Il punteruolo verde…militare
- Bruno Salvatore Lucisano
Sembra che la moria di sindaci della fascia ionica, sia causata dal punteruolo verde. Verde militare.
Oramai se non si adeguano gli stipendi a quelli dei parlamentari, non conviene più candidarsi a sindaco nei piccoli paesi, specialmente quelli calabresi, dove pure l’aria, profuma (puzza) di ndranghita.
I nostri comuni stanno diventando delle piccole filiali di Equitalia ed i sindaci gli addetti all’acqua e alla spazzatura. Servizi inefficienti, immondizia a gogo, fogne che sversano in mare, iniziative culturali col contagocce e festival organizzati da ignoranti o, da chi batte più forte il tamburello.
Nel frattempo, il Museo del Mare, ha aperto i battenti in questo periodo di Natale, registrando oltre due (due) visite, per la gioia delle caravelle, di Cristoforo Colombo e dell’assessore che ha avuto questa strabiliante intuizione. Il nostro caro assessore, che neanche dopo il terremoto che ha investito il Municipio dalle grandi vetrate, ha ritenuto opportuno di tirare su l’ancora e, assieme alle caravelle salpare il fiume dei nomadi e, tornare a casa e occuparsi delle faccende domestiche. Niente da fare, non va via neanche “cu fumu da dera”.
E vabbè!
Buon anno ai calabresi della fascia ionica meridionale, che più meridionale non si può neanche sotto torchio. E come diceva una nota pubblicità, neanche col candeggio. C’è una tale sporcizia etica e morale che, se ci mettiamo di buzzo buono, andrà via tra cent’anni (il riferimento è per tutta la politica calabrese e nazionale).
Ho grande fiducia e stima nella magistratura ma prego però il “nostro” grande magistrato di occuparsi di legge, dei suoi libri, della criminalità ma, per favore, di non dirmi cosa scrivere e cosa non. A me le carnevalate in Tv sulle mafie sotto forma di romanzo a puntate, non vanno a genio e le ritengo dannose per chi li vede e per la Terra che mi onoro di calpestare, salvo che non mi si dimostri il contrario.
Buon anno, quindi (dal profondo del cuore), a quanti stanno lottando per comprovare la loro innocenza e la loro onestà, per loro stessi e per le loro famiglie.