L'analisi. Cuba e i cubisti
- Bruno Salvatore Lucisano
La volta che s’imparerà, in politica, che il meglio non è sempre quello che vediamo e che pensiamo noi e tutto il resto non conta, sarà la volta buona che si eviteranno commenti comandati dal tifo. Le dispute in politica, sono come quelle del calcio, dove tutti, dopo ore di discussioni, rimangono esattamente con i principi che avevano, senza alcuna possibilità di pentimento o revisionismo.
Ecco, la foto che vedete ne dà un esempio lampante. Quante ne avete sentito in questi giorni su Fidel Castro? Quante ne avete detto? Quante ne avete letto? Hai voglia!
Cambierete opinione dopo questa foto? Ma va!
Il mondo è bello perché è vario anzi, avariato: da concetti, da pregiudizi, da mancanza di cultura, di conoscenza ma soprattutto dalla presunzione di saper tutto e di tutto. Non è così. Un dittatore che ha “governato” il suo popolo per cinquant’anni può essere giudicato solo e soltanto dal suo popolo.
Chi è stato bene lo loda, chi è stato male lo odia. Questa è la vita ma, pur essendo così semplice il concetto, le opinioni saranno sempre svariate e variegate perché, se solo la pensassimo tutti alla stessa maniera, non ci sarebbe più fame nel mondo, non ci sarebbero più guerre e forse coglieremmo il vero valore della vita che non è altro che quello di viverla!
I cubisti del titolo, non sono l’avanguardia pittorica del novecento, ma le cubiste…al maschile. Ecco, per fare un esempio, un cubista è Casini! Gira, gira, gira senza mai mollare il palo! Chissà quanta gente ci sarà ai suoi funerali, quando verrà la sua ora. Amen.
Buon L’Avana a tutti.