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Ambienti e città. Smart city? La sfida ecologica

  •   Federico Curatola
Federico Curatola Federico Curatola

La città è un bene comune. Bisogna partire da questo assunto per affrontare il delicatissimo tema della “partecipazione” e della “condivisione” come strumenti basilari per dare alla città un nuovo slancio, nuovi impulsi, nuove opportunità.

Non importa la dimensione, l’importanza o il “rango” di una città quando si formulano idee e progetti che possono migliorare la vita dei suoi abitanti. Anzi, in città o cittadine di modeste o ridotte dimensioni, come la gran parte dei paesi aspromontani, è probabilmente più facile costruire una partecipazione efficace e farle diventare dei “laboratori” attivi per la sperimentazione di programmi innovativi di politiche urbane da esportare poi su scala vasta. L’opportunità per ripensare alla città contemporanea è fornita dall’utilizzo ormai capillarmente diffuso della tecnologia. Nell’affrontare il tema della “smart City”, si deve pensare che la piattaforma digitale aiuta la città fisica a compiere un salto di qualità, la aiuta ad evolversi, a diventare più attraente, più efficiente.

E sarà tanto più evoluta, attraente ed efficiente, quanto più la piattaforma si integra con l’ambiente fisico. Vorreste che il Comune comunicasse con voi attraverso un tweet? Vorreste poter pagare le tasse da casa vostra senza fare estenuanti file agli sportelli? Vorreste essere informati istantaneamente di ciò che accade (guasti alla rete idrica, elettrica, eventi culturali, orari del trasporto pubblico o della raccolta dei rifiuti, ecc…)? Vorreste poter segnalare un problema direttamente con un messaggino o con una foto? Se avete risposto no oppure pensate che sia utile ma non indispensabile, proverò a convincervi che è utile ed oggi anche indispensabile. Tutte le città, grandi e piccole, hanno la necessità di tagliare i costi di gestione per poter continuare ad offrire servizi ai cittadini mantenendo degli standard qualitativi accettabili. Nonostante ciò sono pochi i Comuni virtuosi che hanno già scelto politicamente la direzione da seguire e messo in atto politiche mirate al contenimento dei costi di gestione. Le spese che è possibile ridurre e razionalizzare sono quelle legate al consumo di energia, ai rifiuti, al ciclo dell’acqua, al consumo di carta. Facendo di necessità virtù, le città, grandi e piccole, devono cogliere l’opportunità di evolvere e sviluppare le loro infrastrutture per offrire ai cittadini un modo diverso di vivere la città, per essere città intelligenti, città a misura d’uomo - “Smart Cities” - in cui i cittadini sono posti nelle condizioni di contribuire attivamente al mantenimento e al miglioramento dell’ambiente in cui vivono.

Facciamo qualche esempio. L’installazione di regolatori di flusso e la sostituzione delle lampade nella rete di pubblica illuminazione consente un risparmio di circa il 50% sulla bolletta elettrica che il Comune deve pagare (e che paghiamo noi, ovviamente). Si ma questo ha un costo, direte voi. Certamente ha un costo, ma oltre ad esservi delle specifiche misure del POR che finanziano progetti di innovazione tecnologica esiste l’istituto del project financing. Lo stesso dicasi per il ciclo dell’acqua e per il sistema di raccolta dei rifiuti, su cui però, va detto, che solo una fortissima e capillare campagna di sensibilizzazione per la raccolta differenziata può aiutare ad abbassare i costi (economici e sociali) di questa importante voce di spesa. In questo senso, virtuoso è l’esempio del Comune di Roccella Jonica, dove da luglio del 2011 è iniziata la fase di raccolta differenziata porta a porta ed i cittadini «sono i protagonisti per la salvaguardia dell’ambiente». La progettualità dell'amministrazione ha portato 700 mila euro di finanziamento, che, stanziati dalla Regione Calabria, hanno consentito di avviare il nuovo sistema di raccolta. Niente più cassonetti e piazzole di raccolta per le vie di Roccella, ma raccolta "porta a porta" e differenziata. Ovviamente alla base di una “città intelligente” deve esserci una “comunità intelligente”, sensibile e capace di utilizzare le risorse a sua disposizione per contribuire a rendere migliore la vita nella città. Sarà possibile per comunità piccole e chiuse come le nostre affrontare e vincere questa sfida? Si, solo se tutti diverremo consapevoli che è l’unica strada possibile.

 


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