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Cinipide del castagno, femmine pericolose

  •   Leo Criaco
Cinipide del castagno, femmine pericolose

Dal 2002 ha messo in ginocchio la produzione dei castagneti. I cali registrati hanno costretto gli esperti a cercare una soluzione 

Nei nostri territori, nel mese di ottobre, si completa la vendemmia e inizia la raccolta delle noci e delle castagne. Nelle caratteristiche e belle viuzze di alcuni paesi dell’entroterra aspromontano il profumo del mosto, spesso, si mescola piacevolmente con quello delle caldarroste. Mentre la produzione di uva da mosto è in continua crescita, con produzione di vini di alta qualità come il greco DOC di Bianco e il rosso di Palizzi, la raccolta delle castagne tende a diminuire sensibilmente. Fino a pochi anni fa nei nostri castagneti (l’Aspromonte conta più di 1000 Ha) il raccolto era abbondante e di buona qualità: oggi purtroppo la produzione è calata drasticamente a causa della comparsa di un insetto, chiamato “cinipide del castagno”. Per chi non conosce le nostre montagne, e negli ultimi anni non si è mai recato in un castagneto, questo insetto è sicuramente sconosciuto; per chi ama e frequenta il nostro massiccio montano è un nemico temibile in quanto sono gravi e vistosi i danni che procura alle chiome delle piante, con conseguente calo della produzione (del 60-80%). Nel 2012 nei castagneti di alcuni paesi dell’area grecanica, la produzione è diminuita del 95%. Il tracollo della raccolta ha interessato quasi tutte le regioni italiane, mettendo in ginocchio l’intero comparto; per i raccoglitori e i produttori di castagne è stato un vero e proprio disastro.

Il cinipide del castagno (dryocosmus kuriphulus) appartiene all’ordine degli imenotteri e alla famiglia dei cinipidi, è un insetto simile ad una piccola vespa lunga circa 3 mm. È originario della Cina e per questo motivo viene chiamato “vespa cinese del castagno”. È comparso in Italia (Piemonte) nel 2002 e in pochi anni si è diffuso in tutte le regioni. L’infestazione si è propagata rapidamente attraverso il volo dell’insetto. Le piante attaccate dal cinipide presentano sulle foglie e, principalmente sui germogli, delle galle (ingrossamenti di colore verde o rossastro, tondeggianti, formatisi a seguito di modificazioni dei tessuti, causati dalle larve dell’insetto). Le galle sui germogli causano danni più gravi rispetto a quelle che si sviluppano sulle foglie, in quanto viene compromessa la crescita delle giovani foglie e delle inflorescenze maschili e femminili. A seguito di forti attacchi la vitalità della pianta si riduce al punto da causare un calo vistoso nella produzione. Il cinipide compie una sola generazione all’anno. Le femmine adulte (esistono solo le femmine e quindi per la fecondazione delle uova non hanno bisogno degli individui maschili), si riproducono per partenogenesi. Il ciclo biologico del cinipide inizia quando la femmina adulta, da fine giugno a tutto luglio, depone le uova (circa 200) a gruppetti di 3-5, all’interno delle gemme e delle foglie. Dopo 40 giorni (tra agosto e settembre) dalla deposizione delle uova l’insetto raggiunge il suo primo stadio larvale. Per tutti i mesi invernali e l’inizio della primavera, non si notano segni della sua presenza, che si nota invece ad aprile e maggio, quando in seguito all’attività delle larve si formano le galle. Le larve attraverso diversi stadi di sviluppo evolvono in pupe, e dopo varie trasformazioni somatiche diventano insetti adulti e fuoriescono dalle galle. Le galle con i buchi causati dalla fuoriuscita dell’insetto restano sulla pianta, seccandosi, per l’autunno, l’inverno e per l’anno successivo. La lotta a questo insetto è quasi all’anno zero. I trattamenti con gli insetticidi, da fare prima della deposizione delle uova sono difficoltosi (per la grandezza delle piante e l’inaccessibilità del territorio); poco efficaci (perché è impossibile trattare la totalità delle piante) e inaccettabili (i trattamenti chimici sarebbero devastanti, col rischio di alterare l’equilibrio biologico dei boschi).

A livello nazionale alcuni entomologi hanno iniziato a combattere il cinipide con l’introduzione di un altro insetto: il torymus sinesis. Questo insetto appartiene allo stesso ordine del cinipide ed è in grado di uccidere le sue larve. Depone le uova all’interno delle galle e quando nascono le larve, per crescere, uccidono e divorano quelle del cinipide. Ma l’introduzione di questo insetto presenta delle difficoltà in quanto non è possibile riprodurlo in laboratorio. Sulle piante di 2-3 metri le galle si potrebbero asportare manualmente, oppure trattandole in giugno con prodotti a base di caolino (polvere di argilla) e rame. Questi prodotti hanno una funzione di tipo repellente. Il cinipide, come tutti gli altri imenotteri, prima di deporre le uova tasta i tessuti delle foglie e delle gemme e se nota la presenza di sostanze estranee non le depone. L’azione residuale di questi prodotti dura pochi giorni e quindi si pone il problema di ripetere più volte il trattamento.

 


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