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Ponte sullo stretto: 300 Milioni per “liquidarlo”

  •   Luigi Sigillo
Ponte sullo stretto: 300 Milioni per “liquidarlo”

Parlare di Evento, ossia di un accadimento che ha un carattere di eccezionalità, può sembrare impresa di facile enunciazione in quanto un Evento è sempre all’attenzione di milioni o anche di miliardi di persone. Ma poiché un Evento è anche sotto i riflettori dei media mondiali, succede che quasi sempre l’Evento può avere un punto buio o addirittura un punto nero oppure può contenere due soluzioni anche diametricalmente opposte. Ma prima di parlare del fenomeno Evento desidero porre all’attenzione del lettore una mia riflessione proprio sulla caratterizzazione del particolare accadimento chiamato Evento.

Gli Eventi della storia

Ebbene, io sono convinto che gli Eventi, più che per la data, si facciano ricordare per qualche persona che ha vissuto con noi quell’avvenimento o per la località nella quale in quel fatidico momento noi ci trovavamo. Facciamo qualche esempio: la sera del 9 luglio 2006 l’Italia era col fiato sospeso perché a Berlino, su un campo di calcio, c’era un giocatore che si apprestava a calciare un rigore che avrebbe potuto decretare il successo degli Azzurri in un campionato del mondo. Ebbene, quando Fabio Grosso ha messo in rete quel pallone decisivo, ognuno di noi che era incollato al televisore ha certamente abbracciato l’amico o il parente che gli stava accanto e certamente ricorda ancor oggi in quale casa o in quale locale ha festeggiato quell’avvenimento. Altra data: 11 settembre 2000. Tutto il mondo assisteva inorridito alle immagini televisive che dall’America, giungendo nelle nostre case, ci mostravano due grattacieli in fiamme perché centrati da due aerei dirottati da gruppi di terroristi. Ebbene, credo che ancora oggi noi tutti ricordiamo perfettamente con chi commentavamo quelle tristissime immagini e sono sicuro che abbiamo ancora oggi impressi nella mente il luogo in cui ci trovavamo nell’istante in cui si sfaldavano e venivano giù le Torri gemelle. Alle persone con qualche annetto in più ricordo un’altra data: 22 novembre 1963. Quel giorno veniva ucciso a Dallas l’allora presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald Kennedy. Io ricordo perfettamente che ricevetti la telefonata di un amico che mi invitava ad accendere la televisione. Ho così seguito le immagini di quell’attentato che privava il mondo di uno dei leader sui quali una certa democrazia poneva enorme fiducia. Passiamo ora alla notte tra il 20 e il 21 luglio del 1969. In alcuni momenti di quella lunga notte, oltre un miliardo di persone assisteva all’evento che ha portato un essere umano a posare per la prima volta il proprio piede sulla Luna. In Italia davanti alla televisione eravamo in venti milioni e sono rimasti indelebili nella mente il volto del telecronista Tito Stagno che dallo schermo ci annunciava l’attimo dell’allunaggio della navicella gridando: «Ha toccato! Ha toccato in questo momento il suolo lunare» mentre da Houston l’inviato della Rai a seguire quell’evento, ossia Ruggero Orlando, gli replicava: «No! Non ha ancora toccato il suolo» e dopo qualche secondo arrivava il fatidico: «Ecco, in quest’istante ha toccato il suolo lunare» e giù quel fragoroso applauso che ha contagiato tutti. Ricordiamo solo alcuni significativi titoli di giornali che seguirono quel fantastico evento di oltre 45 anni fa: “L’uomo sulla Luna, la fantasia cede il passo alla realtà”; “L’uomo cammina sulla Luna, ci sono le immagini”; “La nuova terra promessa è uno spicchio della Luna”; “Armstrong sulla Luna, un grande passo per l’umanità”.

