Brancaleone vetus. Un terremoto lungo sessant’anni
- Carmine Verduci
Oggi più che mai, dopo le immagini acquisite dai mezzi di informazione nazionale, ritornano le grandi riflessioni sulla bellezza e importanza dei luoghi della memoria. L'Italia è un paese con il più alto numero di borghi medievali che custodiscono tesori dell'architettura e tesori d'arte tra i più caratteristici al mondo, motivo è il grande turismo estero che sceglie l'Italia come meta preferita.
Guardando i borghi di Norcia, Camerino, Amatrice, Ussita e tanti altri gioiellini medievali distrutti, fa una certa impressione.
Eppure non vi nascondo che tale distruzione qui da noi (al sud) la stiamo vivendo ormai dagli anni '50, da quando la politica ha deciso il destino del nostri patrimoni storici e identitari, posi ai margini delle nostre cittadine costiere.
E' il caso (ma non è il solo)di Brancaleone Vetus, chiamato volgarmente Brancaleone Superiore in provincia di Reggio Calabria, abbarbicato su un colle d'arenaria a circa 300mt s.l.m. e a quasi 3 km di strada dal centro cittadino.
Il suo declino comincia intorno agli anni '50, quando il progresso e la politica cercava di sviluppare i centri costieri, isolando e poi sfollando i centri interni dell'Aspromonte a seguito di eventi calamitosi di lieve o importante entità.
Eppure Brancaleone vetus non è un centro interno, perchè si affaccia direttamente sul mare.
La riflessione e l'analogia con gli eventi tellurici che stanno sconvolgendo il cuore dell'Italia (Umbria-Marche-Lazio) sta nel fatto che molti di noi stanno osservando con profondo dolore la distruzione di quei borghi che fino a pochi giorni fa caratterizzavano quelle valli, borghi, integrati perfettamente con la natura circostante ed il territorio montano.
Dal governo di Stato arrivano notizie positive, dicono che si impegnano a ricostruire tutto com'era e dov'era, il che mi rincuora un po, anche se molti dubbi mi assalgono visto l'andazzo delle cose da circa 20anni a questa parte.
Ma spostiamo l'attenzione a Brancaleone, senza voler strumentalizzare le tragedie.
A Brancaleone superiore esiste un importante centro urbano di impianto medievale, con rilevanti testimonianze di periodi ancora più arcaici che fanno riferimento presumibilmente al V sec. d.C. (età del ferro).
L'inerzia politica e sociale degli anni '70-'80-'90-'00, non ha certo giovato alla realizzazione di azioni concrete per il recupero dei borghi, sebbene qualche intervento parziale è stato ottenuto agli inizi del 2008 con importanti interventi di conservazione e tutela del borgo antico che ha reso possibile una degna presentazione ai turisti e residenti che ogni anno vantano la bellezza di questo luogo, con i suoi panorami mozzafiato e le sue caratteristiche ancora preservate dal cemento.
Ciò ha poi consentito lo sviluppo di importanti strategie di riqualificazione del sito divenuto "Parco Archeologico Urbano" posto sotto vincolo paesaggistico e archeologico come la corrente elettrica, che ha favorito anche la nascita di piccole realtà imprenditoriali e lo sviluppo di nuove forme di marketing territoriale con l'avvio di numerosi eventi culturali che hanno posto l'accento sulle peculiarità storiche di questo borgo, fino al 2011 quasi del tutto sconosciuto.
Ma non voglio fare analisi e personalismi in quanto, della sua rinascita turistica oggi ne parlano varie testate giornalistiche che hanno dedicato ampi e preziosi spazi alle tante iniziative intraprese e svolte regolarmente, e tutte di successo.
Mi concentro piuttosto sull'importanza strategica di questo luogo, che vede una cittadina nel suo lento e progressivo declino sul piano turistico e commerciale, con importanti ed irreversibili ricadute sopratutto nel settore turistico-alberghiero del comprensorio.
Un occasione mancata diremmo tutti…! Beh.., si! E’ proprio il caso di dirlo! occasioni che vanno via via sfumando con gli anni, se consideriamo le molteplici opportunità che ci vengono date dai contributi della comunità Europea che da anni sta incentivando la rinascita delle aree rurali, di quei definiti; "luoghi della memoria", che sono l’orgoglio dell’Italia.
Oggi più che mai, mi tornano in mente le lacrime di commozione e lo stupore sui volti della gente. Ogni qual volta hanno avuto l’occasione di partecipare alle visite guidate (normalmente molto numerose) che si svolgono durante tutto l'arco dell'anno solare.
Tutto questo mi lascia perplesso e sempre più consapevole che le potenzialità di questo borgo sono estremamente infinite.
