Il leggendario gladiatore Spartacus e la battaglia sullo Zomaro
- Mimmo Musolino
In questa domenica uggiosa con la pioggia lenta “zafalia” e monotona che ritma il mio tempo e la mia noia assurda ed indescrivibile, il mio pensiero corre alle mie domeniche da ragazzo. Per noi ragazzi dei paesi della Locride, trascorrere una domenica e andare a raccogliere funghi e castagne ai piani dello Zomaro era un dei sogni e delle attese più affascinanti e il giorno di Pasquetta era la nostra meta preferita.
Io sono appassionato di cinema, ed in particolare prediligo i film di storia antica ed avrò visto, almeno una dozzina di volte, il film di Stanley Kubrick, “Spartacus” (giudicato tra i migliori cento film di tutti i tempi dalla American Film Istitute), interpretato dal formidabile ed impareggiabile attore, Kirck Douglas. Quando ammiravo estasiato le scene di quel film e i luoghi della celebre e decisiva battaglia tra l’esercito di Spartacus contro le legioni romane condotte dal console Marco Licinio Crasso, il mio pensiero andava nei luoghi più lontani dell’estremo oriente sotto il dominio dell’Impero Romano avvenuta tra il 72 -71 a.c. .
Solo da non molto tempo ho scoperto, con enorme sorpresa, che quei luoghi che io pensavo lontani ed inaccessibili, in realtà, si trovavano invece a pochi passi da Careri, il mio paese natale e della mia prima giovinezza, ed erano i luoghi nei quali passavo le più belle ed intense giornate di svago e divertimento all’aria fresca nelle spianate della lussureggiante montagna dell’Aspromonte che sovrasta Locri, Gerace, Ciminà, Antonimina e Canolo.
E così in un bel giorno della tarda primavera, le giornate che più amo per le mie escursioni alla scopetta della storia e delle tradizioni della terra nella quale ho radicato le mie prime esperienze, mi sono recato a rivedere e riscoprire quei luoghi che io credevo, invece, essere lontani ai confini del mondo. Il sole, tiepido, era già alto nel cielo azzurro, e da un cucuzzolo ammiravo estasiato la vallata con alla vista Gerace, Locri, Antonimina, Ciminà, Canolo con le sue “dolomiti del sud” e la cosiddetta “via dei Romani”, battezzata in questo modo proprio per ricordare la epica e cruenta battaglia, con migliaia di morti, del potente e temuto, dalle legioni dell’impero romano, schiavo e gladiatore Spartacus, di tribù trace, il quale aveva avuto la forza ed il coraggio di affrontare e ribellarsi alle armate dell’invincibile Impero romano. E l’impressione è stata grande ed incredibile nell’ammirare gli antichi pozzi e i resti delle fortificazioni costruite per sbarrare la strada verso Roma all’esercito di Spartacus.