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Lezioni agrarie: le multinazionali e la peste dei boschi

  •   Ruggero Calvano
Lezioni agrarie: le multinazionali e la peste dei boschi

Qualche tempo fa vi spiegavo che le multinazionali hanno il monopolio delle sementi, la Monte Santo ce l’ha. Se lo vogliono non abbiamo cosa piantare negli orti. Quest’anno il sistema ci ha mandato la peste del castagno, viene dalla Cina, così non abbiamo avuto la gioia di assaggiare le splendide castagne dell’Aspromonte. Chissà cosa ci riserverà il futuro, per adesso ci accontenteremo delle olive, fin quando ce le lasceranno. Resisteremo. Se necessario ci arrangeremo a brucare l’erba, contendendola alle capre. La rivoluzione non è cosa facile, costa caro, è più semplice fare la fila nei supermercati. Combattere non è da tutti. Sono scelte. La nostra è fatta ed è irreversibile. La libertà è come il sesso, una volta scoperto non se ne può fare a meno. E noi, della colonia penale d’Aspromonte, siamo tossici all’ultimo stadio della libertà. Voi, indignati compresi, siete assuefatti al benessere, non vi arrenderete, lotterete fino all’ultimo per elemosinarne qualche briciola. Della libertà non ve ne frega nulla, mica si mangia o ci si fa la doccia, non ci raffredda l’aria d’estate e non ce la riscalda d’inverno. No, voi avete persino messo le copertine ai cani perché non prendano il raffreddore, portate i mici a sterilizzare perché vi facciano compagnia senza rotture di scatole. Vi chiedete mai dove state andando? Vi fermate qualche volta a pensare cosa siete diventati? Non dormite più senza un tranquillante, non andate al cesso senza un lassativo e a letto senza viagra non combinate un tubo. Siete come le oche da foie gras, appese a un video che vi dica che il sistema alla fine avrà pietà di voi e continuerà a ingrassarvi. Il contaballe di Arcore l’avete buttato alle ortiche, almeno con lui si rideva, vi fregava è vero, però ci metteva un po’ di vasellina. Siete in attesa di un nuovo contaballe che vi freghi, e stavolta non vi faranno nemmeno la carità di poter ridere. State andando in lacrime a elemosinare un piatto di minestra. Non piangete, il riso è quasi pronto, non sarà ai frutti di mare ma a quelli dei MONTI.  


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