Alpinismo. Il limite del rischio e il valore della rinuncia
- Redazione
di Michele della Palma* - Rischiare significa essere sprovveduti o, peggio, incoscienti?
Senza l'accettazione del rischio di "saltare nel vuoto" saremmo ancora degli ominidi che cercano di sopravvivere catturando scarafaggi tra i sassi. Questo è lapalissiano.
Ben diversa è la valutazione del rischio. E faccio un esempio, uno per tutti, che però vale per i superamenti dei limiti che hanno saputo realizzare personaggi come Bonatti e Manolo (di cui conosco le dinamiche di pensiero per conoscenza diretta e non per sentito dire) o di Messner e infiniti altri, da De Gayardon per arrivare a Cristoforo Colombo.
Userò l'esempio di Alex Honnold. La salita free solo (senza corda nè alcun supporto tecnico di protezione) di Alex Honnold su El Capitan è oltre i limiti dell'arrampicata attuale.
Alcuni sono arrivati ad affermare che, se qualcosa fosse andato storto, invece di entrare nella leggenda l'arrampicatore americano sarebbe passato per l'ennesimo scriteriato che mette in gioco assurdamente la propria vita.
QUESTA AFFERMAZIONE, COME TANTE CHE SI LEGGONO A COMMENTO DEI POST CHE HO PUBBLICATO IN QUESTI GIORNI, E' STUPIDA OLTRE CHE PRIVA DI SENSO.
Honnold rappresenta la "perfezione" e la meticolosità nell'allenamento psichico e fisico, ha salito infinite volte quella via con corda e protezioni classiche, ha imparato a conoscere ogni centimetro di quella immensa parete di granito, ha provato infinite volte ogni passaggio con certosina pazienza e determinazione e, alla fine, si è convinto che poteva salire "Freerider", 1000 metri di difficoltà 7c continuo, senza il supporto fisico e psicologico delle protezioni.
Naturalmente sappiamo tutti che la fatalità è sempre in agguato: un crampo improvviso, la caduta di un sasso, o qualunque altra evenienza avrebbero potuto trasformare quell'impresa in tragedia, ma dal punto di vista tecnico credo che Honnold sia riuscito a ridurre l'indice di rischio molto sotto la soglia delle sue possibilità.
Perciò, in ogni caso, si può e si deve considerarlo come uno che ha superato, tecnicamente, un limite considerato insuperabile.
Ma quante volte, lo stesso Honnold, avrà rinunciato a quella salita reputando che in quel momento non c'erano le giuste condizioni?
O pensate che sia arrivato per caso, un giorno, sotto El Capitan, l'abbia guardato e MAGARI DOPO ESSERSI FATTO UNA CANNA si sia detto: adesso lo scalo senza corda e senza niente e sia partito allo sbaraglio?
Il superamento dei limiti di Honnold, come di Manolo, Messner e infiniti altri, compreso Cristoforo Colombo, è la pura sintesi delle loro abilità messe infinite volte alla prova al fine, ultimo, di ridurre il più possibile e comunque sotto una soglia accettabile il limite del rischio.
Pensando che gente come Manolo, Messner e Cristoforo Colombo abbiano raggiunto dei risultati epocali buttandosi allo sbaraglio gli date, implicitamente, degli stupidi che hanno avuto fortuna.
La fortuna non esiste, esiste invece la capacità di uomini con capacità superiori al comune, di esprimere la loro potenzialità dopo essersi messi nelle condizioni di esprimerle al meglio, non andando allo sbaraglio ma, quasi, a colpo sicuro.
Potete solo immaginare quante volte Manolo, Messner, e infiniti altri che hanno superato un limite considerato insuperabile sono stati capaci di rinunciare?
Sono stati capaci di tornare indietro nonostante l'ambizione, gli sforzi, i sacrifici fatti?
Ci vuole più coraggio a rinunciare che ad andare avanti, nelle situazioni estreme. Ecco perchè, questi personaggi, sono dei grandi che hanno reso possibile l'impossibile.
"Piegandolo" alla loro visionarietà, quando i tempi e i modi erano da questi ritenuti "quelli giusti" e soprattutto rispettando il loro istinto e conoscenze e non obbligandosi a seguire pedissequamente quello che si erano prefissi di fare, solo perchè lo avevano deciso (o "spinti" da altre motivazioni quali sponsor, etc) a prescindere dalle valutazioni oggettive.
*Coordinatore per l'Italia NATIONAL GEOGRAPHIC PHOTO EXPEDITIONS PROFESSIONAL PHOTOGRAPHER NIKON PRO VIDEOMAKER, JOURNALIST & WRITER