Saggio sull’erpetologia del dr. Rocco Mollace
- Rocco Mollace
La Vipera tra “mito e realtà”
“Cu nasci serpi è mpamu e
senza cori, ma….. ricordati ca l’homu è peju
ancora.”
L’ erpetologia è la scienza che studia i serpenti velenosi e innocui. Tutto ciò che striscia incute paura e disprezzo, ragion per cui alla vista di un serpente, la prima cosa è darsi alla fuga. Mentre si scappa senza una direzione, il serpente si è già nascosto; quindi la paura fa novanta! Sia nell’ uomo, che nel serpente. Domandando al fuggitivo cosa è successo spesso risponde “Ho visto una vipera!”. Ma trattasi di comune biscia di Esculapio tipica del nostro territorio Aspromontano. Curioso, è il fatto che a volte esperti del settore non riescano a distinguere i Colubri dai Viperidi.I Colubri sono: le bisce nere, in dialetto “A serpi nira” , la Natrix natrix comune biscia d’ acqua ,“U scurzuni “, il Saettone o “Serpi i latti” ed il Cervone detto “mpastura vacchi “. A proposito del Cervone, una credenza popolare ancora in auge, racconta che questi serpenti si attorcigliano intorno alle gambe delle vacche per succhiare il latte dalla mammella. Tranquillizzo tutti gli allevatori di bovini dicendo che questi Colubri sono innocui alle vacche. I colubri hanno denti sia sulle arcate superiori che sull’arcata inferiore, non hanno la ghiandola velenifera, possono mordere per difesa ma senza nessuna conseguenza.
Come si riconosce una vipera da una biscia? Nella vipera la testa triangolare è inconfondibile, la coda tronco conica si restringe bruscamente e la pupilla è verticale. Sul capo è evidente il cosiddetto calice da dove parte la livrea a zig-zag per tutto il corpo. Nella biscia, invece, la testa ed il corpo sono tutt’uno, senza restrizione dalla testa alla coda, con colore spesso uniforme e la pupilla rotonda. Una domanda ricorrente riguarda il colore della vipera. Nella Vipera aspis, di solito, la femmina è marrone con livrea nera, mentre il maschio è di colore verdastro con livrea nera… Ma attenzione, all’interno della stessa specie si possono trovare tante colorazioni che variano dal marrone al nero per cui spesso viene scambiata con la biscia comune. In questo caso, per il riconoscimento ad occhio, andiamo a valutare le squame dorsali e le placche cefaliche. Inoltre incroci tra vipera aspis e vipera berus danno vita a ibridi con colorazioni diverse.
Molto interessante è l’alimentazione della vipera. Questo rettile si ciba di piccoli roditori, lucertole e cavallette. Un esemplare di 45-50 cm è in grado di ingoiare anche 100 cavallette in un giorno. Nella catena alimentare anche gli animali velenosi, come la vipera, sono prede per: il tasso (Meles meles) in dialetto Malogna, il cinghiale (Sus scrofa), il riccio,uccelli rapaci e corvidi.
Le specie di vipere sono tante, mi limito a citarne alcune:
Vipera dal corno (Vipera ammodytes)
Vipera comune (Vipera aspis)
Marasso (Vipera berus)
Vipera di Orsini (Vipera ursinii)
Vipera ornata (Vipera xanthina)
Presente nel nostro territorio è la Vipera aspis che spesso viene chiamata Aspide.
Il veleno è il principale mezzo di vita dei serpenti velenosi e dei viperidi in particolare .
