Maestri d'ascia: dalla montagna di Polsi al mar Tirreno
- Redazione
L’antica tradizione marinara, unitamente all’industriosità delle popolazioni residenti nella fascia litoranea ionica e tirrenica è documentata dalla particolare abilità manuale e ingegneristica dei cosiddetti “maestri d’ascia”. Tra i costruttori di barche, i più famosi sono quelli di Bagnara, che alla grande capacità tecnica uniscono una particolare cura nella ricerca formale, sempre nel rispetto della tradizione. La conoscenza del mare, palcoscenico principale di avventure, di ricchezze, di privazioni fin da tempi più remoti della Calabria, si esprime nelle mani dei “maestri d’ascia”, come una carezza d’amore.
Nascono così dolcissime, concave forme in legno, leggere come un guscio di noce, dondolanti e veloci, più del tonno, più del pesce spada, più del canto delle sirene che ancora si può ascoltare nel vento di Scilla.
Il 2 settembre molti nuclei famigliari si recano in pellegrinaggio in Calabria al santuario della Madonna della Montagna di Polsi, sull’Aspromonte. Per antica tradizione partecipano pure un suonatore di “ciaramella”, uno di “acciarino” ed un “tamburiddaru”.
La tradizione popolare vuole che mastri d’ascia ganzirroti, nei secoli passati, si recassero sull’Aspromonte per approvvigionarsi dell’ottimo legno di pino calabrese per la costruzione delle barche da pesca e specialmente per procurarsi i lunghi abeti necessari per la realizzazione delle antenne delle feluche. Ciò ha reso possibile la conoscenza della miracolosa Madonna di Polsi e il sorgere della devozione ganzirrota che continua fino ai giorni nostri.