminabile.

Altri giornalisti e scrittori hanno descritto in modo accorato, ma mentalmente lucido, questa ennesima ed  immane tragedia abbattutesi sulle popolazioni Joniche di Calabria.

Io immagino in questo momento tutti i consigli comunali dell’area jonica riuniti d’urgenza e con l’intervento attivo e propositivo di tantissimi cittadini.

Temi scottanti delle politica soprattutto, in questi ultimi tempi, sono stati lo stato di pericoloso degrado della S.S. 106 “la strada della morte” e la linea ferroviaria jonica in costante e progressivo abbandono da parte dello Stato e per esso RFI.

Chissà per quale scellerata maledizione proprio la S.S. 106 e la linea ferroviaria Jonica sono stati spezzati ed annientati  in maniera violenta e paurosa dalla natura , tramite le proprie calamità , sempre sadica e terribile  con i più deboli e indifesi.

Ho una grande paura, un terrore che mi pervade anima e corpo, che questa ennesima alluvione possa dare una grande e mostruosa mano allo Stato per accelerare i tempi del definitivo abbandono di questo martoriato territorio.

Ecco perché non bisogna perdere tempo e da subito mettere i ferri ardenti sotto il culo molle di una classe politica sempre più  egoista ed indifferente allo sviluppo  di questa nostra terra.


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