Il Museo della Chora Greca
- Francesco Violi
Mentre si è in trepidante attesa per la riapertura del Museo nazionale di Reggio Calabria, non tutti sanno che a Bova (la Chora) esiste un museo la cui valenza culturale e storica non è seconda a nessuno.
Difatti il Museo civico di Paleontologia e Scienze naturali dell’Aspromonte ha un’importanza storica e culturale meritevole di attenzione. Spiega le ragioni e le origini del Museo, il vicesindaco di Bova Gianfranco Marino: «Il Museo di Paleontologia e Scienze naturali dell’Aspromonte è una realtà, su scala regionale, unica nel suo genere. È nato quasi trent’anni addietro ma solamente due anni fa la struttura è divenuta ufficiale. Attualmente è un fiore all’occhiello per il borgo. LA FRUIBILITA’ e le visite sono garantite dal personale del Comune e, da circa un anno, è partita l’attività riservata ai tanti turisti, studiosi, storici ed appassionati che durante l’arco dell’anno raggiungono Bova. Ma l’offerta museale è rivolta soprattutto alle scolaresche per le quali l’Assessorato alla Cultura ed al Turismo ha progettato il percorso formativo “Paleontologo per un giorno”, mirato a favorire lo studio mediante un’attività didattica appropriata sul mondo della Paleontologia ed in un contesto nel quale le Scienze naturali dell’Aspromonte rappresentano la giusta cornice di apprendimento. Visti i risultati raggiunti durante questo biennio e l’alto gradimento riscontrato abbiamo deciso come Amministrazione comunale di potenziare l’offerta per la stagione culturale 2013/14, in un momento nel quale, Bova rappresenta l’oasi felice sia nel comparto culturale che turistico». Chi volesse meglio comprendere le origini dell’Area grecanica non può non farsi coinvolgere dall’atmosfera che si respira all’interno delle sale espositive. IL MUSEO, ubicato nei locali della vecchia pretura, si estende su una superficie di circa 300mq ed è articolato in cinque ampie sale, corredate da vetrine e da un ricco apparato iconografico, che rappresentano la linea del tempo che va dall’Era Primaria al Fanerozoico. Il viaggio nella Storia inizia nella prima sala, dove vengono illustrati i Primordi, ovvero i primi palpiti di vita nel nostro pianeta. Siamo nell’Era Paleozoica, defnita nella storia come il periodo che va da 542 milioni a 251 milioni di anni fa. Gli esseri viventi rappresentati in questa sala sono i Trilobiti, organismi che vivevano in mari poco profondi e le cui dimensioni variavano da 10 cm a qualche millimetro. La caratteristica principale di questi animali, a cui devono il nome, è la suddivisione in tre parti dell’esoscheletro, sia lungo l’asse cefalocaudale, sia lungo quello perilaterale: la testa, il torace e la coda. Completano la collezione i Graptoliti, veri e propri fossili-guida. L’ERA SECONDARIA, definita anche Mesozoica trova spazio nella seconda sala. Gli Ammoniti, esseri viventi il cui nome deriva dalla tipica forma a spirale della loro conchiglia che somiglia al corno del montone sacro a Giove Ammone, si alternano ai Belemniti, animaletti simili alle seppie ma con il guscio interno. Siamo nella storia che va da 251 milioni a circa 65 milioni di anni fa. Quando si entra nella terza sala si comprende meglio la magia dello spettacolo della natura: l’Era Terziaria, ovvero il periodo Cenozoico che va dai 65 milioni fino ai due milioni di anni fa. La zolla africana viene a contatto con la zolla europea e da questa collisione nasce la prima catena alpina, della quale la Calabria rappresenta la punta avanzata. I Nummuliti, organismi microscopici dotati di guscio calcareo ed i Clypeastri, ricci di mare, sono gli esseri viventi che regnano in questo periodo. Continuando il viaggio nel tempo si accede alla quarta sala dove è rappresentata l’Era Quaternaria o Neozoica (1,8 milioni di anni fa fino ad oggi) dove compare l’uomo. Fossili climatici esprimono la vita del periodo: si va da ospiti caldi “senegalesi” a ospiti freddi “nordici”. Infine, si entra nel salone centrale, luogo e rappresentazione del Fanerozoico. PARTICOLARE attenzione va rivolta ad un frammento di osso mascellare destro, completo di denti, di un cervide nano risalente al Pleistocene superiore (circa 100.000 anni fa). Le vetrine espositive contengono piccole forme animali e vegetali del periodo: i Litotamni, alghe calcaree, impronte di fiori, Briozoi, Coralli, Vermi Tubicoli, Crostacei, Brachiopodi. Grandi pannelli illustrativi dell’Aspromonte e della Calabria, una biblioteca, un laboratorio adatto per il restauro completo di attrezzature per la microscopia ottica e una postazione multimediale ampliano l’offerta espositiva del Museo. Il futuro dell’Area grecanica passa necessariamente dalla conoscenza del territorio, della sua natura, delle sue risorse. A partire dalla storia.