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L'asfodelo, la pianta sacra degli antichi greci

  •   Redazione
L'asfodelo, la pianta sacra degli antichi greci

Mia madre, prima di lasciare questo mondo, mi raccontava che nei mesi di aprile e maggio raccoglieva e consumava con gusto una piccola pianta chiamata lepuri. Desidererei sapere a quale specie appartiene e in quale habitat vive.

Domenico

Risponde Leo Criaco dottore in agraria

La pianta menzionata dal signor Domenico è l’asfodelo giallo (nomi locali: lepuri, jannuli). In natura esistono circa 20 specie di asfodeli, distribuite nelle regioni del bacino mediterraneo e in Asia,e fanno parte della numerosa famiglia delle gigliacee. La specie più diffusa è il porraccio (asphodelo ramosus). Il porraccio ( nome locale burrazzo) ha fusto erbaceo, detto scapo, ramificato, alto da 90 a 140 cm, ogni ramificazione termina con una infiorescenza formata da fiori di colore bianco. Le sue foglie lunghe, circa 75 cm, e carnose, fino a pochi anni fa erano utilizzate dai pastori per coprire la ricotta confezionata nelle fascere. L’asfodelo giallo (asphodeline lutea) ha dimensioni ridotte (60-80 cm)  rispetto al porraccio. Il fusto non presenta ramificazioni, i fiori sono di colore giallo con nervature verdi, e le sue foglie sono di tipo filiformi lunghe da 4 a 25 cm. Vegeta bene in quasi tutti i tipi di terreno, purché molto soleggiati. In Aspromonte lo troviamo ai lati delle strade e ai margini dei pascoli, fino ai 1400 metri di altezza. Gli animali, al pascolo, si rifiutano di mangiare questa pianta perché tossica. Gli uomini, al contrario, da tempi lontani consumano l’asfodele lutea sia cotta che cruda. La parte della pianta che viene utilizzata è il fusto erbaceo. Una volta raccolto, tenero e prima della fioritura, si asporta la cima e la scorza e poi si prepara come gli asparagi. Gli antenati di alcune popolazioni dell’Aspromonte orientale usavano cuocerlo sotto la cenere del focolare. Una volta cotto lo pulivano, toglievano la cima e la scorza e lo condivano con sale, olio e peperoncino. Prima della scoperta del grano, i semi e le radici degli asfodeli erano tra gli alimenti principali degli antichi greci.

Per Omero (Odissea XI, 487-491; 539; 573) l’asfodelo è la pianta degli Inferi. Per gli antichi Greci il regno dei morti era suddiviso in tre parti: il Tartaro per gli empi, i Campi Elisi per i buoni, ed infine i prati di asfodeli per quelli che in vita non erano stati né buoni né cattivi. Per tutte queste credenze, ed altre ancora, i Greci usavano piantare asfodeli sulle tombe, considerando i prati di asfodeli il soggiorno dei morti.


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