L'aeroporto di Reggio Calabria… e le pecore
- Bruno Salvatore Lucisano
È da giorni, che il caro ed insostituibile professore Pasquale Amato si sta battendo per l’aeroporto di Reggio Calabria. Lo sta facendo nel silenzio assordante ed imbarazzante della politica e delle istituzioni. Sta conducendo una battaglia senza l’aiuto e la comprensione di alcuno. Come se questa faccenda riguardasse solo lui, come se in aereo viaggiasse lui solo. Tutti zitti. Tutti inquadrati come colonne di formiche che, avendo a disposizione la mollichina, sono piene e soddisfatte. In letargo. Cosa sarà mai una città metropolitana senza un aeroporto? Senza servizi? Senza speranza?
Sono andati quasi di nascosto a fare le elezioni nel pieno del mese di agosto, per aggiungere incarichi ad incarichi preoccupandosi, al massimo, di fare qualche favore quando si presenta l’occasione. Questa è la nuova politica. La politica del nulla e dei nulla facenti. Vergognatevi di uscire di casa la mattina!
Ma voi ve ne fregate come dice il prof. Amato, ve ne fottete come dico io, quando hanno sistemato il buchetto della strada davanti casa vostra, la fossa dell’altra parte, nemmeno la notate.
Stiamo diventando un popolo di pecore che non si ribella nemmeno davanti all’assenza del pascolo. Tosate a zero e spremute fino all’ultima goccia di latte.
Siamo in mezzo a degli ignoranti ed ignavi che si fanno strada in un percorso senza ostacoli e problemi. Il nulla che vola nel nulla. Sembra un sogno!
Ma, il novellame politico parlante ed inconcludente, se ne fotte dell’aeroporto. I pesci, come si sa, nuotano e, se proprio devono volare, lo fanno con la fantasia.
E li pagano pure…