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La Calabria come Chernobyl

  •   Gioacchino Criaco
La Calabria come Chernobyl

..Farlo lentamente, col mutamento radicale di un intero ecosistema causato dall’abbassamento della temperatura del mare, dovuta all’immissione massiccia di acqua fredda, e dal suo avvelenamento, per effetto della candeggina necessaria al processo di rigassificazione. Oppure col rilascio di anidride carbonica e la liberazione in aria di polveri sottili. O, magari, cancellare col botto metà del reggino in caso di un malaugurato, ma possibile, incidente.

Dopo la centrale a carbone di Saline e il rigassificatore di Gioia, il nostro destino sarà segnato. Poi potremo manifestare contro il razzismo, la mafia, la violenza alle donne e agli animali. Potremo votare di qua o di là. Gridare rabbia o disgusto per la più nobile delle cause. Tutto, dopo, sarà una battaglia di retroguardia, in una guerra irrimediabilmente persa. Peggio, tutto, dopo, sarà solo un gioco, buono a nutrire il nostro orgoglio ma non sufficiente a coprire una vergogna che sarà collettiva.

Dopo Saline e Gioia, potremo andarcene a vivere a Chernobyl, perché tra qua e là non ci sarà gran differenza se non per l’inganno del clima e dei colori. E’ una morte lenta la nostra, iniziata da tanti anni e per tante cose. Con riguardo all’ambiente, partita dal disastro del centro siderurgico e della liquichimnica, sempre consumati fra Saline e Gioia. Proseguita con la cementificazione delle coste, l’offesa della diga sul Menta, la semina dei mulini a vento, l’avvelenamento dell’Alaco. Una serie di attentati, succedutisi nel tempo, che presto arriveranno al misfatto finale e alla consumazione per intero del delitto. 

Il tutto nell’ignavia quasi totale di un popolo, con l’opposizione di pochi, di quei pochi che non si arrendono, che hanno lottato ieri, e continueranno a farlo, perché pensavano e pensano che ci siano valori immensamente superiori rispetto a una comodità e un benessere che sono solo momentanei e fasulli, che celano l’amaro del fiele sotto una copertura di caramello.

Dopo Saline e Gioia, lentamente morirà un popolo, ma nessuno verrà accusato di omicidio, al massimo gli si potrà contestare il vilipendio di cadavere, perché un popolo che non lotta vivo non lo è di certo. Un reato minore, realizzato con la complicità di tutti, così non pagherà nessuno. Perché accanto agli esecutori materiali ci saranno i complici, tutti responsabili in concorso. I calabresi.

Mercoledì, i resistenti saranno dalle 9 e 30 davanti all’autorità portuale di Gioia, perché non venga concessa l’area per la costruzione del rigassificatore. Magari perderanno, certo, loro, saranno innocenti. 


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