L'opinione. Mare di merda, montagne maledette
- Antonio Strangio
Anche quest’anno siamo stati costretti ad assistere impassibili, alle “notizie” disparate, quanto sospette a proposito del mare calabrese sporco, inquinato, pieno di merda e di cinghiali, che sguazzano nelle acque sotto lo sguardo sorpreso ma divertito di turisti fai da te, che per l’occasione s’improvvisano provetti fotografi. E tutte queste immagini che fanno male e hanno la forza di uccidere, sono state trasmesse in tutte le salse e fatte girare in tutte le Regioni d’Italia e il resto dell’Europa, perché secondo un antico detto, tutti devono sapere della merda calabrese.
E fin qui quasi non avrei nulla da obiettare, se non fosse che lo stesso trattamento non viene riservato al mare della Puglia, della Sicilia, della Liguria e della Sardegna. Insomma del resto d’Italia. Come se in queste acque, meglio note con il nome di mare Adriatico, mar Tirreno, mare Ligure, mare Mediterraneo e via dicendo, la merda non ha sporcato le acque, i depuratori funzionano come orologi svizzeri e non sono stati avvistati cinghiali o altre specie animali in acque tranquille e protette.
Morale, bisogna affondare la Calabria, sporcando e infangando ogni angolo della nostra martoriata e bella terra, altrimenti luoghi come Tropea, Capo Vaticano, Roccella, Scilla, Chianalea, Isola di Dino, Palmi, Soverato, Copanello, Monte Paone, ( cito a caso), rischiano di rubare e tenersi stretti quei pochi turisti che ancora hanno il coraggio di scendere a Sud di Napoli.
La montagna, secondo una leggenda metropolitana, l’abbiamo bruciata di già consegnandola al popolo della ndrangheta. L’Aspromonte e la Sila, complice una stampa a dir poco prezzolata, sono diventati feudi delle famiglie malavitose, tanto che non è difficile lungo il cammino dei tanti sentieri aspromontani, incontrare coppole e lupare. Bisognava uccidere anche il mare e ci sono riusciti, perché a parte tutto, chi può e dovrebbe alzare la voce per restituire al mittente tutto questo pacco di merda, fa finta di non vedere. E ci sguazza pure, mentre io, calabrese povero, mi domando. Come mai Goletta verde che pure non finiremo di ringraziare mai abbastanza per il lavoro di monitoraggio e controllo che fa, si accorge della merda a mare soltanto in estate? Per caso in inverno scaricare porcherie nelle acque è consentito? E come mai le immagini del nostro mare sporco, laddove è veramente sporco, entrano veloci nelle case di tutti gli italiani, mentre quelle degli altri mari che calabresi non sono, e puzzano di merda e di piscio allo stesso modo, non girano alla stessa velocità? E perché Goletta non si sofferma pure sugli angoli incantati e puliti della nostra Regione?
Aggiungete anche che nel caso in cui un qualsiasi cittadino calabrese, “pazzo” mi azzardo a dire, decide di prendere il coraggio a quattro mani e aprire un ritrovo, dove i giovani si possono ritrovare e ballare e bere con moderazione, viene subito sigillato ed esposto al pubblico, perché secondo una legge che non ha mai varcato i confini della nostra terra, ritrovarsi a sera tardi in un qualche posto della nostra regione è reato, perché la maggior parte di chi frequenta questi locali appartiene alla ndrangheta, o nel caso contrario è un potenziale ndranghetista, per non dire uno ndranghetista a…prescindere. Basta controllare il paese di provenienza o soltanto il cognome.
Mescolate con quel ragazzo che ha avuto l’infelice idea di trascorrere le ferie in Calabria, e per il solo fatto che è rientrato a casa a notte tardi, dopo aver ballato e bevuto con moderazione, con sua grande sorpresa, a distanza di tempo ha scoperto di essere stato inserito nel libro degli appartenenti o affiliati di qualche famiglia malavitosa. Mescolate il tutto con il sentiero che porta a Pietra Cappa, dove pseudo associazioni antimafia si sono inventati il percorso e il cimitero della memoria, e allora avremo un piatto avvelenato bello e servito che se non ci uccide, nemmeno ci lascia vivere, e una volta assaggiato ci costringe a fuggire in cerca di un riparo dove scaricare tutta la merda che siamo stati costretti ad ingoiare.
Risultato, la merda prolifera anche nelle nostre montagne e noi felici ci sguazziamo dentro, perché un sistema che non ci appartiene e ci vuole ai margini, vuole che noi continuiamo a rimanere isola. Perché il giorno in cui diventeremo penisola, e ovviamente qui non è una questione fisica o geografica, l’Italia a Nord di Napoli, sarà più povera e sola. Ma questo il sistema non lo vuole. Il sistema vuole solo una Calabria di merda, povera, sporca, bistrattata, malgrado gran parte della sua terra, strutture a parte, non ha nulla da invidiare a tutte le altre regioni della nostra bella Italia. Mare compreso.