Don Ciotti a Locri. Il volto pulito della Calabria non interessa a nessuno
- Bruno Salvatore Lucisano
Di Bruno Salvatore Lucisano - Dritto in edicola stamattina per avere conferma di quello che penso e quello che scrivo, a volte acido e indigeribile, lo so, ma non posso farci nulla. Nessuna pietà per quelli che non hanno pietà, nessun rispetto per chi non ce l’ha, del meridione e dei meridionali. Dicevo, sono andato in edicola per guardare, appesa alle solite mollette fuori sul muro, la prima pagina di “Repubblica” che se solo fosse distribuita a rotoli, almeno servirebbe a qualcosa!
Questo giornalaccio nordista dei milionari mantenuti dal popolo e dalla politica, è uscito giorno venti con la prima pagina dedicata ad un fantasma, malato d’insonnia e malato di ndranghita, che ha insozzato un muro di Locri. Cioè ha dato voce, ha messo in risalto (volutamente) l’ignoranza più becera che si annida in questa Terra. Stamattina in prima pagina, sulla manifestazione di ieri a Locri, sul fatto che in quel luogo, a torto o a ragione (secondo i punti di vista) si sono riunite più di 25 mila persone la maggior parte scolaresche festanti…Nulla. Stamattina non ha scelto il volto pulito di Angelo che parlava al microfono sul palco con la scritta di “Libera” alle spalle, che ha organizzato tutto questo…Nulla. Stamattina in prima pagina, della manifestazione di Locri…Nulla!
Ora, non so se all’interno avrà dedicato una due tre pagine alla manifestazione, questo non m’interessa, anche perché per saperlo con certezza avrei dovuto sfogliare il giornale. Non è mai successo e mai verrà tra le mie mani tanto lerciume. Forse qualcosa avrà scritto nella “Cronaca”.
Io odio questo giornale, odio il suo padrone, odio Scalfari, odio i professionisti dell’antimafia. Odio chi difende presidenti del consiglio votati da nessuno, che votano Presidenti della Repubblica, che stabiliscono cariche e milioni senza mandato del popolo; odio chi infanga questa Terra e odio gli ndranghitisti, senza per questo indossare sciarpe al collo e senza appuntarmi distintivi. Scrivo e m’incazzo in dialetto, ripeto in dialetto, che è l’unica cosa che mi riesce meglio.
Mi fermo. Amo i racconti brevi, i romanzi mi mettono ansia.
In alto il muro, poco più giù il giornalaccio, e per chiudere, il volto pulito della Calabria, il volto pulito di Angelo da Brancaleone che da grande vuole fare il Papa, il volto che non vende al nord, il volto che non interessa al governo e ai governanti di questa sfortunata e maltrattata Terra.
…Angelo, il calabrese di Brancaleone, che da grande vuole fare il Papa.