La riflessione. Il colore dei codici e il “prezzo” della vita
- Mimmo Musolino
Dalle vene aperte per una flebo
schizza sangue di rabbia,
dal cuore sgorga dolore
come lava incandescente;
la dignità di cittadino indifeso ed inerme
urla la propria offesa e l’oltraggio patito.
Una società perduta dietro alla sfrenata
e diabolica ricerca del denaro ad ogni costo
anche a prezzo della vita umana.
E per fare “bissinis” si inventano i codici,
quasi come il tricolore
della patriottica bandiera italiana,
meno l’azzurro sostituito con il giallo-crisantemo,
e come i semafori agli incroci stradali.
Ed adesso, dopo tanti anni, arriva minacciosa
l’imposizione di pagare il ticket
per un ricovero urgente e necessario,
di tanti anni fa, altrimenti ti pignorano pure la pensione
e ti fanno morie di fame e di stenti.
Nessuna cura ed attenzione possibile
alla sofferenza delle persone
trattate come merce in arrivo
al mercato della carne o del pesce
e disposte in barelle, come le cassette,
sui banconi da commercio,
nei corridoi spesso umidi e fatiscenti;
mancano mezzi e strumenti efficienti
e personale adeguato,
forse solo qualche sussulto
di amorevole carità cristiana
ti può salvare la vita.
Ma i denari, come quelli Giuda,
però a milioni, vengono stanziati
e gli scandali dilagano
e i ladri in doppio petto e dal colletto bianco,
dalla doppia morale,
imperversano e scorticano pure la pelle
delle persone ammalate e bisognose di assistenza.
Ormai la sanità pubblica è come un ammalato in agonia
che nessuno ascolta ed ha pietà delle sue grida di aiuto disperate.