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Brancaleone superiore. Il pavimento trafugato

  •   Carmine Verduci
Brancaleone superiore. Il pavimento trafugato

Cosa resta della pavimentazione della chiesa matrice di Brancaleone superiore? Solo quell’ultimo pezzo di cotto che vedete in foto, su una superficie di circa 80 mtq (il pavimento fu portato alla luce nel restauro del 1995, dopo anni di buio e oblio).

Si, perchè il vandalismo negli anni successivi al ritrovamento ha permesso ancora una volta di cancellare quel che restava del nostro passato. La chiesa matrice dedicata alla Vergine annunziata, oggi, vive in uno stato che presagisce l’abbandono totale.

Ma più che l’abbandono materialmente evidente, pesa l’abbandono immateriale, quello legato al disinteresse della gente, specialmente degli abitanti locali e del comprensorio. A ciò si unisce la disinformazione storico-archeologica, una conoscenza che avrebbe chiarito a tanti il valore di questa struttura antica.

La chiesa fu edificata probabilmente intorno al 1200-1300 ed ha avuto la funzione di edificio sacro fino al 1930 circa. Probabilmente nacque sulle fondamenta di un preesistente edificio, scavato nella roccia arenitica, cancellato dai secoli e dai cataclismi. Nella parte ovest, alla base della struttura, infatti, è facile notare alcuni incavi, che fanno supporre l’esistenza di qualche grotta antica, o romitorio. Dei piccoli fori, probabilmente usati come incavi per la messa in posa di travi o sostegni, avvalorano la teoria che, se confermata, potrebbe retrodatare la presenza dei monaci bizantini al periodo delle presenze armene in questo luogo. Lo studioso e ricercatore Sebastiano Stranges ne è convinto.

Dai racconti degli anziani giungono testimonianze importanti circa le caratteristiche architettoniche dell’edificio. Ancora oggi è possibile notare alcune sepolture, che contraddistinsero il periodo antecedente al Concilio Vaticano II, quando fu vietato di seppellire i morti all’interno degli edifici sacri. Nei primi del Novecento la chiesa subì gravi danni e, pur scampata ad alluvioni e terremoti nel corso dei decenni, lo stato della sua struttura cominciò a divenire precario. Per questo si ebbe la necessità di costruire una seconda chiesa e, nel 1939, il nuovo edificio si erse maestoso ai piedi dell’antico abitato (nella parte bassa del paese). Fu anch’esso dedicato alla Vergine Annunziata.

Nel frattempo l’incuria e l’abbandono segnarono in modo irreparabile la vecchia struttura ecclesiastica che, priva ormai della copertura e a causa delle infiltrazioni all’interno delle sepolture ormai a vista, cedette rovinosamente nel muro portante a sud. Nel crollo morirono due persone, mentre una bambina fu trovata viva, salvata dai genitori. Era una notte di ottobre del 1944, e c’erano stati intensi giorni di pioggia. Iniziò così la lenta agonia dell’edificio, che venne via via ridotto in rudere.

Oggi, nella parte alta del borgo, una spianata consente di osservare il panorama aspromontano, la vista spazia da levante a ponente, perché l’antica Brancaleone è caratterizzata da una posizione così elevata che consente di volgere lo sguardo fino a punta Stilo, nelle giornate di Tramontana. Un primo restauro (quello del 1995) arrestò l’ulteriore processo di “polverizzazione” delle mura, e preservò in parte la struttura dal degrado atmosferico: per gli atti di vandalismo, invece, non ci fu nulla da fare.

PAVIMENTO-CHIESA-ANNUNZIATA

L’antico lastricato in cotto di forma esagonale, con il passare degli anni, fu trafugato dagli sciacalli, ed oggi abbellisce chissà quale giardino, chissà quale villa. Si ha, così, la percezione di quanto i beni preziosi siano vulnerabili, in particolar modo se lasciati a contatto con l’indecenza umana, con la stupidità e l’ignoranza degli “assassini della memoria” che hanno privato, e priveranno, le generazioni future di ammirare le antiche vestigia degli avi.

L’aspetto propositivo di questa riflessione ci porta sicuramente agli aspetti sociologici dei nostri tempi, ma questo è un campo abbastanza complesso ed andrebbe approfondito da chi di competenza. Ma una domanda si fa chiara ogni qual volta ci si trova davanti ad un segno di deturpazione rurale. La scuola istruisce solo sotto gli aspetti storici “standardizzati e generici”? O potrebbe dimostrare un minimo interesse verso il territorio d’appartenenza, proprio dove i suoi ragazzi si trovano a vivere? Potrebbe essere questo un modo per avere molta più informazione e cura dei luoghi storici e non assistere più a episodi di degrado e disinteresse.

É una speranza che riponiamo nelle autorità competenti, le stesse che hanno effettuato tante riforme scolastiche, in questi ultimi decenni. Tante, apportando però solo modifiche gestionali. Mai culturali.

I LUOGHI DEL CUORE

«Il borgo antico di Brancaleone chiede aiuto, ed è con quelle mura, che giorno per giorno si sbriciolano sotto l’indifferenza, che se ne andranno via le memorie di un paese che fu “il luogo dell’anima”. Perciò a tutti voi chiediamo un aiuto semplice e gratuito. Entrate nel sito iluoghidelcuore.it e votate Brancaleone superiore (accesso con Facebook). Un modo per sostenere il nostro borgo. Grazie a quanti lo faranno!»

Carmine Verduci

Le origini del paese, secondo parecchie fonti storiche, risalgono intorno all’anno 1000, anche se si presume che prima di tale epoca già esistesse, nella zona oggi denominata “Sperlongara”, la città di Sperlonga.

Di certo si sa che il centro per lungo tempo è stato rappresentato da Brancaleone superiore, dove esistevano ben 9 chiese, un convento, la pretura, il carcere, un castello e una torre, oltre al municipio e alle scuole.

Poi, in seguito al terremoto del 1783, alcune famiglie si trasferirono nell’attuale centro di Brancaleone marina, che sin da allora divenne anche sede comunale.

Un nuovo esodo verso la valle si è avuto dopo il terremoto del 1908, con il trasferimento di alcuni nuclei familiari nelle “Baracche”, così chiamata per antonomasia l’odierna Razzà; infine, il vecchio borgo è stato abbandonato completamente con l’alluvione del 1953, quando la gente si è trasferita tutta a valle per occupare le nuove casette popolari di “Paese nuovo”. Oggi il vecchio borgo assume l’aspetto desolante di un paese fantasma, anche se affascina numerosi turisti.


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