L’idea nata dai Romani e ripresa dai Borboni

Adesso voglio porre all’attenzione e alla riflessione degli amici lettori quello che sarebbe potuto essere, ma non è stato, un Evento che ci ha da sempre “toccato” da vicino ossia il “ponte sullo stretto di Messina”. Intanto c’è da dire che l’idea di collegare in modo stabile la Sicilia al continente ha origini immemorabili. I primi progetti risalgono all’epoca dei Romani. Plinio il Vecchio narra della costruzione, voluta dal console Lucio Cecilio Metello nel 251 a.C., di un ponte fatto di barche e botti per trasportare dalla Sicilia 140 elefanti catturati ai Cartaginesi nella battaglia di Palermo.
 Nel corso dei secoli di un ponte parlano fra gli altri anche Carlo Magno e Roberto il Guiscardo ma le oggettive difficoltà dovute alle condizioni ambientali dello Stretto, caratterizzate da fondali marini irregolari e molto profondi, da tumultuose correnti marine e da forti venti in una zona ad elevata sismicità, fanno sì che la costruzione di un ponte rimanga una sfida impossibile per l’ingegneria del tempo. Nel 1840 anche Ferdinando II di Borbone, re delle Due Sicilie, pensa alla realizzazione del ponte e incarica un gruppo di architetti e ingegneri dell’epoca di fornirgli idee per la costruzione. Nel 1866 l’allora ministro dei Lavori pubblici, Jacini, incarica l’ingegnere Alfredo Cottrau, tecnico di fama internazionale, di studiare un progetto di ponte tra Calabria e Sicilia.

Il progetto Steinman

Più tardi, nel 1870, si pensa a un allacciamento sottomarino di 22 chilometri (proposto dall’ingegnere Carlo Navone) che prevede di entrare in galleria a Contesse e, scendendo a 150 metri, di sottopassare Messina e Ganzirri attraversando lo Stretto fino a Punta Pezzo e risalendo a Torre Cavallo. Altri studi, nel 1876, portano la firma dell’onorevole Giuseppe Zanardelli, nel 1883 di un gruppo di ingegneri delle ferrovie, nel 1921 dell’ingegnere Emerico Vismara. Nel 1934 il generale del Genio navale, Antonino Calabretta, presenta un progetto di ponte tra Punta Faro e Punta Pezzo. Nel secondo dopoguerra (1952) viene rilanciata l’idea di un ponte sospeso dall’associazione dei Costruttori italiani in acciaio (Acai), che incarica l’ingegnere statunitense David B. Steinman di redigere un progetto preliminare. Il progetto Steinmann dovrebbe scavalcare lo Stretto in tre balzi con due piloni, alti 220 metri sopra il livello dell’acqua e per 120 metri sotto il mare. Basandosi su questo progetto, nel 1955 la Regione siciliana commissiona alla Fondazione Lerici del Politecnico di Milano (Luigi Solaini, Roberto Cassinis) uno studio geofisico. Nello stesso anno viene costituito da alcune tra le maggiori imprese di costruzioni nazionali (Finsider, Fiat, Italcementi, Pirelli, Italstrade) il Gruppo ponte Messina S.p.A. per promuovere studi ingegneristici e ambientali finalizzati alla realizzazione di un collegamento stabile viario e ferroviario tra la Sicilia e il continente. Nel 1968 il ministero dei Lavori pubblici bandisce un “Concorso internazionale di idee” per un progetto di attraversamento stabile stradale e ferroviario dello Stretto. Vengono presentati 143 progetti dei quali 125 elaborati da gruppi composti da progettisti prevalentemente italiani, 8 progetti americani, 3 inglesi, 3 francesi, 1 tedesco, 1 svedese, 1 argentino e 1 somalo.

Stretto di Messina S.p.A.