Numerosi sono stati gli appelli per cercare di salvare il salvabile, e l'alluvione del novembre 2015 non ha certo aiutato le prospettive di rinascita di Brancaleone. Crolli, frane, e cedimenti sono ormai la conferma del lento e inesorabile declino delle ultime “vestigia storiche” ancora attaccate alla roccia.
La questione è che il singolo cittadino o l’associazione, non può e non ha, ne titoli e ne potere ad intervenire in questi casi. Di questo dobbiamo solo dire grazie al vincolo di tutela che vige su tutta l'area archeologica, che regola e ne impedisce ogni forma di abuso edilizio.
Ma, all'alba delle azioni di rilancio dei centri storici ed aree interne che si leggono tra le righe di alcune testate giornalistiche apparse pochi giorni fa (e mi riferisco al P.A.L. 2014-2020) che non sono altro che “fondi della Comunità Europea” cui si invitano gli Enti a stilare e formulare progetti in tal senso, mi chiedo; <>?!
Salvare ciò che ancora resta, come le fragili mura che tra poco con l'avvento delle prossime piogge e della stagione invernale si sbricioleranno nel silenzio di un borgo abbandonato dai suoi abitanti e da tutti coloro che avrebbero potuto salvarlo, non dovrebbe essere prioritario come obbiettivo per cercare quantomeno di conservarne gli aspetti più caratteristici di un luogo che attirare e potrebbe attirare una buona fetta di turismo?!
Sono molti gli studi che sono stati condotti in questo sito, Università, ricercatori, studiosi e archeologi da ogni dove sono venuti a Brancaleone Vetus , ed altri ne verranno, ma quanto tempo passerà prima di agire concretamente?!
Dopo aver lavorato in prima persona al recupero di alcuni sentieri per renderli fruibili ai visitatori, spaccandomi le mani e la schiena insieme ad altri miei concittadini, che mi hanno sostenuto, aiutato e incoraggiato, ritengo (e lo dico con convinzione) che la bellezza è un dono che il passato ci ha lasciato per essere conservata e consegnata ai posteri.
Non ha antagonisti la bellezza, ne colore politico e ne interesse personale, la bellezza è uno status, un dono che spesso non sappiamo come sfruttare, mentre in altri luoghi è diventata priorità ed essenzialità.
A volte non comprendo come si possa rimanere impassibili di fronte alle emergenze "quelle vere", e stiamo parlando del grande patrimonio storico, di cui la Calabria e più nello specifico l'Area Grecanica in genere vanta un gran numero di risorse che meriterebbero ahimè più attenzione da parte della politica locale e organi preposi i quali spesso, sono impegnati a risanare debiti pregressi, debiti e prestiti di vario genere, lasciando morire i borghi e antichi ed i castelli come se non rappresentassero un elementi su cui investire, magari adottando misure per il rilancio del turismo a beneficio della collettività.
L’intera Calabria con il suo patrimonio storico, artistico e naturalistico, potrebbe accrescere il suo PIL, soltanto adottando quella lungimiranza nelle azioni di restauro e conservazione dei luoghi e dei beni storici, che riuscirebbero a risanare quelle enormi ed incomprensibili “falle” del sistema politico Calabrese che in questi ultimi decenni stanno causando quella grave emorragia a cui stiamo assistendo tutti inermi. Mi riferisco al fenomeno dell'emigrazione giovanile, ovvero soggetti che dopo aver conseguito gli studi, si ritrovano attorno soltanto terra bruciata, terra sterile, che non gli consente di avere prospettive di futuro e di occupazione.
Eppure in altri luoghi del mondo; borghi, siti archeologici e varie attrazioni naturalistiche hanno fatto scuola all'Italia, aumentando presenze turistiche ed incrementando le attività commerciali anche nel resto dell'anno.
Il terremoto Brancaleone Veus lo sta subendo da sessant'anni, e non è un caso l'immagine che ho scelto per questa mia riflessione (che non è, e non vuole essere una lezione di economia), ma è solo frutto di anni di osservazioni e ricerca di soluzioni possibili, maturate in un contesto a dir poco difficile, dove non esiste modo di sviluppare o proporre forme di turismo eco-sostenibile se non creando perplessità e polemiche.
L'elemento che caratterizza un luogo, rappresenta l'universalità della cultura, insita nel DNA dei suoi abitanti, ed è per questo che occorre altresì individuare quali siano gli elementi che caratterizzano l’identità di un luogo.
Un intero palazzo ad esempio(quello dei De Angelis) è venuto giù proprio all'alba del 1° Novembre 2015.Si sapeva…, si attendeva quel giorno…, l'ho quasi predetto qualche tempo prima. Molti han detto; << era vecchio quel palazzo e prima o poi si sapeva che crollasse>>!
