L’editoriale. Il carbone, il leone e il giornale
- Gioacchino Criaco
Il 27 febbraio è un giorno fortunato per la Calabria, il TAR del Lazio ha annullato la valutazione d’impatto ambientale e il decreto del governo che autorizzano la costruzione della centrale a carbone di Saline Joniche.
Uno stop, anche se non ultimo e definitivo alla realizzazione dell’impianto. Una battaglia vinta, per una disputa ancora lunga fra chi crede in uno sviluppo coerente con le vocazioni ambientali e chi è convinto che la Calabria abbia bisogno di un sistema industriale, a prescindere dalle sue tendenze naturali. Quasi tutti hanno gioito e affollato il carro della vittoria. Ed è stata una gioia scoprire questo afflato ambientale nei cuori calabresi.
Anche il 17 febbraio è stato un buon giorno per la Calabria della cultura, esperti universitari e soprintendenza hanno sciolto le riserve che duravano da tre anni e hanno affermato che la scultura bronzea, una protome leonina, rinvenuta nell’estate del 2012 nel mare fra Africo e Bianco, è autentica. Un reperto tipologicamente unico, non ne esiste uno uguale al mondo. Probabilmente stava infisso sulla prua di una nave romana che sta ancora là, inabissata nello Jonio. Una gioia per i fan del bello calabrese, che ancora una volta riafferma la grandezza del nostro passato.
E un buon giorno è stato, per noi, il 21febbraio. Abbiamo portato in edicola questo giornale, per potervi raccontare quanto di buono vive nel nostro territorio; sconosciuto e coperto dalla nuvola nera della cronaca che assorbe mediaticamente le notizie calabresi.
Tre giorni per una vittoria che è grandissima, per un’altra che è una buona notizia, e per l’ultima che è una piccola sfida a dimostrazione che anche senza tycon o sponsor politici dietro si possa informare. Sono le vittorie diverse e uguali dei tanti piccoli eroi calabresi di cui vi ho parlato la volta scorsa, di quella Calabria dei fatti che giace sotto la coltre di polvere di una classe dirigente che finora i fatti li commessi solo in proprio favore.
Tre giorni soltanto, però ce stanno centinaia in un anno e infiniti nel tempo che verrà. E, se ci sarà il tempo, sarà bene anche parlare delle facce di bronzo, sfoltire i carri delle vittorie dai troppi patrigni e spiegarvi che è vero che tutti abbiamo vinto ma non tutti abbiamo combattuto. Ma, se vinceremo la nostra piccola e personale battaglia, ve lo racconterò sul prossimo numero di “in Aspromonte”..