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L’inganno, le mafie, la ludopatia e lo Stato biscazziere

  •   Mimmo Musolino
L’inganno, le mafie, la ludopatia e lo Stato biscazziere

Si chiama 10 e lotto ogni 5 minuti. In tutte le tabaccherie d’Italia uno Stato, sempre più biscazziere legalizzato (ormai i giochi e le estrazioni sono a getto continuo, notte e giorno, e coprono tutte le 24 ore) ha obbligato, di fatto, i tabaccai ad inserire degli schermi, a volte due e tre, (che fungono da adescatori ed accalappiatori di vittime del gioco: i ludopatici) ed alcuni ben visibili dall’esterno dagli ignari passanti che non si spiegano come mai tante persone di ogni ceto, età e professione, ma soprattutto pensionati in cerca di arrotondare la magra e misera pensione ma con il rischio di ritrovarsi senza soldi per comprare il pane, i quali con il naso all’insù seguono l’estrazione lampeggiante di uno dei 90 numeri del gioco del lotto e questo per 20 volte ogni 5 minuti e per tutte le 48 ore: pazzesco.

Probabilmente, insieme a tutta una serie infinita di “di gratta e vinci” e macchinette – slot machine – ingoia soldi, è il gioco d’azzardo più aberrante di tutta una marea di spilla – soldi inventati dallo Stato per fare cassa sulla pelle ed il bisogno dei suoi cittadini schiavi del gioco d’azzardo legalizzato. Difatti nellalegge di stabilità pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 10 gennaio scorso lo Stato ha previsto un incasso di 35,7 miliardi di euro nei prossini tre anni. Le prostitute ai lati delle strade (molte volte rischiando la vita e le rapine da parte di balordi) sono spesso accusate di provocazione sessuale ai “poveri” passanti e in molti Comuni italiani si cerca di arginare con ogni mezzo tale induzione nei confronti di cittadini a servirsi delle prostitute per le loro esigenze sessuali. Lo Stato non rischia niente. Pubblicizza, a costo zero, con ogni mezzo i suoi giochi e giochini e capita che qualche sciagurato cittadino ludopatico, colpito nella sua debolezza per il miraggio della ricchezza facile tramite il nefasto vizio del gioco, finisce con il cappio al collo e nessuno risponde del reato previsto dall’articolo 580 del Codice Penale “istigazione o aiuto al suicidio”. E lo Stato biscazziere, sempre più famelico e dalle sembianze del mostro buono e caritatevole, non si accontenta del gioco “semplice” ma dopo un certo periodo diventa “composto” in quanto induce a raddoppiare la puntata con la prospettiva, molto rara e quasi impossibile, di una vincita più cospicua. Ultima della serie il famoso gioco miliardario del Superenalotto. Hanno azionato la mastodontica grancassa della pubblicità dicendo che si vinceva anche prendendo due numeri (prima si vinceva azzeccando minimo tre numeri e la possibile vincita equivalente a qualche euro) ma mimetizzando abilmente la giocata veniva aumentata addirittura del 50% (una schedina che prima costava 5 euro con la tale rivoluzione ingannevole costa € 7,50 ). Come dichiara lo straordinario sociologo e studioso del gioco d’azzardo Maurizio Fiasco: “se lo Stato italiano invogliasse gli italiani a spendere i loro soldi non nelle slot machine e giochi d’azzardo vari ma investire in altri settori economici e produttivi, lo Stato avrebbe entrate maggiori e più certe “e c’è da aggiungere di grande valenza morale e di costume senza inculcare nella testa dei cittadini la cultura distruttiva e ingannevole del guadagno facile e immediato. E che dire del gioco d’azzardo legalizzato dallo Stato in rapporto alla (e a questo punto si potrebbe ben dire “ finta e di facciata”) lotta al potere economico delle mafie? Sostiene l’illustre sociologo: “il gioco legale non ha mai sostituito quello illegale anzi, gli ha solo fatto da apripista. Se da un lato la criminalità propone, in concorrenza con lo Stato, l’offerta dei propri caratteristici sistemi (totonero, bische clandestine, scommesse illegali ecc.), dall’altro lato, proprio a fronte di questa aggressiva induzione criminale al gioco d’azzardo clandestino, lo Stato rilancia promuovendo “prodotti” di gioco pubblico d’azzardo più semplici, più diffusi capillarmente, più rapidi nel pagamento”.“Ma di tale meccanismo gli unici soggetti che ne beneficiano realmente sono le mafie: sotto l’ombrello di molte “rivendite” autorizzate espandono il loro dominio in una zona grigia dove legale e illegale si mischiano pericolosamente”.   Ed, aggiunge: “la responsabilità diretta è della classe politica”.Tutto questo tra l’indifferenza generale di chi in Italia ancora pensa di essere difensore dei pochissimi e residuati valori morali e mi riferisco anche e soprattutto alla Chiesa cattolica e ai molti pronunciamenti, non ascoltati, di Papa Francesco. Ma possibile che la Chiesa oggi non ha nessun potere politico e di persuasione a nessun livello e non ha la capacità di promuovere azioni concrete, ad iniziare dalle Parrocchie, che possano fare di questa ormai derelitta e “materializzata” Nazione una società più umana e meno avvinghiata ai tentacoli mortali della piovra del dio denaro, che come ha ricordato il Papa “è lo sterco del diavolo”; oppure il diavolo ormai ha preso il sopravvento ed ha in suo potere la nostra vita con l’avvallo e la complicità di chi ha il potere di decidere ogni sorta di azione che riconduce comunque al potere dei soldi e che violenta in maniera subdola e feroce la nostra quotidiana esistenza.


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