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Calabria Verde: e venne il giorno di Mariggiò! A Bovalino

  •   Giuseppe Mammoliti
Il Gen. Aloisio Mariggiò Il Gen. Aloisio Mariggiò

In data 25/05/2016, il generale Aloisio Mariggiò, Commissario di “Calabria Verde”, ha visitato gli uffici e il personale della sede aziendale in via degli Oleandri a Bovalino. La data non è riportata a caso dato che l’ultima visita effettuata da un “numero uno” dell’azienda, risale a ben otto anni or sono. Infatti, è stato l’ingegnere Francesco Comito, l’ultimo D.G. dell’allora A.Fo.R., a far visita alla fin troppo bistrattata sede di Bovalino. Erano anni in cui in azienda esisteva una certa vivacità. Si era presenti sul territorio e si tentavano esperimenti come l’impiego della manodopera forestale nei lavori di abbattimento ed esbosco delle piante da vendere. Erano gli anni in cui i tecnici dell’ufficio Foreste di Bovalino hanno prodotto numerosi progetti di taglio e messo all’asta numerosi lotti boschivi realizzando anche un discreto incasso da tale attività. É anche noto che alcuni di quei lotti siano rimasti invenduti ma non è dato di saperne il motivo. Una parentesi produttiva che però si è interrotta allorquando l’ingegnere Comito, colpito da grave malattia, è stato costretto a rinunciare al suo incarico. Fortunatamente ha superato quel difficilissimo momento e di tanto in tanto trova perfino il tempo per qualche rimpatriata con i suoi fedeli collaboratori d’un tempo, fra i pochi che hanno sempre creduto che l’azienda di cui facevano parte si poteva e si doveva salvare. 

Qualcuno potrebbe osservare che cosa c’entri l’ingegnere Comito con il generale Mariggiò. Risposta: per adesso nulla! Ma nel prosieguo qualcosa apparirà all’orizzonte. 

Seguirono poi anni bui, di assoluto abbandono delle attività gestionali del patrimonio aziendale, ameno così è stato nella provincia di Reggio Calabria. Anni in cui nessuno dei dirigenti ha ritenuto opportuno proseguire con quella attività. Anni in cui, quel gruppo di tecnici che aveva raggiunto un ottimo grado di affiatamento e preparazione sul campo, avrebbe potuto dedicarsi alla redazione dei piani di gestione di vitale importanza ai fini di una proficua gestione del territorio aziendale. Ma ogni tempo ha la sua fine. É così, lasciando a chi di competenza di indagare sul perché e sul percome, in tutti questi anni, il personale tecnico presente in azienda sia stato lasciato al suo destino, senza guida e senza prospettive, siamo approdati ai nostri giorni. Giorni non facili, di mare forza nove, per cui alla guida della nave si rendono necessari grandi capitani.

E adesso il gran capitano sembra esserci e non è capitano ma addirittura Generale! Il generale Aloisio Mariggiò. 

La sua nomina ha un po’ sorpreso e fatto nascere parecchi dubbi sulla qualità e l’opportunità di quella scelta ma è bastata una mezz’oretta appena per realizzare che ogni genere di dubbio era, a dir poco, infondato. É bastata appunto quel breve lasso di tempo per fugare qualsiasi dubbio o timore sulla qualità umana e tecnica del nuovo dirigente di Calabria Verde. Un personaggio pragmatico dai modi semplici e diretti dal quale puoi attenderti, con la stessa naturalezza, un “vaffa” o una pacca sulla spalla. In un silenzio quasi religioso, egli ha elencato i problemi più urgenti e accennato ai metodi con cui egli intende affrontarli dimostrando di conoscere la realtà aziendale meglio di molti dipendenti. In appena un mese il Comandante Mariggiò aveva capito le ragioni del sostanziale fallimento dell’Azienda. Sorprendente! E come ogni buon comandante, si è appellato allo spirito di corpo, di appartenenza di tutti i dipendenti, chiedendo loro di soprassedere alle problematiche personali per abbracciare quelle più generali, vitali per l’azienda. La risposta è stata esemplare: nessuno ha osato sollevare obbiezioni su questo o quel problema individuale che pur esistono e sono pure importanti.

Ma se si riuscirà a tirare la barca a riva, integri e compatti, il premio sarà la messa a tacere delle tante cassandre e denigratori a vario titolo, nemici del popolo calabrese, e la continuazione delle attività forestali sul territorio. Ciò significa conservazione del numero degli attuali posti di lavoro, perché, alla fin fine, di questo si tratta: rimanere in vita e rendere operativo il cosiddetto “turn over”.

Dare così la possibilità ad alcuni giovani di poter lavorare nella loro terra. Porre un freno all’emigrazione che ogni anno si porta via dalla nostra regione circa 25.000 persone. Frenare, per quanto possibile, lo spopolamento dei centri abitati montani, specie quelli dell’entro terra della fascia ionica reggina. Ci vorrebbe ben altro ma si fa quel che si può!

