Casignana. Dalle vasche della discarica tracima acqua e percolato
- Antonella Italiano
Di anno in anno, di alluvione in alluvione.
Dal 1 novembre 2015 ad oggi poco è cambiato alla discarica di Casignana. Non è ancora ceduta la vasca – questo è vero - ma le acque piovane frammiste a percolato continuano a tracimare e a scorrere liberamente a valle.
Una sentenza del Tar dello scorso 5 ottobre aveva condannato il Comune di Casignana e la Regione Calabria ad effettuare la messa in sicurezza e la bonifica definitiva del sito, secondo le modalità e le tempistiche procedimentali descritte in atti.
Un tale provvedimento, essendo privo di copertura finanziaria (per come denunciato dall’avvocato Parisi all’ultima udienza svoltasi nel mese di luglio), avrebbe potuto essere disatteso dall’Amministrazione regionale o addirittura revocato, cosa impossibile dopo la sentenza del Tar, alla quale sia la Regione Calabria, sia il Comune di Casignana avrebbero dovuto adeguarsi.
Avrebbero dovuto.
Purtroppo, nonostante i “buoni propositi” dei politici e della Protezione civile, nulla è stato fatto, e i nostri territori ogni autunno rischiano il disastro ambientale.
Oggi, nella migliore delle ipotesi e stando così le “piogge”, il Comune di Casignana dovrà pagare lo smaltimento dell’acqua frammista a percolato raccoltasi nelle due vasche a valle della discarica come fosse percolato puro. Smaltimento che ha oneri altissimi.
Ma, nonostante siano cose risapute, né il Comune né la Regione hanno provveduto alla loro copertura nella stagione estiva.
Nella peggiore delle ipotesi, la più probabile visto che la Protezione civile ha prolungato l’allerta meteo per altre 24 ore, le piogge continueranno a cadere abbondanti facendo tracimare percolato a valle e mettendo la discarica a forte rischio di stabilità. Un’altra volta ancora.