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La ghiandaia, un militare perfetto

  •   Leo Criaco
La ghiandaia, un militare perfetto

QUESTO CORVIDE, GRANDE STRATEGA, E’ CAPACE DI “FARE IL VERSO” A TUTTI, PERSINO ALL’UOMO.

Sulla terra si conoscono circa 10 mila specie di uccelli. Si sono sviluppati dai rettili più di 100 milioni di anni fa: è per questo motivo che hanno molti caratteri in comune (es. per riprodursi entrambi depongono le uova con guscio). Gli uccelli popolano tutti i cinque continenti del nostro pianeta e occupano tutti gli ambienti presenti nelle regioni più remote (deserti, foreste tropicali, ghiacciai ecc.) e in quelle abitate. Sono provvisti di due paia di arti, quelli anteriori, trasformati in ali, servono per il volo, quelli posteriori, utilizzati per camminare, nuotare e aggrapparsi sui tronchi e i rami degli alberi. Alcune specie di uccelli, nel tempo, hanno perso le capacità di volo, tra queste ricordiamo gli “uccelli corridori” (struzzi, casuari, kiwi, mandù e emù) e i pinguini (abili nuotatori). Gli uccelli si distinguono in stanziali e migratori. I primi vengono chiamati così perché nascono, vivono e si riproducono in uno stesso luogo, senza spostarsi da una regione all’altra o da un continente all’altro, come fanno gli uccelli migratori. 

NEI NOSTRI TERRITORI, grazie all’esistenza di habitat (ambienti) adatti (ancora per quanto tempo?), ogni anno, sostano milioni di uccelli migratori (tordi, fringuelli, stormi, rondini, quaglie, tortore, allodole, anatre ecc.). Le specie stanziali che popolano l’Aspromonte per fortuna sono ancora molto numerose, tra queste ricordiamo il gufo comune, la civetta, il picchio, la gazza, il corvo, la pernice, e la ghiandaia. Quest’ultima è presente su tutto il territorio del nostro massiccio montano fino alle sommità più alte, predilige però le campagne e i boschi di media e bassa collina. La ghiandaia (garrulus glandarius) appartiene alla classe degli uccelli, all’ordine dei passeriformi e alla famiglia dei corvidi (fanno parte di questa famiglia la gazza, il corvo, la cornacchia ecc.). 

LA GHIANDAIA (nome locale: pica) ha la testa grossa e un piumaggio soffice e variopinto. La coda lunga e larga è di colore nero, le ali presentano una macchia bianca centrale con le penne barrate di blu e nero. Ai lati del becco, sotto gli occhi, ha due mustacchi neri. Quando è irritata o spaventata sul capo e sulla fronte si rizzano le piume formando un caratteristico e grazioso ciuffetto. La pica è lunga circa 35 cm con una apertura alare di 55 cm, e pesa 150-200 grammi. È un uccello chiassoso, intelligente e irrequieto, sempre in movimento tra i rami degli alberi. Quando i serpenti o altri animali tentano di depredare la sua covata, la ghiandaia cerca di difenderla lasciando cadere piccole pietre e rametti addosso agli aggressori per farli allontanare. Da adulta conduce vita solitaria; è considerata la sentinella dei boschi, poiché segnala, aglòi altri animali con alte grida, qualsiasi presenza di intrusi. 

EMETTE OLTRE al suo verso, tipico dei corvidi, altri suoni e riesce a imitare i versi di altri uccelli(rapaci notturni e diurni) o di altri animali (gatto). Come tutti i corvidi, si addomestica facilmente ed impara, in poco tempo, a ripetere suoni e parole. Si nutre di frutti (mele, pere, pesche, susine, ciliegie ecc.) e soprattutto di ghiande (per questo motivo è così chiamata), arricchisce la sua dieta, anche, con grossi insetti, lumache, uova, uccellini, arvicole, lucertole e piccoli serpenti. La ghiandaia ha l’abitudine di nascondere le ghiande sottoterra utilizzandole in caso di bisogno. Molto spesso non riesce a dissotterrare tutte le ghiande che ha nascosto, consentendo così la diffusione delle querce in luoghi distanti dai querceti, per questo motivo è molto utile alla natura e quindi all’uomo. 

PECCATO CHE, ogni anno, nonostante sia in forte diminuzione, venga inserita nel calendario venatorio. I nemici più temibili della “pica” sono i rapaci notturni e diurni, il gatto selvatico, i serpenti e i cacciatori.


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