Brancaleone. Il muro dell’Altalia (o/e del pianto)
- Bruno Salvatore Lucisano
È ancora lì il muro dell’Altalia, più testardo del muro di Berlino, più muro delle facce di muro, più singhiozzante del muro del pianto.
Apre ogni tanto una nuova crepa, ma non si decide a crollare e spazzare via quei muretti di riparo (si chiamano così?), anche loro avviliti, di star fermi, senza far nulla, meravigliati della pazienza del cemento. Ed al muro, nessuno gli dà una mano per toglierlo da questa eterna agonia. Doveva essere rimosso ad ottobre di due anni fa, stando alle promesse della politica ma, come si sa, queste promesse durano il tempo della batteria di un telefonino.
In campagna elettorale (primavera 2014), oltre al resto, c’era stato rassicurato (in un comizio pubblico) che si sarebbe sistemato tutto ad ottobre, peccato che non è stato specificato l’anno. Diceva Nietzsche che bisogna avere una buona memoria per mantenere le promesse, ma come si sa, la politica, tra gli altri difetti ha quello di essere sbadata.
Intano, in paese, tutto cammina lento, come si fa, per gustare meglio la natura e il paesaggio, peccato che sia l’una che l’altro, sono violentati meticolosamente dall’incuria dell’uomo e della mala politica.
Eppure, in un altro mondo, basterebbero pochi genitori (che hanno i figli in quella scuola dopo il muro) che si prendessero l’impegno, ogni mattina, alle dieci in punto, di andare in Municipio e chiedere a che punto sono i lavori, promessi, per abbattere il muro.
L’accidia insita nella politica e nella gente, sta trasformando questi luoghi in campi di addestramento dove s’impara qualcosa a scuola o s’impara un mestiere e, poi, si scappa via, più lontano possibile.
Del resto se andate su un motore di ricerca col nome Altalia, troverete solo l’albergo (rara cosa di cui vantarsi in questo paese), perché questa parola non ha alcun significato, né nella lingua italiana, né nel… muro. Quindi quando voi dite il muro dell’Altalia dite due cose astratte, che non si vedono, né si conoscono e come se parlaste di fantasmi. Ecco, Brancaleone è un paese di fantasmi sonnolenti. Ma vi voglio rassicurare, stanotte ho sentito dei rumori e, sbirciando nel buio, un fantasma l’ho visto. È una buona notizia vuol dire che si stanno svegliando!