L’opinione. Il sindacato s’è desto
- Bruno Salvatore Lucisano
Speravo dentro di me con tutto il cuore , che la “lettera aperta” di Michele Gravano, segretario generale della Cgil, rivolta all’Arcivescovo di Reggio Calabria, Giuseppe Fiorini Morosini, rimanesse “chiusa”. Speravo che restasse nel silenzio assoluto, lo stesso oblio e calma mortale che distingue questo sindacato, e non solo questo, verso i problemi di questa terra.
Niente, il bravo Sansonetti, direttore dell’Ora della Calabria, ha voluto rispondergli, togliendolo così dal coma silente in cui vive assieme al suo sindacato, oramai forgia che produce e plasma segretari, deputati e senatori per il Pd, oltre che nullafacenti ben retribuiti.
Questo sindacato, così come gli altri, complice del Governo Monti che ha dato il colpo di grazia a questa terra, che non ha mosso un dito all’aumento dell’età pensionabile, che non sa che fare all’Ilva di Taranto e che sopravvive ad un referendum del popolo che l’aveva cancellato.
Fin qui ho scritto come un fascista? Può darsi, il fatto è che io sono un uomo libero, non ho tessere, non vivo di compromessi, di ricatti. Sono talmente libero che non devo rispondere a segretari provinciali, regionali, e nazionali. Io voto di volta in volta chi mi piace perché non ho padrini, ne capi da rispettare e a cui dar conto. Voto, non scappo! Non so già chi votare, a prescindere! Non devo sdebitarmi con nessuno, perché nessuno mi ha dato alcunché.
Ma quando non si capisce cosa si legge, come si fa a scrivere bene? Lei, Sig. Gravano, che io non conosco, ma immagino, non ha capito una virgola della lettera inviata al Capo dello Stato dall’Arcivescovo Morosini.
Non si preoccupi anche io non capivo una parola di latino a scuola.
Perché se fosse stato come dice lei, avrebbe risposto la Magistratura che, spero, trovi tempo per rispondere a quegli interrogativi posti dal Presule.
Lei invece di enfatizzare “Libera”, che ha tutto il mio rispetto, dovrebbe preoccuparsi delle leggi fasciste applicate qui al sud. Lei crede sia normale che si arrestino delle persone, si buttano in una cella e, che a questi, prima di una sentenza, dico una, gli venga sequestrato tutto, spedendo a casa le maestranze?
Cioè, può un magistrato prendere una decisione che dovrebbe prendere un giudice dopo una sentenza?
Lei mi dirà, la legge è legge. Si, rispondo io, ma questa è sbagliata. Perché bisogna trovare il modo per garantire il lavoro e lei questo dovrebbe saperlo meglio di me, visto che campa col lavoro degli altri e con il suo di lavoro.
Lei crede che sia normale che si sciolga il Comune di San Luca per mafia a sette giorni dalle nuove elezioni che avrebbero portato al Municipio persone diverse da quelle per le quali si è sciolto? Tra due anni, quando si ritornerà a votare, in quel paese sarà cambiato qualcosa? Quindi, questo modo di agire della legge, porterà dei benefici?
A lei stanno bene 50 comuni quasi tutti sciolti per mafia senza che si arresti, o quasi, alcun mafioso? E a questo proposito che ne pensa? La pensa come l’On. Napoli? Stia attento, lei, l’Onorevole antimafia, , è un po’ di destra e i suoi compagni, i suoi Gravano, la prenderebbero a male.
Se lei ritiene giusto tutto questo, stia pure con la Cgil, io, sto con l’Arcivescovo mille volte.
Chiudo con le parole del mio Maestro Pasquino Crupi, del quale sono indegno discepolo, quando così lamentava:”La questione meridionale, e ancor di più quella calabrese, è stata ridotta a questione criminale”. Ed io aggiungo, amaramente, che alla “questione meridionale”, lei Sig. Gravano, non può dare alcun contributo. E spero, davvero, di sbagliarmi. Con rispetto. Salute/i