Domenica delle Palme. Le persefoni di fiori
- Francesco Violi
Nella Calabria Greca la figura della donna ha avuto ed ha, tuttora, un ruolo fondamentale, sia dal punto di vista sociale che antropologico. In ogni periodo dell’anno riti e simboli si rifanno al mito femminile, ma è in primavera che arte e cucina, musica e religione, costumi e tradizioni, in una dinamica che coinvolge un po’ tutti, raggiungono il massimo della loro espressione. L’attenzione di chi vuole rivivere l’antico, l’essenza di un’identità che spinge il grecofono oltre il confine della storia, fino alla notte dei tempi, si concentra in primavera, come una continua ricerca della proprie origini, della proprie radici, in un passaggio che coinvolge sia il periodo quaresimale sia il periodo pasquale, un connubio tra sacro e profano. Da circa un decennio, le tradizioni popolari della Calabria greca in questo particolare periodo dell’anno si sono arricchite di un nuovo rito, frutto di un percorso di recupero delle tradizioni che ha suscitato l’interesse persino della comunità scientifica.
A BOVA, la Chora, capitale della Calabria greca, la volontà dei suoi cittadini di tutelare la propria cultura ha reso possibile il ritorno alla commemorazione della domenica delle Palme con la tradizionale “processione delle Pupazze”. Statue che rappresentano la donna e che vengono realizzate mediante l’intreccio di ramoscelli di ulivo chiamati Steddhe, ben saldati ad un telaio fatto di canne e decorati con fiori, collane, acconciature ed orli. Si realizzano pupazze di diverse dimensioni e si attribuisce loro il carattere di mamma oppure di figlia. Il rito inizia la settimana precedente la domenica delle Palme, quando le famiglie si riuniscono per iniziare l’opera di realizzazione di questi suggestivi manichini di foglie, fiori e frutti. Si lavora soprattutto la sera: ogni componente della famiglia contribuisce secondo la propria capacità mentre vengono ricordati aneddoti, storie, ricordi di un passato che, grazie a queste Maddamme, continua a vivere. Viene così garantito il rimando della tradizione che da padre in figlio passa attraverso la costruzione delle Pupazze. Solo al mattino della domenica delle Palme, queste particolari figure femminili vengono abbellite con fiori, frutta e primizie al fine di garantire loro la freschezza degli elementi decorativi. Adesso tutto è pronto per la solenne processione. L’appuntamento è nella Chiesa di San Leo, da dove inizia la processione per le vie di Bova fino a raggiungere la Cattedrale dell’ Isodia. Qui, dopo la solenne Celebrazione Eucaristica, davanti al sagrato, avviene la benedizione delle pupazze e subito dopo si riprende il cammino verso la piazza principale del paese, dove avviene il momento culminante del rituale: le sculture vegetali vengono smembrate e ogni steddha, viene distribuita ai presenti, affinché diventi testimone di benedizione all’interno di ogni casa, oppure venga collocata nei campi per rendere fertile i terreni da coltivare.
LE PUPAZZE non rappresentano solamente una simbologia ma acquisiscono valore storico e sociale che cattura l’attenzione e lo studio di esperti ed appassionati. Tutto il borgo di Bova viene riqualificato grazie al recupero di questa antica tradizione. Ed ogni anno il mito rivive attraverso Storia.