Antonimina. Domenica 22 febbraio gli escursionisti di "Gente in Aspromonte" visiteranno "La strada romana"
- Redazione
"Sentieri sulle tracce del tempo"
Domenica 22 febbraio "La strada romana"
ITINERARIO NATURALISTICO - PANORAMICO - AD ANELLO
Ci avviamo alla scoperta dell’incantevole borgo di Antonimina tra i vicoli stretti che lo caratterizzano. Anche in questo caso, infatti, si evidenza una tipica caratteristica italiana: quella di non conoscere (e quindi apprezzare) le bellezze del nostro Paese.Ne è un esempio eclatante il sentiero della Strada Romana e il Ponte Romano e il Frantoio Patera, un cammino che sa come lasciare estasiato e senza parole qualsiasi visitatore.Le strade rappresentano le costruzioni romane più durature e quelle che hanno più influito sulla storia. Già nell’antichità le strade romane erano considerate monumenti….
Raduno ore: 9.30 Antonimina
Partenza escursione ore 10.00
COME ARRIVARE: Da Locri sud imboccare il bivio in direzione Antonimina. Coloro che provengono dalla tirrenica possono risalire la montagna da Cittanova e poco dopo lo Zomaro prendere il bivio a sinistra verso Antonimina.
La strada romana
Tempo: 5 ore Località: Antonimina
Dislivello: 320 slm 570 Comune: Antonimina
Difficoltà: E. Escursionistico
Spesso sono sentieri in disuso, abbandonati, in rovina o addirittura, in qualche caso, ormai impraticabili. A volte il sentiero è stato inghiottito dalla vegetazione, o un’alluvione se l’è portato via. È comunque interessante provare a ripercorrere queste antiche tracce, ritrovare qua e là antichi selciati, muretti a secco, imbattersi in casolari abbandonati ormai da decenni, laddove una volta la presenza e l’attività dell’uomo era costante, in una vita fatta spesso di fatiche e lavoro ingrato.
La ricchezza d’acqua, che da tempo viene sfruttata dagli abitanti della valle per usi agricoli e domestici, è testimoniata da numerose e belle fontane visibili lungo il cammino. Alla diversità di panorami e luoghi si associa la ricchezza di storia, con il piccolo borgo di Tre Arie.
Descrizione sentiero:
Lasciate le auto nel piazzale, dove posteggiano gli autobus di linea, ci s’incammina per una visita all’antico Borgo, superata la Chiesa si segue la strada che confluisce allo snodo che conduce ai Piani dello Zomaro, in prossimità di un recinto in ferro ci immettiamo in una piccola stradella che ci porta al ponte di epoca Romana e attraversatolo si nota sulla destra i ruderi dell’antico frantoio Patera, e sulla sinistra la fiumara Micò (abbr.di Domenikos dal greco, Micu in dialetto).
Da qui incomincia un selciato, in ottimo stato di conservazione ed in alcuni tratti veramente monumentale, che s’inerpica lungo una piantagione di secolare querce e alberi di ulivo, sui lati del sentiero possiamo vedere alcuni tratti di muri a secco.
Il percorso scollina, quindi, alla fontana della Mortilla che sgorga dall’antico acquedotto Locrese di Braga Torto - Monte Cola, ed ecco che presto la nostra passeggiata sarà maggiormente allietata dal panorama meraviglioso che viene offerto dalla natura: la vallata di Antonimina, con la Pietra della Morte, il Dottorazzo e le gole dell’Abate Paolo alla nostra sinistra ed a destra i terrazzamenti ed i coltivi che sembra contengano ingegnosamente lo sciogliersi della montagna verso valle guideranno la nostra spettacolare e lunga discesa fino a raggiungere l’abitato di Tre Arie, dove è prevista una breve sosta con visita al centro abitato.
Si riprende costeggiando i declivi della contrada Badessa, tra vecchi casolari immersi tra monumentali alberi di rovere, contornati da imponenti e suggestivi blocchi di rocce sedimentarie, che qui prendono il nome di “ Prache”, colorate da diffuse macchie di Cisto e di Lentisco, lunghi filari di Mirto rosso, forse usati ancora oggi per produrre un gustoso liquore, segneranno la conclusione della nostra tappa che terminerà una volta raggiunto il campo sportivo del paese.
Cenni Storici
Antonimina, dal greco Antos e Nemos: “ Il boschetto dei fiori ”, territorio di rocche, di timpe, di vecchie miniere, di primavere precoci, per secoli da queste “terrate” ancora prima dell’alba iniziavano le fatiche su per i percorsi di montagna per essere col primo mattino per le vie e le piazze di Cittanova e di Locri carichi di uova, pollame, deliziose pere”mastrantoni”, formaggi, ricotte per ritornare il pomeriggio meno appesantiti e con qualche soldo in tasca, spesso si trattava anche di barattare le mercanzie con altri alimenti o oggetti che si producevano a Cittanova. Da Agnana, Antonimina, San Nicola, Condoianni, Portigliola le montagne venivano attraversate da mulattieri e vaticali che tracciavano le vie del grande commercio, per quei tempi, di granaglie, olio e generi di prima necessità verso la Piana e la costa Tirrenica.