Ardore. In una tesi la soluzione per ricostruire il santuario di Bombile
- Redazione
Locri – In una tesi di laurea arriva la soluzione per ricostruire il santuario di Bombile di Ardore. La proposta è stata presentata nella seduta di laurea di giovedì pomeriggio presso la facoltà di Architettura dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria da parte degli studenti Angela Commisso e Alberto Talarico che per il valore dello studio hanno ottenuto il massimo dei voti “cum laude”.
Praticamente dopo 12 anni da quell’immane crollo che ha cancellato un luogo di fede e punto di riferimento religioso per l’intera diocesi di Locri e per la provincia di Reggio Calabria, il santuario della Madonna della Grotta torna a far parlare di sé proprio attraverso questo originale progetto che ha visto quale relatore il prof. Alessandro Villari e correlatore il prof. Adolfo Santini per la parte strutturale.
Consulenti dei due neo-architetti sono stati il sacerdote don Nicola Commisso – rettore del santuario di Bombile e direttore dell’ufficio Liturgico della diocesi di Locri-Gerace -, lo storico dell’arte Gianfrancesco Solferino, il geologo Claudio Valle e i fotografi Pasquale Arbitrio e Rosario Ceravolo. Una ricostruzione virtuale attraverso i rendering e le tavole di progetto poste a base del lavoro approvato all’unanimità da parte dei docenti della commissione. “Un progetto che ha rappresentato l’inizio di un viaggio – hanno scritto i due studenti nella relazione introduttiva – che approda nelle immagini di un futuro grandioso e virtuoso del Santuario che insieme a pochi altri per storia e rilevanza antropologica ha inciso e potrebbe continuare a incidere – come segno fisico e culturale/cultuale – nel territorio calabrese e nel sentimento di migliaia di pellegrini”.
Il progetto di ricostruzione del santuario, così come di recupero paesaggistico dell’area, anche di quella in sommità dell’antica e famosa scalinata che dava accesso al santuario, ovvero presso l’Arco delle Campane, è, quindi, il primo passo verso la riapertura dei tavoli necessari per intraprendere un realistico percorso di raccolta di fondi e richiesta di finanziamento per riportare i fedeli pellegrini in quel luogo di culto plurisecolare. “Una lunga rampa incastonata nel cavità lasciata vuota dal crollo – hanno precisato i due giovani laureati – discende lenta e calma verso la grotta, con scenari suggestivi, onirici.
Si camminerà dentro una grande grotta semi artificiale, formata dalla parete naturale opportunamente consolidata e la parete artificiale , intervallata da setti, nonché pareti trafitte dal nuovo percorso, creando arcate e spazi, simboleggiando il lento e progressivo passaggio attraverso il buio che giunge infine ad uno spazio ricco di luce: la nuova chiesa che rivede lì, dov’era, la venerata statua del Gagini”. E l’ultimo intervento sul sito della Vergine della Grotta risale proprio al 2007 anno in cui è stata recuperata la statua marmorea. “La discussione di questa tesi – ci dice don Nicola Commisso – è il primo passo concreto, dopo circa un decennio di silenzio, per riaprire una fase progettuale in riferimento al sito del santuario della Madonna della Grotta, sotto le cui macerie giace ancora l’antico altare settecentesco dei marmisti messinesi Tommaso Amato e Luigi Alessio e che è stato anche oggetto di atti vandalici ed è ormai privo di uno dei capitelli marmoreo trafugato”.
Per presentare al pubblico l’idea progettuale e per aprire la discussione su quel luogo di preghiera è previsto, quanto prima, un convegno che dovrebbe tenersi proprio ad Ardore e che vedrà la partecipazione di tecnici, politici, amministratori e del vescovo monsignor Francesco Oliva.
Giorgio Metastasio