Bianco. Il calvario dei 40 profughi: tra fughe, prostituzione e coltellacci
- Antonella Italiano
Un altro profugo è scappato dal centro Com di Bianco. Sono ormai in sei coloro che, ospiti dal 30 luglio scorso dell’amministrazione, hanno lasciato la sede di prima accoglienza.
In 40 erano stati inviati dal prefetto, dopo la sbarco in Sicilia, in attesa di essere destinati ai centri Sprar, dunque di essere identificati: accolti o rimpatriati. Uno stato di emergenza che si è prolungato fino alla data odierna, e che dovrà protrarsi fino al 31 dicembre, come stabilito nell’ultima riunione in prefettura lo scorso martedì 6 settembre.
Oggi, accanto ai restanti 34, lavorano come volontari i membri dell’associazione Rangers, che assistono giorno e notte gli extracomunitari e che, qualche giorno fa, hanno protocollato in Comune la domanda per ottenere la gestione ufficiale. Oltre ai viveri, infatti, i profughi necessitano di un presidio medico, assistenti sociali, interpreti, bagni chimici e di un abbigliamento più consono alle temperature. Chiedono anche delle attività da svolgere: lezioni di lingua italiana e lavoro, nella speranza di recuperare i documenti.
Il malcontento, generato da questa attesa infinita, è una bomba che rischia di esplodere. Per ben due volte i profughi si sono recati dinnanzi al sindaco Canturi per chiedere beni di prima necessità, sfilando tra la sbalordita cittadinanza bianchese. Un atteggiamento pacifico all’epoca dei fatti, se pur animoso, e richieste legittime.
Ma è un gruppo troppo eterogeneo, questo residente al centro Com, per sperare che la situazione si mantenga nei limiti senza migliorare i presupposti dell’accoglienza. Le risse tra esponenti di diverse nazionalità sono ormai all’ordine del giorno. Sono stati i Rangers a sedarle e a segnalarle prontamente alle forze dell’ordine; Giuseppe Pollifrone, presidente dell’associazione, chiede un presidio militare stabile, e un maggiore aiuto da parte dello Stato.
Il gruppo va monitorato: alcuni profughi sembra siano già stati in Italia, altri - che si dicono provenienti da poveri villaggi africani - ostentano su facebook foto che indicano tutt’altro. Bianco deve pretendere dalla prefettura, oltre al sostegno garantito agli extracomunitari dalla legge, anche una veloce identificazione e il relativo smistamento.
È stato durante una rissa, infatti, che i Rangers hanno rinvenuto tra gli oggetti custoditi accanto ai letti due coltellacci da cucina, non provenienti dal Centro Com e sicuramente recuperati all’esterno; e hanno riportato in sede alcune donne che tentavano la strada della prostituzione.
Questi volontari svolgono da quaranta giorni, con le poche risorse messe a disposizione dalla solidarietà bianchese, un eccellente lavoro di cura e sorveglianza, ma necessitano di un serio sostegno da parte delle forze dell’ordine, e di una migliore gestione delle risorse da parte dell’amministrazione di Bianco; che si rese disponibile al prefetto per la prima accoglienza, ma che non fa abbastanza per tutelare volontari, profughi e cittadini.