Menu
In Aspromonte
Cinema: Il docufilm “Terra mia” da San Luca ad Altamura

Cinema: Il docufilm “Terra mia…

di Cosimo Sframeli - ...

Recovery: UeCoop, per 80% imprese Calabria aiuti solo fra un anno

Recovery: UeCoop, per 80% impr…

C’è un clima di sfiduc...

Bovalino: La Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, dott.ssa Racco, scrive alle autorità competenti in merito alla situazione scuola, al fine di evitare un sacrificio ingiusto ai bambini calabresi

Bovalino: La Garante per l’Inf…

La Garante per l’infan...

Coldiretti, nubifragio nel crotonese: «dopo la grande paura il bilancio dei danni sarà pesante»

Coldiretti, nubifragio nel cro…

I violento nubifragio ...

Coldiretti, in vigore l’etichetta Made in Italy per i salumi. La trasparenza che tonifica l’economia calabrese ed è valore aggiunto per i suinicoltori

Coldiretti, in vigore l’etiche…

Adesso non conviene ba...

Bovalino, conclusi i lavori di ampliamento della Scuola dell’Infanzia di Borgo e di riqualificazione con messa in sicurezza del plesso scolastico

Bovalino, conclusi i lavori di…

L’Amministrazione Comu...

Federaccia e AA.VV. Calabria sulla VINCA al Calendario Venatorio 2020-2021

Federaccia e AA.VV. Calabria s…

Reggio Calabria 2 nove...

Coldiretti Calabria, i cinghiali sono troppi: la Regione intervenga con piani di abbattimento selettivi

Coldiretti Calabria, i cinghia…

Ci sono troppi cinghia...

Artigiani e produttori insieme al Parco dell’Aspromonte ad Artigiano in Fiera

Artigiani e produttori insieme…

Oltre un milione di vi...

Nel Parco dell’Aspromonte vive una delle querce più vecchie del mondo

Nel Parco dell’Aspromonte vive…

Una Quercia di oltre 5...

Prev Next

Africo. Il restauro della statua di San Leo

  •   Redazione
Africo. Il restauro della statua di San Leo

Promossi dalla Parrocchia del SS Salvatore in collaborazione con il Comune di Africo, si avviano a conclusione i lavori per il restauro del busto in argento (con anima in legno) raffigurante San Leo, monaco Basiliano e Santo africese venerato anche a Bova (recenti ricerche sulle origini del santo, da sempre oggetto di contesa tra i due paesi, sembrano far pendere definitivamente la bilancia dalla parte africese). I lavori di restauro vengono eseguiti dal dott. Pasquale Faenza, che tra l’altro ha condotto importanti studi e ricerche sul santo (autore già di una pubblicazione sull’argomento), coadiuvato dalla dott.ssa Rosanna Filice della “Sovrintendenza per i beni storico artistici ed etno antropologici della Calabria”.

Nell’ambito del restauro sono stati individuati dieci bolli consolari che riportano la data d’esecuzione dell’opera (1739) lo stemma della città di Messina le iniziali dell’artista e quelle del console (ancora in via di accertamento, una prossima pubblicazione chiarirà in maniera definitiva tutte le scoperte effettuate durante i lavori).

La statua aveva già subito un restauro (terminato a Messina nel 1979) allorquando (1978) “incauti” ladri la spogliarono dei sui tre chili circa d’argento. La “refurtiva” è stata ritrovata in una valigia su in un’auto abbandonata sul luogo di un altro tentativo di furto in una chiesa, i ladri non avevano fatto i conti con l’inflessibile volontà del santo, che, anche simbolicamente non ha mai voluto lasciare il suo popolo.

Secondo il racconto degli anziani, però, quello del ’78 non sarebbe stato l’unico tentativo di trafugare l’argento, o almeno parte, della statua, il racconto, ovviamente non molto ricco di particolari determinanti per provarne l’autenticità, trattandosi di storie tramandate oralmente, narra di un restauratore “manolesta” che sottrasse parte del prezioso metallo, ma, giunto ai Campi di Bova da Africo Vecchio venne colto da una fortissima febbre dalla quale guarì solo dopo aver restituito il maltolto al suo luogo d’origine.

Breve storia di San Leo tra leggenda e tradizione popolare

San Leo, di casa Rosaniti, come dice la tradizione, nacque ad Africo da genitori poveri, la madre era di Africo e il padre di Bova ecco perché i due paesi lo hanno sempre venerato come il loro Santo Protettore.http://www.inaspromonte.it/wp-includes/js/tinymce/skins/wordpress/images/more.png); background-attachment: scroll; background-color: transparent; background-position: 50% 50%; background-repeat: no-repeat repeat;">Non vi sono testimonianze scritte dell'anno di nascita ne della sua vita ma confrontando gli avvenimenti storici che vanno dal 1020 al 1100 e la tradizione popolare si può affermare che fin da ragazzo frequentò il convento Basiliano della Santissima Annunziata, sito in contrada Mingioia del comune di Africo nella prima meta dell'anno Mille. Mentre era scolaro di questo convento trascorreva le notti in preghiera immerso in un piccolo laghetto del torrente "Poro'', in contrada Carmine. La sua assenza viene notata dal superiore del convento che manda due scolari a spiare i suoi movimenti ma San Leo se ne accorge e decide di cambiare luogo di penitenza e di preghiera.

Si reca in montagna, presso la località "Cozzi" e mentre di giorno lavora tra i "Picari", di notte prega immerso in un laghetto lungo il torrente che in suo onore gli africesi chiameranno "Fiumara di San Leo". Tra questi compagni di lavoro, ispirato da Dio, compie il suo primo miracolo, trasforma l'odorosa resina, ricavata dai pini intagliati, in pane. Erano anni di grande carestia e di una peste mortale ma le preghiere e le penitenze del Santo salvarono il suo popolo. In quegli anni i saraceni assediarono Bova, alcuni soldati si spinsero a saccheggiare fino ad Africo, San Leo viene svegliato da un angelo mentre "dorme sotto la celebrara" e corre a salvare il suo popolo "e la guerra la vinciu cu la sua spada a li mani”, la spada nelle mani del Santo era il Vangelo. Si recò poi a Messina dal re e lo convinse a diminuire le tasse al popolo di Afiico. Dopo aver dedicato tutta la sua vita a Dio e al servizio del prossimo volle morire tra i suoi confratelli, decise così di ritornare al convento ma la strada era lunga e le forze lo stavano abbandonando, chiese aiuto ad un uomo che stava portando sulle spalle una bisaccia piena di "deda". L'uomo che conosceva la santità di San Leo lasciò la sua bisaccia e si caricò sulle spalle il Santo portandolo fino alle vicinanze del convento. Adagiatolo ai piedi di una grande quercia, su richiesta di San Leo, si reca al convento per avvisare il

Priore. Prima di andar via per terra vede la sua bisaccia, in quel momento capisce di aver portato sulle sue spalle un uomo di Dio.

Dal convento arrivarono in processione i suoi confratelli e dal villaggio contadini e pastori, accorsi numerosi ad onorare la dipartita di quel grande "Africoto" ritenuto ormai Santo da tutti. Sul punto di esalare l'ultimo respiro e presentarsi al Creatore, riceve dal Superiore l'assoluzione e muore. In quel luogo a lui i cittadini di Africo riconoscenti edificarono una Chiesa a suo perenne ricordo e ancora oggi ogni anno il giorno cinque del mese di maggio si recano in pellegrinaggio.

Pietro Criaco 


  • fb iconLog in with Facebook