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Le Orchidee, "gioielli" da non toccare

  •   Leo Criaco
Le Orchidee, "gioielli" da non toccare

L’Aspromonte, grazie alla sua particolare conformazione topografica e morfologica, ha conservato nel tempo un patrimonio naturalistico di inestimabile valore che va difeso, tutelato e tramandato alle generazioni future. Un patrimonio ambientale caratterizzato da svariati e numerosi habitat che ospitano migliaia di specie animali (circa 6000) e vegetali (circa 1800). Alcune di queste specie, a causa dei danni ambientali (inquinamento, cementificazione, disboscamenti, incendi ecc.) prodotti dall’uomo, purtroppo, sono in pericolo di estinzione. Nonostante la modesta superficie del territorio (poco più di 3000 chilometri quadrati), l’Aspromonte con le sue 1800 specie di piante (alberi, arbusti, erbe) presenta una biodiversità vegetale di prim’ordine e di enorme interesse scientifico.

Endemiche aspromontane

Tra queste specie alcune sono rare, altre sono rarissime, altre ancora sono esclusive dell’Aspromonte (endemiche aspromontane) e della Calabria (endemiche calabresi). Tra le tante endemiche aspromontane (le specie endemiche sono quelle che crescono solo ed esclusivamente in un determinato territorio, di varia grandezza, geograficamente ben delimitato, per esempio un’isola, una montagna, una valle, una provincia, una regione ecc.) ricordiamo il salice jonico (Salix ionica), lo spillone aspromontano (Armeria aspromontana), l’aglio di Pentadattilo (Allium pentadactyli), la salvia incisa (Salvia ceratophylloides) ecc. Tra le endemiche calabresi menzioniamo il limonio calabrese (Limonium calabrum), eliantemo color zafferano (Helianthemum rupinculum), fior di legna calabrese (Limodorum brulloi). Quest’ultima è una rarissima specie di orchidea spontanea che vegeta in poche aree dell’Aspromonte (900-1500 metri s.l.m.), nelle Serre vibonesi e nella Sila.

Le nostre orchidee

Le orchidee spontanee sono fiori bellissimi, dalla forma insolita e dai colori vivaci e diversi, diffuse su tutto il territorio nazionale. Delle 190 specie e sottospecie presenti nei vari ambienti della nostra penisola, fino ad ora, circa 30 sono state rinvenute sul nostro massiccio montano. Tra queste otto sono rare (elleborine meridionale, elleborine minore, fior di legna, fior di ragno scuro, ballerina, orchide gialla, ofride di Bertoloni e ofride fior di api), due sono rarissime (orchidea fantasma, ofride dai fiori belli), due endemiche calabresi (fior di legna calabrese, elleborine dell’Aspromonte), le altre sono sporadiche e comuni. Le orchidee spontanee, vivono negli ambienti più disparati, dal livello del mare alle cime più alte. Crescono nella macchia, nei cespuglieti, nei prati aridi, nei pascoli montani, nelle zone umide e nelle radure ai margini e dentro i boschi. Mentre in natura esistono orchidee gigantesche alte circa 3 metri con fiori di 10 centimetri di diametro, in Italia hanno taglie nettamente più piccole (tra i 15 e i 60 centimetri di altezza), e con fiori di pochi centimetri. Le orchidee spontanee sono piante erbacee perenni, provviste di apparato radicale formato generalmente da radici secondarie e da 2 rizotuberi. Uno di questi accumula le sostanze di riserva per l’anno successivo, l’altro fornisce le sostanze nutritive per la crescita della pianta. Alla base del fusto, di solito, si trovano le foglie disposte a rosetta, l’infiorescenza, il più delle volte, assomiglia a una spiga. I fiori sono ermafroditi (hanno contemporaneamente gli organi maschili e femminili) e sono formati da 3 sepali e da 3 tepali, uno dei quali (quello centrale), il più grande, detto labello, in alcune specie assume la forma di un insetto.

L’impollinazione

Nelle orchidee, solitamente, l’impollinazione del fiore è demandata agli insetti, in quanto il polline si presenta viscoso e quindi attaccaticcio sugli organi fiorali, perciò il vento non riesce a staccarlo e trasportarlo su un altro fiore (come avviene per tante specie di piante), pertanto gli insetti impollinatori (bombi, api ecc.) attratti dai colori, dalle forme, dagli odori e dal nettare dei fiori, veicolano il polline da una pianta all’altra. I fiori una volta impollinati (fecondati) appassiscono e formano migliaia di piccolissimi semi (ogni pianta può produrre più di un milione di semi) simili alla polvere, con dimensioni inferiori a un millimetro. I minuscoli semi, trasportati dal vento, quando arrivano a terra non sono in grado di germinare in quanto privi di sostanze di riserva, solo quelli che cadono in terreni provvisti di un fungo microscopico (invisibile ad occhio nudo), appartenente al genere Rhizoctonia, che vive in simbiosi (la simbiosi è uno stretto rapporto tra due organismi, che apporta un reciproco vantaggio in termini biologici ed energetici) con le orchidee, riescono lentamente a portare a termine lo sviluppo della pianta. Questo processo è molto lungo e, a volte, può durare molti anni, e solo pochissimi semi riescono a generare una pianta. Data la complessità del ciclo riproduttivo (presenza degli insetti impollinatori e di funghi simbionti), per scongiurare che questi meravigliosi fiori vengano sempre meno, varie istituzioni internazionali (Cee, Iucn) hanno emanato direttive e normative specifiche sulla flora che includono le orchidee tra le specie protette, perciò la loro raccolta è assolutamente vietata su tutto il territorio nazionale. Tra i fiori presenti sul nostro massiccio montano quelli più belli sono sicuramente le orchidee e il giglio rosso, veri gioielli della natura da ammirare e non toccare.


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