Diritto costituzionale alla nostalgia
- Francesco Bevilacqua
Il termine “nostalgia” (da nostos = ritorno in patria e algos = dolore, tristezza) fu usato per la prima volta nel Settecento dal medico svizzero Johannes Hofer a proposito del sentimento che i suoi connazionali provavano quando erano lontani dalle loro vallate. Quindi nostalgia tanto più sofferta quanto più profondo è il legame con i luoghi. Ma nostalgia provavano anche gli emigranti italiani quando dovevano andarsene per il mondo in cerca di pane e lavoro. La nostalgia è un sentimento etico. Perché, facendoti desiderare i luoghi, le visioni, le atmosfere dei tuoi luoghi, ti stringe ad essi con una relazione intima, profonda. Che ti indurrà a proteggerli, quei luoghi, a tutelarli, ad opporti alla loro messa in vendita per pochi spiccioli. Ecco perché rivendico il diritto alla nostalgia. Faccio voti, anzi, che nell’art. 9 della Costituzione (quello che tutela il paesaggio ed i beni artistici, promuove la cultura e la ricerca scientifica) venga aggiunto un terzo comma che dovrebbe suonare più o meno così: “La Repubblica garantisce a tutti i cittadini, senza distinzione di sesso, di razza, di condizioni economiche, il diritto ad avere nostalgia della propria terra, del proprio paese”.