Beato Camillo Costanzo. Un martire dimenticato da Bovalino
- Alessandro Seminara
di Alessandro Seminara - Camillo Costanzo è stato uno dei personaggi più influenti nell’ambito storico bovalinese. Egli nacque nel 1572 a Bovalino. Abbandonò la cittadina calabrese all’età di vent’anni per recarsi all’università di Napoli, al fine di conseguire i suoi studi di Diritto e Lettere; nel 1592 entrò nella Compagnia di Gesù (il cosiddetto ordine dei Gesuiti, fondato da Sant’Ignazio di Loyola) che proprio a Napoli ha sempre avuto, fin dai primi tempi, e tutt’ora ha un fiorente Centro.
Successivamente Padre Costanzo partì per le missioni in Oriente assieme ad alcuni confratelli, fino a giungere nel paese del Sol Levante; in realtà il frate aveva intenzione di andare in Cina, ma poiché trovò i portoghesi ad ostacolarlo nel suo cammino,si recò in Giappone, e nell’agosto del 1605 sbarcò a Nagasaki, città tristemente famosa per la sua distruzione durante la seconda guerra mondiale, a causa della bomba atomica sganciata su di essa.
Dopo aver imparato la lingua ed essersi adattato ai costumi di quella terra, iniziò a testimoniare la parola di Dio in alcuni regni giapponesi ottenendo ottimi risultati, che però andarono sempre più attenuandosi a causa della persecuzione dei cristiani.
Fece ritorno in Cina, costretto a lasciare il Giappone, e vi restò per diversi anni; la sosta di Camillo a Macao fu un’occasione per leggere i testi di Buddah e, grazie alle sue doti filologiche, scrisse opere che confutavano la dottrina buddista.
All’età di 49 anni, s’imbarcò per il Giappone travestito da soldato, ma poiché era in atto ancora una violenta persecuzione e il suo travestimento non servì, il capitano per salvare la nave e i passeggeri voleva consegnarlo al governatore. Il comandante, anch’egli cristiano, non tardò a scoprire la sua vera identità, ma invece di consegnarlo alle autorità giapponesi, sotto le insistenze di Camillo, lo fece sbarcare su una località deserta, nei pressi delle coste nipponiche.
Sebbene inizialmente, grazie all’aiuto dei cristiani che abitavano là, riuscì a sfuggire all’arresto, appena giunse nell’isola di Ukudovette arrendersi e accettare la propria condanna. Così, il 15 settembre 1622, dopo una lenta agonia, morì sul rogo a Hirado, nota isola del Giappone.
Egli, pur tra le fiamme, non cessò un istante di predicare ad alta voce alla moltitudine di cristiani e pagani che assistevano al supplizio; incoraggiando i convertiti e invitando i pagani a convertirsi. Verrà beatificato da Pio IX nel 1867 assieme ad altri 204 martiri.
A Hirado il 25 marzo 1990 è stato inaugurato il monumento al beato Camillo Costanzo, meta di pellegrinaggio da parte di milioni di giapponesi e non.Per il suo coraggio e la sua abnegazione nel portare avanti il messaggio evangelico, oggi il beato Camillo Costanzo è considerato un modello da seguire da molti cristiani. Purtroppo egli non è ricordato come si deve nel suo paese d’origine, proprio noi bovalinesi che dovremmo essere i primi a mantenere viva la memoria di questo personaggio esemplare, che ha portato sempre con sé il ricordo della sua città natia con orgoglio e senza mai dimenticarla neanche per un istante.
Bisogna rendere omaggio alle persone come il beato Camillo Costanzo, che hanno sacrificato la loro vita per proteggere i propri ideali e che hanno dimostrato come non bisogna avere paura di far sentire la propria voce, anche davanti a coloro che ci vogliono fare del male.