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La postilla che ha ucciso un popolo. «E adesso resuscitateci tutti!»

  •   Bruno Salvatore Lucisano
Il movimento guidato da Aldo Pecora Il movimento guidato da Aldo Pecora

Ad ogni pensiero, ad ogni avvenimento, ad ogni storia si attacca sempre - come una zecca - la postilla. E la postilla, come un accidente, come una dote, come una maledizione è sempre la ndranghita.

Cosa importa delle migliaia di giovani che lasciano questa terra, cosa importa della fame e del sottosviluppo, cosa importa della qualità della vita che diventa un basso, bassissimo tenore di vita.

La ndranghita copre tutto, le magagne, la mala politica, le ruberie, le pessime condizioni ambientali e civili.

Quando capita qualcosa la giriamo a ndranghita, così, come un giro di valzer, come una tarantella. Sempre la stessa musica!

Sta diventando la risposta a tutto, la scusante di tutti i mali, quasi un'ossessione, un'idea fissa, un incubo! Nessuno controlla nessuno.

Ricordo, come fosse ora, l’omicidio del caro amico Franco Fortugno e, rammento finalmente, le piazze piene di giovani che protestavano, che per una volta alzavano la voce e la schiena.

Le piazze della rinascita civile, della nuova ed eterna aurora che chissà perché vede spuntare il sole… per un attimo. Per un istante.

Assomiglia tutto, come la notte polare astronomica, in questa fase, nelle ore diurne non vi è traccia di luce solare visibile, mai in nessun istante. Tutto buio!

Dicevo, da quel movimento di piazza, a Locri, era nata una sorta di sfida alla delinquenza con la tessera: “Adesso ammazzateci tutti” che però è stato interpretato male perché ci hanno ammazzati tutti davvero.

Ed allora, siccome quel manifesto non è stato abbastanza chiaro o è stato preso troppo alla lettera, e siamo periti tutti o quasi di ndranghita, sarà il caso d’inventarci un nuovo slogan che sia di speranza e non mera illusione per l’avvenire di questa Terra, ed è rivolto alla gente di buona volontà che talvolta, seppur in un covile, riesce, uscendo all’aria aperta e pura, a fare quello che fanno gli uomini e non gli animali.

Da qui, parte un nuovo slogan: “Adesso, resuscitateci tutti!”.


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