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La crudeltá degli uomini, e i lupi

  •   Francesco Bevilacqua
La crudeltá degli uomini, e i lupi

A proposito della recente (ennesima) uccisione di un esemplare di Lupo in Calabria (in particolare nel Parco della Sila), ho letto molti commenti tra i quali le solite (giustificate) reazioni di chi se la prende con i soggetti e gli enti più disparati: ai primi posti l’insipienza degli enti parco e la “bestialità” degli uomini.

Io vorrei ricordare a tutti che certe cose accadono ciclicamente, ripetutamente, indefinitamente (e continueranno ad accadere ancora per molti anni). Dalle nostre parti è così, ad esempio, oltre che per la brutalità verso gli animali selvatici a torto considerati nocivi, anche per i boschi, distrutti, sin da epoca immemorabile con il fuoco. In questo preciso istante, in Calabria, ci saranno centinaia di persone che stanno appiccando il fuoco a campi e sterpaglia con l’intento più o meno manifesto di bruciare un bosco.

Tanto più vicino o dentro un’area protetta che, nell’immaginario dei piromani (o dei bracconieri) limita la loro libertà di azione. Lo stesso vale per i lupi, gli orsi, le volpi, le vipere. Per combattere con mezzi adeguati questi fenomeni non possono solo cercarsi capri espiatori. E nemmeno possono solo invocarsi misure repressive tra le più strane. Occorre anche che come uomini si faccia una profonda autocritica: fin tanto che ci metteremo al centro della scena del mondo (leggi antropocentrismo), non potremo tollerare mai che altre creature, siano essi lupi o alberi, ci facciano ombra in quella straordinaria avventura che è l’impresa biotica sulla Terra.

Nelle due foto: un Lupo vivo (uno dei primi due esemplari catturati da cuccioli nei pressi di Pietra Campanara tra i monti dell’Orsomarso molti anni fa e studiati presso l’Unical, i cui discendenti vivono oggi nel recinto faunistico del Parco Nazionale della Sila al Cupone) e due lupi uccisi e decapitati nel Marchesato Crotonese alcuni anni fa. Ricordo che in Calabria furono compiute le stragi di lupi più efferate d’Europa: a Marcellinara, nei giorni a cavallo tra la fine del 1996 e l’inizio del 1997 ne furono uccisi ben undici; ad Alessandria del Carretto nel 1995 ne furono uccisi cinque.


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