E mi dicono come votare…
- Bruno Salvatore Lucisano
In ginocchio il ponte di Bruzzano, in ginocchio l’Allaro a Caulonia sulla ss. 106. Strade squassate dal mal tempo e dalla mala gestione. Treni che non passano più. E mentre pensano di chiuderci l’aeroporto, è festa in terra, per un treno che (forse) arriverà a Roma da Reggio Calabria, in cinque ore però, preoccupandosi prima, di mettere la sveglia ed alzarsi dal letto di notte, altrimenti, il treno è già bello che partito. Disoccupazione giovanile al 42%. Malessere totale. Napolitano che ci spiega oggi, solo oggi, dopo novant’anni di vita, che la costituzione dopo l’art. 54 aveva qualche problema da tempo e che col referendum si può risolvere. Peccato che del bicameralismo si sia accorto soltanto oggi. Un altro imbroglione che ha raggiunto il comunismo!
E noi, calabresi, ci azzanniamo, ci preoccupiamo se vince il Sì o il No, facciamo battaglie e, nel frattempo, prendiamo in mano qualche facsimile assieme alle ricette mediche che qualcuno ci porge, così come gli hanno insegnato i suoi avi, senza aver mai perso il vizio, di ciurmare le persone che hanno qualche bisogno.
Reggio Calabria è l’ultima città d’Italia per qualità della vita e, aggiungo io, per qualità dei politici.
Siamo sommersi dal fango, ed ogni pioggia diventa alluvione.
I politicanti pensano ai fatti loro, delle loro famiglie e dei loro sodali, se non servi.
Nel frattempo nulla si muove, tutto rimane fermo, immobile e, nel disastro più totale, trovate qualche calabrese che ha sistemato bene le sue cose, che vi dice come votare e per chi e come è giusto votare al referendum. Ve lo dice, senza imbarazzo e senza vergognarsi nemmeno un po’. Ve lo dice perché anche nella fame più nera, c’è qualcuno che mangia!
Buon appetito, ma non mi dite come votare, perché io, mi offendo. E quando mi offendo dico le parolacce!