Da Raffa a Falcomatà. "Giuseppe il cannibale"
- Gioacchino Criaco
Da Peppe a Giuseppe. Da Raffa a Falcomatà. Per le periferie reggine mutano i registi ma le opere messe in scena sono sempre le stesse. Reggio come al solito tenta la fuga da sola. Un po’, molto ma molto più in piccolo, il copione recitato dal Settentrione col Sud. Farcela da soli. Sul breve sembra che gliela si faccia, ma è come se uno staffettista provasse a vincere da solo la gara. Il patto per la città Metropolitana, e per ora lasciamo stare quello per l’intera Calabria, è un patto solo per Reggio, che con 77 milioni su 133 si prende quasi i due terzi delle risorse che dovrebbero appartenere a un intero territorio e che, Reggio esclusa, conta i due terzi di tutta la popolazione della provincia metropolitana. E non è certo una questione d’invidia fra chi mangia e chi no, visto che i milioni non sono nell’ordine dei numeri sufficienti a togliere la fame, ma solo ad alleviarne gli effetti. Reggio avrà un pranzo, anche se uno solo, sontuoso, e il reggino si beccherà le briciole, così disperse in aria da non poter costituire l’inizio di un progetto virtuoso.
A Reggio andrà tanto, a 79 Comuni verranno date le caramelle come si fa con i bambini, e a 18 comunità locali non toccherà un solo boccone, perché a detta di Reggio neppure hanno chiesto. Sono andato a vedermele una a una le opere finanziate nel reggino, alcune daranno migliorie ai locali, altre servono solo mettere una medaglietta di bronzo sui petti fasciati dal tricolore. A Reggio, almeno in teoria, potrebbero esserci interessanti iniziative in alcuni settori, fra mobilità e verde pubblico, sanità e scuola. Da nessuna parte si vede l’indizio di un’opera memorabile, ma là non è colpa dei sindaci, per quella servono i soldi a miliardi, non a milioni, e quelli se non impariamo a fabbricarceli non ce li porterà nessuno.
E l’indizio di opere memorabili non si vede nemmeno nel patto per la Calabria intera; lo dico dalla Pianura Padana: qui per i porti, gli aeroporti, le strade… si parla sempre di miliardi, quasi mai di milioni. Qui i servizi non si sono costruiti investendo sei o settecento euro l’anno, per cittadino, per cinque anni.
E così, dai Peppe ai Giuseppe, i nostri continuano a fare corsa da soli, alzando la polvere in faccia a noi delle periferie. Ma noi questo film già lo abbiamo visto; la polvere la conserviamo nei sacchi e la restituiremo alle lepri quando avranno finito il fiato, e per ora la butteremo in faccia a quelli fra i nostri amministratori locali che tenteranno di far passare per loro successi le caramelle di cui sopra.