Il 17 dicembre del 1971 il governo Colombo approva una legge che autorizza la creazione di una società di diritto privato a capitale pubblico, concessionaria per la progettazione, realizzazione e gestione del collegamento stabile viario e ferroviario dello Stretto. Nel 1979 il capo del governo Francesco Cossiga dà la sua approvazione alla costituzione della società concessionaria Stretto di Messina S.p.A. che verrà costituita nel 1981 a cui partecipavano finanziariamente l’Italstat e l’Iri con il 51% e Ferrovie dello stato, Anas, Regione siciliana e Regione Calabria in percentuali uguali del 12,25% ciascuno. Nel 1984 il ministro per gli Interventi straordinari nel Mezzogiorno, Claudio Signorile, annuncia: «Il Ponte si farà entro il 1994». Nel 1985 il presidente del consiglio Bettino Craxi dichiara che il ponte sarà presto fatto. Nel 1992 viene presentato il progetto preliminare definitivo comprendente relazioni tecniche, previsioni di spesa, tempi di esecuzione e valutazione d’impatto ambientale. Nell’ottobre 2005, durante il governo Berlusconi, l’associazione temporanea di imprese Eurolink S.C.p.A., capeggiata da Impregilo S.p.A., vince la gara d’appalto come contraente generale per la costruzione del ponte con un’offerta di 3,88 miliardi di euro. Il 27 marzo 2006, Impregilo S.p.A. firma ufficialmente il contratto per la progettazione finale e la realizzazione dell’opera. Ma con l’insediamento del governo Prodi, il 10 aprile dello stesso anno, tutto l’iter si blocca. Poi il nuovo governo Berlusconi, succeduto nel maggio del 2008 al governo Prodi, annuncia di volere riprendere l’iter del progetto di costruzione del ponte. Nel gennaio 2009 il governo riconferma l’impegno a realizzare l’opera i cui lavori sarebbero iniziati nel 2010, per concludersi nel 2016.
Il 2 ottobre 2009 la Stretto di Messina S.p.A. impartisce al contraente generale l’ordine di avviare la progettazione definitiva ed esecutiva. I primi cantieri, relativi ai lavori propedeutici, avviati il 23 dicembre 2009, consistono nella deviazione dell’esistente tratta ferroviaria tirrenica in corrispondenza di Cannitello, poco a nord di Villa San Giovanni, onde evitare interferenze con il futuro cantiere della torre del ponte. Analoghi lavori propedeutici sulla costa siciliana vengono intrapresi nei mesi successivi. La progettazione definitiva della parte sospesa dell’opera (il ponte vero e proprio) avviene con la consegna del progetto il 20 dicembre 2010 alla società Stretto di Messina da parte del contraente generale Eurolink. Il progetto include anche gli oltre 40 chilometri di raccordi stradali e ferroviari. Solo adesso e per la prima volta l’Evento sembra possibile.
Ma una prima nube appare subito all’orizzonte dell’Evento.

I tagli dell’Unione europea

Nell’ottobre 2011 infatti l’Unione europea non include il ponte sullo Stretto tra le opere pubbliche destinate a ricevere finanziamenti comunitari. Ma il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli, comunque conferma la realizzazione del ponte sullo Stretto a prescindere dall’eventuale finanziamento della Ue, in quanto le risorse per il manufatto verrebbero reperite sul mercato, come previsto dal piano finanziario allegato al progetto definitivo. Però dopo pochi giorni, il 27 ottobre 2011, l’aula di Montecitorio approva una mozione dell’Idv, che impegna il governo «alla soppressione dei finanziamenti per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina». La mozione è approvata con 284 favorevoli, un solo contrario e con l’astensione della maggioranza Pdl (anche se votano a favore della soppressione: il sottosegretario responsabile Aurelio Misiti, rappresentante del governo Berlusconi, il coordinatore del partito Denis Verdini, i ministri Mariastella Gelmini e Michela Vittoria Brambilla, i sottosegretari Laura Ravetto, Stefano Saglia e Guido Crosetto). Il 17 aprile 2012 risulta completata a Villa San Giovanni la prima opera propedeutica al ponte sullo stretto di Messina, che consiste nella variante della linea ferroviaria Cannitello-Villa San Giovanni.

Il “no” definitivo del Governo Monti

Il 30 settembre 2012 Corrado Clini, il ministro dell’Ambiente del governo Monti, dichiara: «Non esiste l’intenzione di riaprire le procedure per il ponte sullo stretto di Messina, anzi al contrario, il governo vuole chiudere il prima possibile le procedure aperte anni fa dai precedenti governi, e per farlo deve seguire l’iter di legge». Il 10 ottobre 2012 il governo Monti, nella cosiddetta legge di stabilità, stanzia 300 milioni per il pagamento di penali per la non realizzazione del progetto. E il 15 aprile 2013, la Stretto di Messina S.p.A. viene posta in liquidazione e poi tenuta ad indennizzare Eurolink tramite il pagamento delle prestazioni contrattualmente previste e già eseguite, più una somma pari al 10% dell’importo dell’opera stimato in 45 milioni di euro. L’accantonamento della costruzione del ponte sullo Stretto diventa così l’altra faccia della medaglia dell’Evento-Ponte. Viene così dimostrato che un Evento può avere non solo punti bui o neri ma può contenere addirittura due soluzioni diametricalmente opposte.


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