Brancaleone, tra tartarughe e fogne
- Bruno Salvatore Lucisano
Sul lungomare di Brancaleone, tra due lidi, vi è un rigagnolo di acqua nera e putrida, fogna?, che scorre senza soluzione di continuità, creando un laghetto, nero, che ogni tanto, in base al vento che soffia, lascia salire un olezzo nauseabondo. E’ un problema eterno, mai risolto da alcuna Amministrazione.
Ieri facendo la solita sosta, durante la mia passeggiata sul lungomare, con mia enorme sorpresa non ho visto più il laghetto nero. Scomparso. Finalmente, mi sono detto, era ora!
Illusione che vuol dire anche, abbaglio, apparenza, inganno!
Il bel laghetto, dove giornalmente sostavo con la speranza di vedere “seccato” il rigagnolo, non c’era più.
Ho scritto “seccato” nel senso (ambiguità semantica), che si fosse scocciato, di scendere a mare!
Una montagna di pietrisco, gettato da chi?, nasconde il laghetto che adesso, farà molta più fatica a farsi rivedere, con la sabbia era molto più facile.
Nell’era di internet si è deciso di risolvere il problema in modalità provvisoria.
O come diceva “u nticu”, che ogni tanto ci azzeccava: “a pezza è peju du bucu”.
Io, da parte mia, sosterò ogni giorno, davanti al laghetto sepolto, tanto prima o poi, l’acqua, come l’inganno, verrà a galla! Ed il rigagnolo tornerà a scorrere felice senza ostacoli, ad accogliere le tartarughe, unica illusione di turismo rimasta. Che Iddio ci aiuti.