STORIA
Le prime notizie di un certo interesse sul veleno dei viperidi, e degli animali velenosi in genere , risalgono al medico greco Nikandros vissuto tra il 275 e il 130 a.C. Il massimo erudito del Medioevo, nell’ambito del saper dei veleni fu il medico e filosofo arabo Abu Ali Ibn Sina conosciuto in Europa col nome di Avicenna .Nel 1554 Mattioli pubblica a Venezia un Liber de Venesis in cui riunisce il sapere tossicologico dei veleni. La medicina omeopatica ha più volte usato il veleno dei viperidi- soprattutto quello di vipera ammodytes e di vipera aspis- in diluizione di 1/100 sino all’infinitesimale, contro epilessia, emorragie della menopausa, gangrene, ulcere, angina difterica, ittero, polmoniti ecc. Tra le svariate azioni farmacologiche dei veleni ofidici ricordo le seguenti:
1) Azione antidolorifica
2) Azione antivirale
3) Azione coagulante
4) Azione vascolare
Utilità del veleno
Il veleno è impiegato dalle vipere per uccidere la preda, per prepararla alla digestione e per ritrovarla dopo averla morsicata. Secondariamente il veleno può anche servire come mezzo di difesa. L’olfatto del rettile è aiutato dall’agitazione della lingua che muovendosi ritmicamente su e giù con le punte, avanti e indietro con la base esplora e tasta il terreno e l’aria, e poi raccoglie piccolissime particelle odorose che trasporta e fa analizzare agli organi di Jacobson duepeculiari organi sensoriali sferici, situati su ciascun lato della parte antero-inferiore del setto nasale. Una vipera privata dalla lingua è praticamente come morta.Rapporti con l’uomoI serpenti, e quelli velenosi in particolare, hanno da sempre largamente attirato l’attenzione dell’uomo, tanto che in molte religioni sono tuttora archetipi d’iniziazione, simboli fallici o di virilità, prudenza, prosperità, saggezza, salvezza, liberazione, redenzione, immortalità. Le dicerie, le superstizioni, i pregiudizi terribili e tenaci, la paura e l’ignoranza manifestata dai popoli a filosofia occidentale, ma soprattutto di origine Latina, sugli ofidi in genere e sulle vipere in particolare, sono specialmente un retaggio culturale del Cristianesimo primitivo e medievale che hanno rifiutato e aborrito una delle maggiori immagini ierofaniche o teofaniche del politeismo, e giustificano ampiamente i numerosi studi pubblicati in proposito. A questo riguardo ricorderòsolo alcuni tra i tanti aneddoti legati al nostro folklore popolare tutt’ora agli onori della cronaca che risalgono a quando la medicina era nelle mani degli empirici e la zoologia un’insieme di favole e di assurdità.
- La vipera emana un alito talmente velenoso che se un cane lo fiuta e lo aspira muore quasi all’istante.
- Le vipere sono mammiferi e non rettili perché non depongono uova ma figli vivi già completamente formati e attivi.
- Le femmine delle vipere muoiono quasi tutte durante il parto a causa dell’abitudine di squarciarsi il ventre sopra una pietra aguzza per mettere alla luce i figli.
- In certe vipere la punta della coda è più velenosa della bocca.
A Pardesca frazione di Bianco nei ruderi del paese vecchio gli anziani ostinano di aver visto vipere di straordinaria grossezza, con la cresta ed i piedi. Mia nonna mi raccontava spesso che i bambini al tempo che fu venivano portati in campagna nelle ceste sulla testa (i Cofani ) e arrivati a destinazione la cesta veniva poggiata per terra e immedesimati nel lavoro dei campi l’occhio vigile era diretto sul bambino affinché qualche vipera non si introducesse nella bocca del lattante per cibarsi del latte contenuto nello stomaco del neonato.
