Diga del Menta. La protezione civile manda le ruspe. Cosa cercano?
- Redazione
Da anni i reggini aspettano l’acqua dalla diga del Menta, e adesso che sembra cosa fatta (la Regione darebbe per certa l’inaugurazione prima dell’estate) un altro intoppo s’intravede all’orizzonte.
I frequentatori della montagna raccontano che, da almeno vent’anni, i pescatori di frodo parlano di trote deformate e dalla spina bifida, anomalie che sono il sintomo di inquinamento della catena alimentare.
Da stamattina, e per qualche altro giorno ancora, alla diga del Menta sono partiti degli scavi coordinati dal professore Carlo Tansi, capo della Protezione civile, dal Noe dei Carabinieri, dall’Arpacal, dalla Sorical, col fine di bonificare la zona dagli ingombranti metallici (container, resti di mezzi meccanici e altro materiale di cantiere) selvaggiamente interrato alla chiusura dei lavori di costruzione.