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Elezioni Platì. Intervista a Rosario Sergi

  •   Domenico Stranieri
Rosario Sergi Rosario Sergi

In questi mesi si è parlato molto delle prossime elezioni comunali a Platì. Iniziamo raccontando brevemente la storia politica del paese. Cioè come siamo arrivati a non avere un’amministrazione e perché nessuno si è candidato nella passata tornata elettorale? 

Per non essere prolisso, parlerò della storia politica dell’ultimo decennio. Nel gennaio 2003 l’Amministrazione di Platì fu sciolta a causa dell’incandidabilità del sindaco pro tempore. Così, nel 2004, alle nuove elezioni, fu eletto un nuovo primo cittadino. Ma, già nel 2006, il Consiglio dei Ministri decretò l’ennesimo scioglimento. Dopo la tornata elettorale del 2009, l’Amministrazione comunale ha attraversato un periodo molto travagliato a seguito delle continue dimissioni del sindaco (varie volte annunciate e poi ritirate). A febbraio 2011, dopo aver protestato anche per la mancanza del segretario comunale, le dimissioni diventano definitive e viene nominato un Commissario ordinario. Ma non solo. Nel 2012, il Consiglio comunale, all’epoca retto ancora dal Commissario, viene sciolto una settimana prima della scadenza del termine ultimo per la presentazione delle liste (una vera e propria anomalia!). Nel 2014 si ritorna al voto e viene presentata una sola lista che, però, non raggiunge il quorum (vota appena il 20% degli aventi diritto). La sfiducia degli elettori è sintomatica, tanto che, nel 2015, non viene presentata alcuna lista. Gli elettori avviliti recitano in coro: «Ma che vi candidate a fare? Tanto vi sciolgono!». Per cui, scoraggiati sia dai cittadini che dalle istituzioni (che non hanno sempre dimostrato vicinanza ed obiettività), arriviamo ai giorni nostri, ancora a discutere di mancate candidature. 

Analizziamo, appunto, il momento attuale. É inevitabile chiederle qual è il suo pensiero riguardo l’annunciata candidatura, da parte di Renzi, di Anna Rita Leonardi.

Anna Rita Leonardi è una ragazza intraprendente e questo gli ha consentito, grazie anche alla sua presenza a Platì, di acquisire notorietà ed iniziare la scalata all’interno del suo partito. Lodevole è la sua spinta a confrontarsi con le massime autorità giudiziarie del nostro territorio che, senza prevaricazione di ruolo, tutelano i diritti sanciti e garantiti dalla Carta costituzionale e dai principi repubblicani. Eppure, Platì e i platiesi hanno bisogno di tornare a credere nella “democrazia” e non in un “candidato coraggio” calato dall’alto dal Presidente del Consiglio; hanno bisogno di sapere che la legge è uguale per tutti e che la sua applicazione non lascia spazio ad interpretazioni di comodo. Il Consiglio dei Ministri non dovrebbe adottare due pesi e due misure a seconda delle collocazioni geografiche di un Comune, salvaguardando dallo scioglimento, ad esempio, Roma (dopo lo scandalo di “Mafia capitale”) e spingendo verso il baratro le tante realtà come quella di Platì. In tal senso, ci confortano le sentenze del Tar che, recentemente, hanno ribaltato la decisione del Consiglio dei Ministri, che era frutto di una legge sugli scioglimenti dei Consigli comunali liberticida ed anticostituzionale, a favore delle comunità di Bagaladi, Ioppolo e Cirò. Ecco perché il Presidente Renzi non deve ricordarsi di Platì solo alla Leopolda, per benedire una “candidatura coraggio”, ma deve dimostrare la sua attenzione verso la nostra comunità attraverso politiche di sviluppo e fatti concreti. 

Nel numero di dicembre di in Aspromonte, ad una nostra domanda, proprio Anna Rita Leonardi ha concluso rispondendo: «La frase “Platì ai platiesi” non vuol dire nulla. Paradossalmente, potrebbe candidarsi anche una persona di Bolzano. Saranno sempre i platiesi a votare e scegliere. Saranno sempre loro a decidere. E poi nessuno ha mai impedito ad un platiese di candidarsi contro di me. Quindi Platì è, e sarà, sempre dei platiesi». Lei è d’accordo? 

Io credo che “Platì ai platiesi” vuol dire tutto. É come dire l’Italia agli italiani, Reggio Calabria ai reggini, Locri ai locresi. Il confronto con i cittadini deve essere aperto a 360 gradi. Uno strumento utile per aprire un discorso, un dibattito politico, poteva essere quello delle primarie (di partito, di coalizione o di comunità). Poiché, innanzitutto, occorre stimolare la partecipazione popolare alla vita democratica. Come “curare” altrimenti la disaffezione al voto dei cittadini? Ma tale ipotesi è stata respinta in toto dalla Leonardi, spero non perché non voglia rinunciare alle luci della ribalta che le ha assicurato Platì. Inoltre, mi piacerebbe conoscere la reazione di Renzi, sponsor della Leonardi, sull’eventuale proposta di sub-commissariamento dell’Italia da parte dell’Europa. Platì sarà dei Platiesi quando sarà libera di amministrarsi. Il comunicato di questi giorni diramato dall’onorevole Franco Mirabelli (senatore Pd e membro della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali) che ha riferito di un incontro tra lui, la Leonardi ed il procuratore di Reggio, appare strumentale alla proposta di candidatura della Leonardi a Platì e, sicuramente, non giova per riportare la normalità nella nostra cittadina. 

Che momento politico viviamo, secondo lei, nella Locride, e di cosa ha bisogno il nostro territorio ed, in particolare, i paesi interni dell’Aspromonte? 

La Locride, purtroppo, per vari motivi, è un territorio di serie B. Per di più, non si è riusciti ad eleggere un candidato all’interno delle massime istituzioni regionali, con la conseguenza che l’intera classe politica dimentica che il nostro territorio fa parte della Calabria e dell’Italia. Di noi si parla esclusivamente per fatti di cronaca. Tutti dimenticano che le nostre comunità, per essere libere ed indipendenti, necessitano di lavoro e di servizi (anche quelli più elementari). Per ripartire, dunque, la Locride ha bisogno di incidere di più in termini di progettualità, di coordinamento e valorizzazione dei luoghi e dei prodotti, ovviamente in un quadro di diffusa legalità. Esistono, ad esempio, risorse nel bilancio dall’Ente parco nazionale dell’Aspromonte che non vengono spese o richieste dai Comuni. L’augurio è quello che i paesi della Locride siano in grado di avere gli strumenti e le competenze umane per risollevarsi (sempre nella speranza che i sindaci possano continuare ad essere eletti all’interno delle nostre comunità). 

L’ultima domanda è la più diretta. Lei si candiderà alle prossime elezioni comunali? 

Il mio interesse, oggi, non passa da un’ambizione personale, ma dalla ferma volontà di consentire a Platì di essere libera di ricominciare. Serve la partecipazione di tutti, la libertà di scegliere, perché ci sarà democrazia quando tutti gli elettori, grazie alla loro decisione, determineranno il futuro di Platì. Ovviamente, vivendo e lavorando nel mio paese, se la mia candidatura potrà servire per equilibrare una condizione di democrazia, termine di cui tutti si riempiono la bocca, allora sarò disponibile a dare il mio modesto contributo. Quello che conta non è solo vincere, ma ripartire, essere presenti per sostenere una battaglia importante per tutta la comunità platiese.


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