Altra fiaba popolare nel mio paese racconta di un massaro della zona, tale Ntoni (Antonio), proprietario di un grosso gregge di capre in località Ferraina nel comune di Samo (RC) abbia tagliato la testa ad una vipera e che la parte tagliata si sia conficcata in un corno rotto di una capra e che la bestia nel momento che si avvicinava ad una sua simile la stessa veniva morsa dalla testa della vipera conficcata nel corno e subito moriva. Le vipere come il lupo, si prestano egregiamente per generare panico, avversione e odio verso privati e istituti pubblici la cui difesa del territorio secondo politicanti, speculatori, bracconieri è scomoda perché non favorisce l’antropizzazione selvaggia delle zone naturali e quindi il bene delle popolazioni locali. Alla base di questa disinformazione pubblica sulle vipere c’è, a quanto pare, una più o meno profonda carenza culturale in generale e naturalistica in particolare. Non vedo ad ogni modo, come l’uomo d’oggi possa arrogarsi dell’arbitrio di condannare una sola specie animale all’estinzione quando è chiaro che essa, proprio perché esiste, ha un ruolo essenziale e insostituibile da giocare nella natura, e può oltretutto riservare infinite sorprese all’indagine scientifica pura e applicata. Casi di persone, soprattutto adulte, azzannate e guarite senza l’intervento del siero antivipera, sembrano abbastanza frequenti. Statistiche sul numero di persone morsicate da vipere e relative morti, in Italia, non sono scientificamente attendibili, soprattutto perché i nostriospedali mancano di personale specializzato in questo settore e pertanto i dati, che trasmettono all’istituto di statistica, vengono accettati con moltobeneficio d’inventario dagli studiosi e dalle organizzazioni scientifiche Internazionali. Nel nostro paese, infatti, si pratica talvolta il siero antivipera a persone morse da Colubri, punti da insetti ecc. e questi casi sono talvolta registrati come avvelenamento viperino. Secondo Minton e altri qualificati studiosi in materia, probabilmente non più di ¼ delle segnalazioni degli ospedali in genere sono effettivamente dovute a morsicature di serpenti. Sembra inoltre accertato che una parte dei decessi sensu latu siano da attribuire a shock anafilattico.
Ecologia, Etologia
L’ecologia e l’etologia dei viperidi sono oggetto di numerosissimi studi. Mi limiterò pertanto a segnalare i risultati principali in parte anche inediti.Vipera comune o vipera aspis (Comune in Aspromonte) nell’ambito delle vipere della regione mediterranea, la specie a maggiore valenza ecologica perché in grado di vivere praticamente in tutti gli ambienti da quello mediterranea arido a quello alpino. Dal livello del mare fino a 1900 metri. La vita latente, per le popolazioni che vivono in regioni a clima mediterraneo e temperato termina in genere tra la fine di febbraio e inizio marzo. I maschi escono dalle celle di svernamento 15 giorni prima delle femmine riproduttive, e il loro numero aumenta progressivamente in funzione della temperatura.
La temperatura dell’aria non è importante, mentre quella del substrato deve essere intorno ai 25-27 °C per permettere alle vipere di restare all’aperto. Appena si incontrano maschio e femmina la prima cosa è l’accoppiamento. I maschi ingaggiano spesso delle lotte per accaparrarsi la femmina. La femmina si può accoppiare con diversi maschi e anche in periodi diversi dell’anno. I maschi iniziano l’azione sessuale a fine marzo inizio aprile ed una seconda volta in autunno. I piccoli lunghi 12-22 cm circa, nascono tra la metà di agosto e la fine di settembre in base alle caratteristiche bioclimatiche degli habitat. I neonati perfettamente autosufficienti, con un apparato velenifero funzionale e in grado di inoculare 1mg circa di veleno mutano(cambiano pelle) nelle prime 24 di vita.Attenzione a dove si mettono le mani ed i piedi. Quando si è in montagna o in zone soleggiate, prima di allungare le mani per raccogliere frutti o funghi si deve scrutare la zona di interesse con un bastone per accertarsi che sia sicura.
- Non sedersi su cataste di pietre o legna dato che sono rifugi ambiti dalle vipere.
- Munirsi di scarponi alti fino alla caviglia , e incontrando una vipera non ci si deve mai avvicinare e il comportamento più adeguato è l’indifferenza verso il rettile. In montagna nel periodo estivo non lasciare che i bambini raccolgano qualsiasi frutto del sottobosco perché si potrebbe nascondere la vipera.