Spero che nel perseguire questo importante obbiettivo, il Comandante riesca ad ottenere tutto l’appoggio possibile dagli organi statali, quello Stato che purtroppo, troppo facilmente mostra i muscoli e solo raramente da fiducia ai suoi figli o meglio, figliastri, del sud. Ma questo è un altro discorso, ancorché collegato, meritevole di ben altro respiro e trattazione.

Ho ascoltato, come tutti del resto, incredulo ma con estremo interesse le parole di esordio da lui proferite. Era a conoscenza che negli Uffici di Bovalino erano presenti delle risorse umane non indifferenti che nessuno, a parte il già citato ing. F. Comito, aveva mai valorizzato. E’ stata la fine di un incubo! Ormai rassegnato, per quanto mi riguarda, a varcare ingloriosamente la soglia della pensione, mi sono ritrovato ad attivare i miei circuiti cerebrali (quel che ne rimane) ipotizzando situazioni e fatti più volte pensati ma, a ragion veduta, ritenuti improbabili. 

Per chi non lo sapesse, “Calabria Verde” è una realtà di tutto rispetto con i suoi circa 65.000 ettari di foreste demaniali; con i suoi circa 6.000 dipendenti, ancorché attempati, ancora in grado di un doveroso sprint finale per poi lasciare il posto alle nuove leve in virtù di quel cambio generazionale attuabile attraverso il succitato “turn over”. Una realtà, che se ben diretta, potrebbe cambiare il volto della regione Calabria. Senza nulla togliere all’imprenditoria privata. Vivi e lascia vivere, come giustamente faceva osservare il nuovo Comandante in capo.

Per fare tutto ciò, a mio modesto parere, la direzione generale dovrebbe attivarsi per:

Utilizzare tutte le risorse umane presenti nell’Azienda. Costituire, per ogni dipendente, il relativo fascicolo, come si fa in ogni azienda degna di tale nome, riportando, per ogni dipendente, oltre alla qualifica specifica, anche altre attitudini. E’ notorio, infatti, che nella “forestale”, esistono professionalità e maestranze in ogni campo: muratori, carpentieri, fabbri, ecc. che, all’occorrenza, potrebbero ritornare utili (sindacati permettendo).

Valorizzare tutte le figure professionali e intellettuali presenti ancora sui cantieri, partendo dal principio che si ha bisogno di queste figure per dotare gli undici distretti ragionali, del relativo personale addetto alla progettazione e pianificazione delle attività produttive presenti e future.

Interfacciarsi con gli altri enti territoriali (Comuni, province, Ente parco, ecc.) per istituire dei protocolli d’intesa ad hoc. Ad esempio, nella gestione dei lavori pubblici, si potrebbe pensare di riservare alla manodopera forestale tutti quei compiti in cui questa abbia una incidenza importante sul costo dell’opera specificatamente in tutte quelle opere ricadente in ambiente montano. Per esempio al di sopra degli 800 metri s.l.m. (lavori di consolidamento mediante opere di ingegneria naturalistica, rivestimenti murari da eseguire con pietrame locale, opere in legno e lavori di rifinitura in genere).

Tutto questo e ancor di più si potrebbe fare. Ma non è affatto un compito facile. L’azienda versa in uno stato a dir poco comatoso e sarà comunque un successo se il Comandante riuscirà a mettere ordine fra i vari contratti, livelli e quant’altro per poi istituire gli uffici tecnici distrettuali e affrontare i problemi più urgenti come la redazione dei “Piani di gestione Aziendali” e i e i progetti previsti nei “Piani Attuativi”. Con i tecnici ed il personale di Bovalino!

Ecco che cosa hanno in comune l’ingegnere Comito e il generale Mariggiò: per entrambi il personale tecnico di Bovalino può essere la giusta risposta a qualche problema. Forse più di uno!
Non abbiamo tradito la fiducia dell’ingegnere Comito. Faremo in modo di meritarci quella del Generale. 

Dopo circa 7 ore in cui il generale si è prodigato, con eloquenza facile e diretta, in ogni genere di spiegazione agli addetti ai lavori e dopo aver ricevuto alcuni sindaci della locride, visitato le varie strutture e i notevoli capannoni in calcestruzzo armato dell’antica azienda di Bricà, praticamente sfinito ma disponibilissimo fino alla fine, si è accomiatato dal personale d’ufficio con la promessa di un ritorno a breve termine e di una costante presenza nello svolgimento dei lavori di cui sopra brevemente accennato.

Le risorse umane e naturali ci sono. Una guida con le idee chiare e condivisibili pure e allora avanti a tutta forza!


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