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Metramo, Menta e Lordo: ecomostri di provincia

  •   Arturo Rocca
Metramo, Menta e Lordo: ecomostri di provincia

Una filastrocca americana ha dato il titolo al famosissimo film con Jack Nicholson tratto dal romanzo omonimo di Ken Kesey e ben si presta a descrivere la situazione delle tre dighe erette nella nostra provincia. «Three geese in a flock, one flew east, one flew west, one flew over the cuckoo’s nest» (traduzione: uno stormo di tre oche, una volò ad est, una volò ad ovest, una volò sul nido del cuculo).

La diga sul Metramo

L’oca che volò ad est si posò sulle pre-serre inviolate, e depose la diga sul Metramo; quella che volò ad ovest si posò sull’Aspromonte inviolato e vi depose la diga sul Menta, ed infine quella che volò sul nido del cuculo depose la diga sul Lordo. L’oca che volò sulle pre-serre località Castagnara del comune di Galatro, nel 1976, aveva nelle viscere 39 miliardi sempre delle vecchie lire e le eiettò di botto ma, già nel 1979, di miliardi ne aveva cagato 98 e nel 1985 altri 65 con la bellezza di 78 varianti e revisione prezzi. Quando la diga era a quota 72 metri, ne doveva raggiungere 100, si erano già spesi 389 miliardi di lire. Alla fine è costata, dice il sindaco, 850 miliardi, confondendosi con i 439 milioni di euro effettivi, ma resta un’enorme costosissima vasca sospesa a 900 metri di quota. Lì vanno, la domenica, gli extracomunitari per pescare le carpe e qualcuno vi ha perso la vita; i sommozzatori dei vigili del fuoco hanno cercato a lungo il corpo che è rimasto impigliato nelle ramaglie della vegetazione non rimossa prima del riempimento. Oggi il Consorzio di bonifica della Piana di Rosarno ha concepito un altro progetto per utilizzarla a fini idroelettrici ma litiga con il sindaco che vorrebbe finanziate le opere di canalizzazione a fini irrigui. Per la verità la strada è stata tentata per ben due volte e dopo che i lavori sono stati appaltati le ditte ne hanno abbandonato i lavori. Ma tra una stoccata e l’altra si tenta di utilizzarla.

La diga sul Menta

L’oca che volò sull’Aspromonte, nel 1979, aveva nel ventre ben 65 miliardi delle vecchie lire e le eiettò, per cui si intraprese l’opera con il taglio di 127 ettari di bosco nel comune di Roccaforte del Greco, su cui ricade l’opera. Nessun vincolo fu rispettato nonostante l’area fosse all’interno della riserva del Parco nazionale della Calabria già istituito nel 1968. Oggi l’oca ha dovuto approvvigionarsi e provvedere ad eiezioni per circa 250 milioni di euro ma non sono bastati a far schiudere l’uovo, deve ancora covare ed ancora eiettare danaro. Oggi la Sorical sostiene che se l’oca farà lo sforzo di cagare 24 milioni di euro aggiuntivi, Reggio avrà l’acqua entro il 2017 e con un po’ di pazienza, senza indicare quanta, anche la centrale idroelettrica sarà completata; quindi non solo acqua ma anche luce! Siamo rasseganti a crederci anche se avvertiamo che si tratti di una bugia perché questa diga fu progettata solo per fornire acqua potabile e adesso per giustificare altre spese si aggiunge l’idroelettrico, ci hanno presi per sfinimento.

La diga sul Lordo

L’oca che volò sul nido del cuculo, nel 1983, a Siderno in località Pantaleo depose quella che è un vero e proprio capolavoro di sintesi tra intelligenza ed istinto, la diga sul torrente Lordo. É qui che si deve spiegare esattamente cosa c’entra il cuculo e cosa c’ entra il film con Nicholson. Il termine inglese “cuckoo” si traduce letteralmente “cuculo” ma in senso traslato significa “pazzo”. Purtroppo la spiegazione calza sia che usiamo il senso letterale che quello traslato. Ergo. Com’è noto il cuculo non depone le uova in un nido proprio ma lo fa in quelli altrui. Gli implumi cuculi appena nati buttano fuori dal nido i piccoli della specie ospitante che per istinto di maternità nutre i piccoli del cuculo come fossero suoi. La diga viene dunque costruita in un posto non suo, sulle argille di un torrente quasi asciutto e l’acqua del Torbido, portata con 8 chilometri di condotta sotterranea, l’ha nutrita come fosse figlia sua. Ma una volta cresciuto il volume a regime degli 8 milioni di metri cubi, ha scalzato il Lordo e si è sostituita nella condotta bypassando la diga-nido e ha irrorato i coltivi di Siderno. Applicando la seconda traduzione vuol dire che “qualcuno diventò pazzo” a sperperare 50 milioni di euro per poi realizzare una condotta di 8 chilomteri per innaffiare le rose ed i gigli dei giardini di Siderno. Perché di questo si tratta! Il ministero delle infrastrutture ha cibato come fossero figli suoi tutta la catena di S. Antonio che va dall’ideatore, al progettista, al realizzatore, all’ente gestore che si è gonfiato da scoppiare. Amen!


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