Gazza, ladra e spazzina
- Leo Criaco
Negli ultimi decenni la società delle merci e dei consumi ha prodotto sul nostro pianeta guasti ambientali irreparabili e irreversibili che hanno causato, inevitabilmente, la rottura dell’equilibrio biologico con conseguente diminuzione ed estinzione di numerose specie animali e vegetali. La cementificazione selvaggia, l’inquinamento, gli incendi e i disboscamenti insensati, nel tempo, hanno fatto venir meno l’ambiente adatto alla vita e alla riproduzione di molte specie animali, tant’è che in molti casi gli uccelli migratori hanno addirittura cambiato itinerario migratorio.
Solo alcune specie, munite di spiccate capacità di adattamento, resistono ai cambiamenti ambientali, causati principalmente dalle attività dell’uomo, mentre le altre, piano piano, vengono sempre meno. I numerosi incendi che, puntualmente, ogni estate, percorrono i nostri territori, e l’urbanizzazione, massiccia e incontrollata, degli ambienti litoranei e di bassa collina, habitat ideali di molte specie animali, hanno causato la drastica diminuzione ed impoverimento degli spazi verdi (migliaia di ettari) con conseguenze disastrose per la fauna presente, infatti molte specie animali (talpa, riccio ecc.) sono in lenta e costante diminuzione, e solo in poche si sono adattate agli habitat fortemente modificati.
Tra queste ultime specie ricordiamo la volpe (mammifero) e la gazza (uccello) che sono in forte aumento, dovuto anche all’esiguo numero di predatori (aquile, rapaci diurni e notturni) rimasti. La gazza (pica pica) è un uccello onnivoro (si ciba di animali e vegetali), ha grandi capacità di adattamento a svariati ambienti, infatti in caso di scarsa disponibilità alimentare, facilmente, si procura il cibo in luoghi insoliti come le discariche (per questo, spesso, la vediamo rovistare nei rifiuti abbandonati un po’ dappertutto), le strade, alla ricerca di piccoli mammiferi, uccelli e di altri animali vittime degli automezzi, e nei pollai, a caccia di nidiacei e soprattutto di uova. Anche la volpe, quando è affamata, frequenta spesso e volentieri i suddetti siti.
La gazza (nome locale: carcarazza) appartiene alla numerosa famiglia dei Corvidi (fanno parte di questa famiglia anche il corvo, la taccola, la ghiandaia e la cornacchia), è diffusa su quasi tutto il territorio nazionale, e in Aspromonte è il corvide più numeroso. Vive in prossimità e dentro i centri abitati, nella fascia costiera e in collina, raramente la troviamo a quote superiori ai 600 – 700 metri s.l.m., rifugge gli ambienti con boschi troppo fitti ed estesi. È lunga circa 45 – 50 cm (compresa la lunga coda nera), la testa, il collo, il dorso e la parte superiore del petto sono di colore nero lucido con riflessi verdognoli, il resto del corpo è bianco, il becco ed i piedi neri. Ha carne coriacea, stopposa e poco appetibile, per questo, pur essendo specie cacciabili, è preda poco ambita dai seguaci della dea Diana. È attratta dagli oggetti luccicanti che porta via, e che nasconde nelle cavità degli alberi e nei nidi, per questo motivo è detta “gazza ladra”. Certe volte, sottrae i gioielli lasciati distrattamente sui davanzali delle finestre e sui tavoli delle terrazze e dei giardini delle abitazioni.
Uccello vivace ed intelligente, come tutti i corvidi nostrani, da piccolo può essere facilmente addomesticato. Caccia e mangia a terra, sempre vicino agli alberi ed in caso di pericolo, velocemente, vola su quello vicino. Si ciba di alimenti vegetali, soprattutto frutta (albicocche, mele, pere, ciliegie ecc.), e animali (mosche, grilli, ragni, lombrichi ecc.), arricchisce la sua dieta con talpe, topi, arvicole, lucertole, serpenti, piccoli uccelli e loro uova e nidiacei. È molto utile alla natura perché, insieme alla poiana, al corvo, alla cornacchia e alla volpe, ha un ruolo importante nella pulizia dell’ambiente in quanto si nutre di carogne di animali deceduti. Nonostante ciò, a causa dei, lievi e saltuari, danni che arreca ai frutteti, i contadini e gli agricoltori annoverano la gazza tra le specie più nocive.