Il corbezzolo, un albero inattaccabile
- Leo Criaco
«O verde albero italico, il tuo maggio è nella bruma: s’anche tutto muora, tu il giovanile gonfalon selvaggio spieghi alla bora» G. Pascoli
Fino agli anni settanta del secolo scorso, le campagne e le montagne del nostro Aspromonte erano ancora popolate, e i contadini e i pastori utilizzavano la terra, i pascoli e i boschi con perizia e sapienza nel pieno rispetto della natura. I terreni venivano coltivati a legumi, cereali, ortaggi, vigneti, frutteti e uliveti; i boschi erano “governati” come preziosa riserva di legna e frutta da mangiare (noci, castagne, sorbe, corbezzole, ecc.) o da usare come mangime per gli animali (ghiande, castagne, faggiola, ecc.). Mentre le noci e le castagne, continuano, ancora oggi, ad arrivare sulle nostre tavole, le sorbe (vedi articolo su in Aspromonte del mese di gennaio) e le corbezzole sono “doni” che, purtroppo, le popolazioni non raccolgono più da molti anni. Il corbezzolo o albatro (arbutus unedo) è un arbusto spontaneo tipico delle regioni mediterranee. Appartiene alla famiglia delle ericacee (fanno parte di questa famiglia il mirtillo e l’erica) e contribuisce a formare la macchia mediterranea.
IL CORBEZZOLO (nome locale: cucummaru) è un arbusto sempreverde, alto, normalmente, 3-4 metri. In alcuni boschi del versante orientale aspromontano vegetano molti esemplari che raggiungono i 10 metri di altezza. Cresce molto bene dalla fascia collinare (300-400 metri) fino a 800-1000 metri slm. Ha foglie consistenti di colore verde intenso con margine seghettato. I fiori, di colore bianco, sono riuniti a grappolo e compaiono quando maturano i frutti (novembre-dicembre). I frutti, le corbezzole, sono delle bacche dapprima verdi poi giallastre e a maturazione rosse. Hanno forma tondeggiante e sono grossi come una ciliegia.
LA BUCCIA delle corbezzole è rugosa ed è ricoperta di numerosi e piccoli tubercoli. La polpa, gommosa, di colore giallo arancione contiene un gran numero di piccoli semi ed ha un caratteristico sapore tendente al dolciastro. È una pianta autofertile, piuttosto rustica e si adatta molto bene a estati calde e con poche precipitazioni. Predilige i terreni sciolti a reazione acida o neutra, ma vegeta anche su terreni leggermente argillosi purché ben drenati. È una pianta resistente alle malattie e raramente attaccata da insetti dannosi. Le corbezzole non sono idonee alla lunga conservazione in quanto sono molto morbide e delicate e quando sono troppo mature tendono facilmente a fermentare, e il sapore diventa poco gradevole. I nostri antenati usavano conservare questi frutti trasformandoli in marmellata. In erboristeria le giovani foglie, ricche di una sostanza detta arbutina, una volta essiccate all’ombra, vengono utilizzate sotto forma di infuso, come astringente, diuretico e antisettico.