Alle origini di Staiti: l'antico insediamento di San Biagio
- Redazione
di Fortunato Stelitano - Le origini di Staiti sono ormai abbastanza chiare. Tra il 1572 e il 1590, sotto la signoria della contessa Eleonora Stayti Spadafora, vari piccoli villaggi di epoca medievale, soggetti all'Abbazia di Santa Maria de' Tridetti e ricadenti in fatto di civile giurisdizione all'interno delle Terre di Brancaleone e Bruzzano, decisero di riunirsi in un unico agglomerato che li potesse rappresentare tutti e che potesse dare voce alle istanze di una popolazione sempre più numerosa.
Tali insediamenti si trovavano quasi tutti all'interno del vasto corpo ecclesiastico della nota Badia e i loro villici mantenevano con essa rapporti feudali ben consolidati.
Conosciamo con certezza quasi assoluta la posizione degli antichi abitati di Stùppia, Tridètti, Pollischìo, Fracàsso, San Cesàrio, Magazzèni, San Nicola o Casal Vecchio, San Nicola il Vecchio, Cerasàra, San Costantino, Cànalo, Pezza delle Pietre e Arsènti, ma nessuna memoria topografica e alcuna informazione vennero invece conservate sull'ubicazione del villaggio di San Biagio.
Senonché, sfogliando la Platea della Badia di Santa Maria de' Tridetti abbiamo individuato alcuni piccoli contratti dove finalmente riemergevano dal passato informazioni più dettagliate in merito a una delle contrade più importanti del territorio, incastonata all'interno di un paesaggio unico per flora, fauna e risorse idriche. Dal documento settecentesco emergono con chiarezza i toponimi "San Biaggio seu Brancati, San Biaggio a Pagliarello, San Biagio ... confinante con la grotta di Campologo" e ancora la contrada Calojero seguita dalla specifica "limito la via pubblica che si sale a San Biasi"o"via pubblica che si va a S.Biasi". Per di più, il verbale descrittivo dei confini del beneficio semplice di Santa Maria de' Tridetti del 1741 registra l'esistenza dei ruderi di quella che fu la chiesa del villagio di San Biagio.
Dalle specifiche anzidette possiamo quindi collocare l'antico insediamento proprio tra le contrade Brancati, Pagliarello e Calojero nella loro parte alta confinante con la grotta di Campolico.
Inoltre, lo stesso insediamento aveva dato il nome al ruscello che da quella zona si originava, andando a confluire nella fiumara sottostante lungo il versante occidentale della collina ai cui piedi si ergono le rovine della Chiesa abbaziale di Santa Maria de' Tridetti.
Il sito era ottimo e geologicamente stabile; boschi per legna, castagne e ghiande, piccole radure e zone pianeggianti come quelle di Campolico, Pugliegli, Pagliarello e Brancati per l'agricoltura, arbusti e pascoli erbosi per l'allevamento del bestiame e sorgenti ricche di acqua come quella famosa di Brancati dalla quale si originano le condutture che fino all'alluvione del 2015 trasportavano l'acqua della fontana di Tridetti posta lungo la strada provinciale.
Il fatto che a metà Settecento la chiesa di San Biagio fosse ormai ridotta a un rudere conferma la datazione dell'abbandono della stessa e dell'omonimo villaggio già duecento anni prima, facendo risalire l'evento al periodo in cui le varie piccole colonie ritennero opportuno unificarsi dando origine a un nuovo centro, ovvero Staiti. Ma, quei villici, lungi dal dimenticare uno dei loro luoghi d'origine e la terra di una parte dei loro antenati, portarono con loro a Staiti un pezzo di quella storia e di quella devozione al Santo vescovo taumaturgo armeno di Sebaste, dedicandogli una delle numerose cappele della loro nuova Chiesa arcipretale di Santa Maria della Vittoria.
A più di quattro secoli dall'abbandono del villaggio, sarebbe opportuno provvedere all'individuazione di ciò che rimane delle fondamenta dell'insediamento medievale, disboscando la zona interessata e avviando una campagna di scavi al fine di recuperare ulteriori informazioni sulla storia del nostro territorio.
*Foto di Enzo Galluccio