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Saggio del dottor Tassone sui benefici dell’assunzione degli acidi grassi essenziali

  •   Francesco Tassone
Saggio del dottor Tassone sui benefici dell’assunzione degli acidi grassi essenziali

La scoperta di una nuova ricerca, promossa dal Baylor College of Medicine e dal Virginia Eye Consultants, pubblicata online su Cornea, mette in evidenza come l’integrazione alimentare quotidiana con una combinazione di tre acidi grassi omega – il GLA, l’EPA e il DHA – per sei mesi è risultata efficace nel miglioramento dei sintomi di irritazione oculare che caratterizzano il disturbo dell’occhio secco. L’assunzione del mix di grassi omega, riesce anche ad arrestare la progressione dell’infiammazione correlata alla patologia oculare. Lo studio ha voluto  testare l’impatto di un integratore contenente acido gamma-linolenico, acido eicosapentaenoico e acido docosaesaenoico. Il prodotto somministrato ogni giorno per sei mesi è riuscito a diminuire i sintomi di irritazione oculare, a sopprimere l’infiammazione della superficie oculare e a mantenere la levigatezza superficiale della cornea nei pazienti affetti da occhio secco.  A tal proposito mi rendo conto che per chi non possiede una formazione scientifica, l’argomento potrebbe essere un po’ ostico, ma vediamo con parole più semplici cosa sono gli (AGE) cioè gli acidi grassi essenziali. L’attributo acidi grassi essenziali, spetta a due nutrienti particolari, che non possono essere sintetizzati dall’organismo e devono quindi essere introdotti con gli alimenti. Sono quindi gli ingredienti principali dei grassi, sia animali che vegetali. Queste sostanze nutritive, indispensabili per la buona salute dell’uomo, sono l’acido linoleico (AL o LA), capostipite degli acidi grassi della serie omega-6, e l’acido alfa-linolenico (AaL o ALA), capostipite della serie omega-3. Una volta introdotti  attraverso gli alimenti, gli acidi grassi essenziali vengono metabolizzati e trasformati in altri acidi grassi appartenenti alla medesima serie. Queste operazioni di trasformazione avvengono grazie all’attività di due sistemi enzimatici comuni, noti come “elongasi” e “desaturasi”. Il primo è deputato all’allungamento della catena carboniosa, il secondo all’inserimento di uno o più doppi legami in punti precisi della molecola. I prodotti derivanti dall’attività combinata di questi enzimi sono: l’acido eicosapentenoico (EPA) e l’acido docosaesaenoico (DHA), che derivano dall’acido linoleico e fanno quindi parte della serie omega-tre; l’acido gamma linolenico (GLA), l’acido diomogamma-linolenico (DGLA) e l’acido arachidonico (AA), che derivano dall’acido linoleico e fanno quindi parte della serie omega-sei.  Questi acidi grassi, oltre ad essere sintetizzati dall’organismo, possono anche essere direttamente introdotti tramite gli alimenti.  L’interesse nei confronti di questi prodotti metabolici deriva dalla loro capacità di generare mediatori lipidici ad azione pro ed anti infiammatoria. L’equilibrio tra tali fattori è infatti molto importante: quando prevalgono i primi viene favorita la comparsa di patologie croniche-infiammatorie e degenerative. Proprio tali alterazioni, favorite dallo stile alimentare moderno, sarebbero almeno in parte responsabili dell’aumentata incidenza delle cosiddette patologie del benessere. Ma quali di questi acidi grassi possono essere considerati buoni e quali cattivi?  Iniziamo col dire che ad ognuno di essi sono affidate funzioni che risultano essenziali per la buona salute dell’organismo. Iproblemi, tanto per cambiare, cominciano quando il normale equilibrio corporeo viene disturbato da abitudini dietetiche scorrette. Con il miglioramento delle condizioni socio-economiche, in particolare nel mondo occidentale più industrializzato, abbiamo assistito ad una progressiva e rilevante assunzione di lipidi animali e di oli di semi, nei quali gli omega-6 sono molto rappresentati, con progressivo ridotto apporto di acidi grassi omega-3, contenuti soprattutto nel pesce. Quindi i grassi omega 6 sono precursori sia delle sostanze buone (ad attività antinfiammatoria) che di quelle cattive (ad attività proinfiammatoria), mentre gli omega 3 originano solo eicosanoidi positivi per la salute umana. Gli enzimi deputati al metabolismo degli acidi grassi essenziali (desaturasi ed elongasi) sono comuni ad entrambe le serie. Ne deriva che un eccesso di acido linoleico, tipico delle società industrializzate, “rallenta” il metabolismo delle già ridotte quantità di acido alfa-linolenico (sottraendo l’enzima Δ-6-desaturasi). Il risultato sarà un’esagerata produzione di fattori proinfiammatori, a fronte di una modesta sintesi di sostanze con attività opposta. Da notare che questo discorso cade se si assumono alimenti o integratori già naturalmente ricchi di EPA e DHA che rappresentano i metaboliti attivi dell’acido alfa-linolenico e che come tali non necessitano di alcuna conversione enzimatica.


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