Io non ci sto a giustificare sempre tutto! Come se i ruderi che oggi vediamo sulla collina che domina la cittadina costiera, stessero lì come ultimi baluardi di storia che attendono la loro inesorabile fine senza considerare altre ipotesi su come conservarne almeno ciò che resta del nostro passato.
Dicevo prima, di frane e crolli al vecchi borgo di Brancaleone,
su questo punto ho evidenziato più volte le gravità che persistono proprio nell'intervento di recupero della chiesa dedicata a Maria S.S. Annunziata, restaurata negli interventi terminati nel 2008 e che l'ha istituita come "sala conferenze".
Uno smottamento infatti, sviluppatosi sul lato nord della struttura, ha interessato gravemente il piano d'appoggio dell'edificio, che adesso si trova in bilico sullo strapiombo, in attesa (forse)di un altra alluvione che ne comprometta per sempre la sua stabilità.
Se tutto questo accadrà, stando alle previsioni degli esperti geologi, avremmo poi il coraggio di porci la domanda del perchè non si è fatto nulla per evitarlo?!
E pensare che si sono spesi circa 300.000,00€ per restituire dignità a questo edificio. Quindi la domanda oggi vale la pena farcela; <>?
Credo che bisognerebbe agire piuttosto che pensare: “che le cose si aggiustino da sole”, oppure che tutto ha una fine prima o poi…. Io non ci sto a questa stupida rassegnazione!
Le priorità per restituire dignità al Parco Archeologico Urbano di Brancaleone Vetus” sono molteplici e necessarie se si vuole concretizzare lo sviluppo turistico.
Non sempre basta la spiaggia o il locale, se non vi è un elemento catalizzatore in un luogo.
Nel cuore del vecchio borgo ad esempio, c'è una grotta denominata “Albero della Vita”, la più antica del complesso storico, ed è proprio quella che sta attirando gran parte dei visitatori che giungono ormai da tutta Italia.
Si tratta infatti, di una chiesa-grotta con pilastro centrale edificata tra l'VIII-IX sec. da monaci di origine Siriaco-Armeni della quale Sebastiano Stranges (Ispettore Onorario per i Beni Culturali della Calabria) nel 1990 affermò la grande rilevanza storica di questa grotta, di cui si sta parlando, da qualche tempo, in numerosi convegni e prestigiose conferenze in Calabria.
La grotta in seguito ad infiltrazioni, oggi presenta una lesione importante sulla volta, che rischia mette a repentaglio la struttura stessa che per la sua originalità vanta di essere una peculiarità autentica in Italia e forse anche in Europa.
Che dire poi di alcuni palazzi gravemente lesionati ed altri già crollati, che stanno cambiando letteralmente lo skyline della collina?!
Stiamo assistendo alla morte di un luogo , che sta avendo delle ottime chance di rilancio a livello mondiale, e questo non lo si deve certo alla politica locale dedita ad altro, ma lo si deve all'impegno costante e alla dedizione della Pro-Loco di Brancaleone che mi onoro di rappresentare ormai da 5 anni.
Di battaglie ce ne sono state, di giorni faticosi altrettanti, ma fatti con la speranza di attirare l'attenzione da parte di chi di competenza. Purtroppo devo constatare che non è servito ad un gran chè, ma ha solo alimentato ipotesi banali di progettazione e recupero del parco che non rispecchiano assolutamente metodi e parametri che si dovrebbero adottare per assicurare la salvaguardia del sito archeologico di Brancaleone Vetus, che ha come sua identità, pochi ma significativi elementi che lo caratterizzano.
Il palazzo che nella prima immagine si può osservare, sarà un altra vittima annunciata di queste attese infinite. La speranza è che possa ancora reggere all'unico vero terremoto che è il silenzio e l'inerzia politica, di cui spesso ne sottovalutiamo i motivi, di cui spesso, tendiamo a nascondere per paura.
Io invece desidero sottolinearli perché non vorrei cadere anche io nell’oblio.
Lo devo a me stesso, ai miei antenati, ai miei nonni, a Gianni Carteri a Mimmo Condemi e a tutti coloro che mi hanno condotto per mano da bambino per le vie del borgo.
Opere urgenti quelle per salvare Brancaleone Vetus, per redimerci finalmente dal male che il passato ha lasciato.
Opere che con una buona progettazione ed unione di intenti, potrebbero creare non solo posti di lavoro, ma un motivo in più per essere orgogliosi di essere ed appartenere ad una generazione proiettata nel futuro, che ama e si rispecchia nella sua antica radice.