La riflessione. I regali e la fame
- Bruno Salvatore Lucisano
Il Corriere Locride, pubblica un interessante resoconto su quelli che sono i regali più desiderati del Natale 2016. Sono in testa i capi d’abbigliamento, i libri sono al secondo posto e nel gradino più basso del podio cibo e vini. Seguono, con percentuali più modeste i prodotti tecnologici, profumi, buoni acquisto prepagati e per finire, con percentuali bassissime, attrezzature sportive ed accessori per auto.
Queste percentuali sono state rese note dalla Confesercenti e rispecchiano un po’ le richieste di quanti questi regali possono fare.
Quelli che i regali non possono fare, invece, sono le persone (quattro milioni e qualcosa) che non hanno neppure da mangiare (Istat di oggi) e che aumentano a vista d’occhio…che vede.
La nostra impellenza è la legge sul senato, i referendum per chi comanda e le elezioni (chi le vuole prima, chi dopo, chi…mai).
Oggi in auto, ascoltando le notizie fresche di giornata, un mangia franco del quale non ricordo il nome si meravigliava del fatto che l’80% dei giovani hanno votato NO al referendum, credendo che tutte queste persone fossero andate lì perché gli interessava la legge sul senato. Non è così.
I giovani hanno votato contro un governo senza prospettive per loro, senza possibilità di lavoro stabile con il continuo entra ed esci dalle aziende che si mangiano i contributi dello Stato e poi sono sbattuti fuori dopo sei mesi o dodici. I giovani che per il lavoro, a trent’anni risultano vecchi e non possono partecipare a concorsi. Ragazzi che dopo vent’anni di studio, devono salire sul treno per andare in Germania, Inghilterra ecc. per cercare lavoro, in una terra di malfattori, massoni e cocktail di comunisti e fascisti che garantiscono solo i loro privilegi e quelli dei loro sodali.
Un movimento che oggi ha raggiunto il 25% e (rischia) di prendersi il governo del paese, è frutto della vostra insipienza, della vostra tracotanza, della vostra ignoranza.
Molti, sbagliando, hanno dato a Renzi il merito dei Sì al 40%. Bene, adesso i politologi, ci dicano in quel 60% dei No, quale percentuale raggiunge il voto di protesta al governo e alla politica, in generale.
Saluti.