Menu
In Aspromonte
Cinema: Il docufilm “Terra mia” da San Luca ad Altamura

Cinema: Il docufilm “Terra mia…

di Cosimo Sframeli - ...

Recovery: UeCoop, per 80% imprese Calabria aiuti solo fra un anno

Recovery: UeCoop, per 80% impr…

C’è un clima di sfiduc...

Bovalino: La Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, dott.ssa Racco, scrive alle autorità competenti in merito alla situazione scuola, al fine di evitare un sacrificio ingiusto ai bambini calabresi

Bovalino: La Garante per l’Inf…

La Garante per l’infan...

Coldiretti, nubifragio nel crotonese: «dopo la grande paura il bilancio dei danni sarà pesante»

Coldiretti, nubifragio nel cro…

I violento nubifragio ...

Coldiretti, in vigore l’etichetta Made in Italy per i salumi. La trasparenza che tonifica l’economia calabrese ed è valore aggiunto per i suinicoltori

Coldiretti, in vigore l’etiche…

Adesso non conviene ba...

Bovalino, conclusi i lavori di ampliamento della Scuola dell’Infanzia di Borgo e di riqualificazione con messa in sicurezza del plesso scolastico

Bovalino, conclusi i lavori di…

L’Amministrazione Comu...

Federaccia e AA.VV. Calabria sulla VINCA al Calendario Venatorio 2020-2021

Federaccia e AA.VV. Calabria s…

Reggio Calabria 2 nove...

Coldiretti Calabria, i cinghiali sono troppi: la Regione intervenga con piani di abbattimento selettivi

Coldiretti Calabria, i cinghia…

Ci sono troppi cinghia...

Artigiani e produttori insieme al Parco dell’Aspromonte ad Artigiano in Fiera

Artigiani e produttori insieme…

Oltre un milione di vi...

Nel Parco dell’Aspromonte vive una delle querce più vecchie del mondo

Nel Parco dell’Aspromonte vive…

Una Quercia di oltre 5...

Prev Next

La nostra storia. Cultura e tradizioni popolari

  •   Redazione
La nostra storia. Cultura e tradizioni popolari

Leggo sempre Antonella Italiano. Nel suo ultimo editoriale su “in Aspromonte” la giornalista ci fa notare «quanta dignità ho riscontrato nelle case più semplici dove ho imparato che la vita cammina mista al dolore e che la gioia sta in un angolo ed è sempre a portata di mano». E più avanti «E cos'é la cultura se non la sorpresa di trovare, nel cuore dell'Aspromonte le strofe inspiegabili di un poeta  analfabeta e contadino?» Sono partito da qui perché ho riflettuto su come questa società sia riuscita a spezzare le radici della sua storia. Si è perduta la memoria e con essa sono smarriti i mattoni che lastricavano la strada della nostra storia. Ritrovare quella strada, riallacciare i fili della conoscenza, ristabilire i legami col passato è oggi impresa assai ardua, ma forse ancora possibile. Gli uomini hanno ancora la possibilità di togliersi di dosso l'orrenda maschera dell'incultura, dell'egoismo e dell'arrivismo eletti a virtù sociali; gli uomini hanno ancora la possibilità di ritrovare se stessi ma debbono immergersi faticosamente ma con determinazione nella loro memoria storica per rintracciare i segni della creatività, i codici della vita, le leggi dell'umanesimo. Per far questo è imprescindibile ripercorrere l'itinerario delle nostre tradizioni, quella civiltà dei nostri padri che è la nostra radice più profonda. Una madre con la quale riallacciare il cordone ombelicale della memoria. Ecco perché ha ragione la Italiano quando parla di dignità incontrata nelle case più semplici dove la vita cammina fra gioie e dolori e dove la cultura la si trova anche, se non soprattutto nella gente semplice dell'Aspromonte tra strofe di poeti siano essi analfabeti e contadini. E se ancora oggi sono riscontrabili sintomi di cultura rurale è già un buon segno. Anche se il patrimonio culturale non è un'isola da osservare solo con curiosità. Si tratta di un microcosmo in cui ognuno di noi deve ritrovare i ritmi naturali del tempo e della storia, riconoscere i legami sempre verdi della terra-nutrice, con gli uomini che hanno vissuto, pensato e creato per far si che il presente e il futuro siano legati da un unicum socio-culturale che noi abbiamo purtroppo frantumato. 

Io adesso chiudo gli occhi e cerco di tornare con la memoria a quando la nonna mi parlava del mondo rurale e di quanto la gente semplice con strofe, poesie, canti e ballate) sapeva rappresentare il mondo del lavoro, i rapporti sociali, la spiritualità, la religione, le donne e l'amore.

Mi tornano in mente alcuni spezzoni di un canto popolare sulla funzione del sole e sulla diatriba fra padrone e lavoratore nel mondo degli zappatori.

I contadini a mezzogiorno:

Signuri quant'è iautu stu suli!

Faciti prestu e fatilu sbasciari.

No' lu faciti pi lu padruni.

Facitilu pi nuiautri iurnatari.

I contadini al tramonto del sole: 

Lu suli tramuntau

finiu la iurnata!

Evviva a Mmaculata,

picciotti iamuninni.

Risposta del padrone scontento:

Lu suli ancora è di mura mura

zappa curnutu c'a iurnata dura.

La replica dei contadini: 

Quannu lu suli codda di lu munti

nuddu padruni nni po' diri nenti.

Sulla religiosità, ma non solo:

Santi Cosimu e Damianu

siti medici suprani,

siti medici di tutti;

di malati chiù di tutti.

Sulla morte, ma non solo.

Vi salutu morti tutti

alla fossa siti ridutti

un ghiornu eru comu a nui

un ghiornu saremu comu a vui.

Prigati Diu 'ncelu pi nui

e nui 'nterra prigamu pi vui.

La funzione sociale e il mondo dei “canzunari”.

'Na 'ota eru mastru canzunaru

ora no' cuntu chiù mancu pi zeru.

E ora una poesia-testamento d'un “canzunaru”.

Amici vi lu dicu cu duluri

stu munnu 'no vurria mai lassari;

accussì vosi lu nostru Signuri,

e comu lu fici l'amu accittari;

pi ricordu vi lassu sti canzuni

pi li boni amici lu tempu passari.

Scusatimi si fici quarchi arruri

sugnu analfabeta e m'aviti a pirdunari.

L'amore verso la donna.

O rosa russa culurita e bedda

iò fui lu primu chi t'amai

iò, di quann'eri piccula dunzella,

carusa, di tia mi 'nnamurai;

ora si ranni e si graziusella

ranni cunzolu a stu cori ci dai.

Per  finire un classico sull'amore  di stampo popolare

Visti 'na bedda 'ffacciata a finestra

chi 'bbivirava  lu bacialicò

e iò ci dissi: damminni 'na rama.

Mi rispunniu: è tuttu lu to'.

Lassa partiri a me mamma p'a missa

chi ti lu dugnu cu tutta la rasta.

A lu ritornu no' visti la rasta,

mancu la bedda e lu bacialicò. 

Dopo questo bel tuffo nella nostra memoria storica, credo sia il tempo di rivolgersi con sempre più forza alla politica, alle forze economiche e ai gruppi culturali affinché si riappropriano di tutti gli strumenti per rendere possibile la sopravvivenza e lo sviluppo delle comunità rurali, ormai ultimi testimoni di un glorioso passato che non va assolutamente perduto.

LuiSi 

 


  • fb iconLog in with Facebook