Menu
In Aspromonte
Cinema: Il docufilm “Terra mia” da San Luca ad Altamura

Cinema: Il docufilm “Terra mia…

di Cosimo Sframeli - ...

Recovery: UeCoop, per 80% imprese Calabria aiuti solo fra un anno

Recovery: UeCoop, per 80% impr…

C’è un clima di sfiduc...

Bovalino: La Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, dott.ssa Racco, scrive alle autorità competenti in merito alla situazione scuola, al fine di evitare un sacrificio ingiusto ai bambini calabresi

Bovalino: La Garante per l’Inf…

La Garante per l’infan...

Coldiretti, nubifragio nel crotonese: «dopo la grande paura il bilancio dei danni sarà pesante»

Coldiretti, nubifragio nel cro…

I violento nubifragio ...

Coldiretti, in vigore l’etichetta Made in Italy per i salumi. La trasparenza che tonifica l’economia calabrese ed è valore aggiunto per i suinicoltori

Coldiretti, in vigore l’etiche…

Adesso non conviene ba...

Bovalino, conclusi i lavori di ampliamento della Scuola dell’Infanzia di Borgo e di riqualificazione con messa in sicurezza del plesso scolastico

Bovalino, conclusi i lavori di…

L’Amministrazione Comu...

Federaccia e AA.VV. Calabria sulla VINCA al Calendario Venatorio 2020-2021

Federaccia e AA.VV. Calabria s…

Reggio Calabria 2 nove...

Coldiretti Calabria, i cinghiali sono troppi: la Regione intervenga con piani di abbattimento selettivi

Coldiretti Calabria, i cinghia…

Ci sono troppi cinghia...

Artigiani e produttori insieme al Parco dell’Aspromonte ad Artigiano in Fiera

Artigiani e produttori insieme…

Oltre un milione di vi...

Nel Parco dell’Aspromonte vive una delle querce più vecchie del mondo

Nel Parco dell’Aspromonte vive…

Una Quercia di oltre 5...

Prev Next

Il vescovo, l’imperatore e la Calabria per dote

  •   Pino Gangemi
Il vescovo, l’imperatore e la Calabria per dote

Il longobardo Liutprando, vescovo di Cremona, pranza al tavolo dell’imperatore di Costantinopoli, Niceforo Foca. Non è vicinissimo. Tra lui e l’imperatore ci sono seduti 12 insignificanti dignitari di corte e questo lo ha messo di umore nero. Non era quello che si aspettava.

Niceforo non ha concesso a Liutprando l’udienza che questi ha formalmente chiesto nel nome di Ottone I, imperatore d’Occidente. Gli ha offerto solo di scambiare qualche parola durante un pranzo. L’invito a pranzo è stato rivolto solo al vescovo. Nessuno dei funzionari che costituiscono la delegazione di  Ottone I è stato invitato. Arrivato a tavola, il vescovo interpreta come un brutto segno il fatto che ci siano decine di invitati e il posto assegnatogli sia lontano  dall’imperatore. Eppure è venuto per negoziare il matrimonio tra il figlio dell’imperatore del Sacro Romano Impero Ottone I, il quattordicenne futuro Ottone II, e la principessa Teofano Sklerina.

Gli pesa l’assenza di almeno uno dei suoi funzionari, che avrebbe potuto fargli da interprete. Malgrado la sua precedente lunga permanenza in Costantinopoli, assieme al padre ambasciatore del re Ugo di Longobardia, il suo greco è pessimo. E adesso mangia nervoso e infastidito, senza poter scambiare parole  con alcuno dei vicini.

All’improvviso, l’imperatore alza la mano e si fa silenzio. Si volta  verso Liuprando e gli rivolge la parola in latino. Come un sol uomo, tutti i dodici dignitari di corte, tirano indietro la testa e smettono di mangiare per non essere d’ostacolo allo scambio di parole.

«Caro Vescovo e Ambasciatore, gradite i cibi della nostra tavola?»

«Li gradisco molto e Vi ringrazio dell’invito, Augusto Imperatore. Vi ringrazio anche a nome dell’Imperatore Ottone che rappresento».

«Mi si dice che avete vissuto a Costantinopoli per qualche anno, dall’anno 6457, che corrisponde al vostro 849».

«Si, Augusto Imperatore, ho vissuto qualche anno a Costantinopoli. Ma devo ammettere che non sono mai riuscito ad apprezzare questa salsa di pesce, troppo ricca di d’olio, che mettete praticamente in tutti i vostri cibi».

«Questa salsa è il tradizionale garum dei nostri antenati».

Dopo una breve pausa, abbandonando il tono leggero, Niceforo chiarisce con durezza:

«Non amate la salsa perché non siete Romano».

«A cosa esattamente Vi riferite?»

«Il vostro imperatore non è Romano e non può chiedere, in nome della divisione dell’impero in impero d’Occidente e d’Oriente, le nostre terre di Calabria e di Puglia. Nemmeno come dote per un matrimonio imperiale».

E qui Liutprando avrebbe (il condizionale è d’obbligo) perso la pazienza. Ovviamente, secondo la versione che Liutprando riporta nella sua Relatio de legatione Costantinopolitana. Nella Relatio, sostiene che, a Niceforo Foca, avrebbe risposto:

«Noi siamo Cristiani e i Romani di cui Voi mostrate nostalgia erano quei pagani felici di considerarsi discendenti di un fratricida, nato da un adulterio. La Vostra Roma pagana crebbe accogliendo servi in fuga, omicidi e altre persone degne di morte per i loro reati. L’originaria Roma pagana era costituita dalla feccia umana. Noi, che Voi chiamate Barbari, quando vogliamo insultare qualcuno, lo chiamiamo “Romano!”».

Se Liutprando avesse veramente detto tutto questo alla tavola dell’Imperatore Niceforo Foca, probabilmente sarebbe stato buttato in un’oscura prigione o gli sarebbe stata tagliata la lingua. La versione che fornisce è di comodo. Suggerisce infatti di aver osato quello che era inosabile.

Dato l’insuccesso dell’ambasceria, l’anno successivo, Ottone I scende in Meridione per cercare di prendersi con la forza quello che Niceforo non ha voluto concedergli con l’alleanza matrimoniale. Ma non ci riesce per la dura resistenza del Duca di Benevento.

Niceforo Foca viene ucciso, nel 969, in una congiura di palazzo, e si ricomincia a parlare di matrimonio tra Ottone II e Teofano Sklerina. Ovviamente, l’ambasceria non viene affidata a Liutprando. Il matrimonio viene celebrato nel 972. Quel matrimonio introduce nella corte tedesca la cultura bizantina e viene considerato come l’inizio dell’umanesimo europeo, inteso come processo di recupero della cultura greca e romana. 


  • fb iconLog in with Facebook